Africa

 

Cartolina postale proveniente da Dahomey (l’attuale Benin), Agoué, 1920-1930

Missione delle suore di Nostra Signora degli Apostoli, collezione Julien Bondaz

 

Queste quattro cartoline ci dimostrano che un secolo fa queste  suore missionarie francesi portarono in Africa il loro sapere sul merletto. La prima foto intitolata "Handwork", mostra una trentina di ragazze che posano mentre ricamano e realizzano merletti ad ago e a fuselli. Le quattro ragazze sulla destra hanno il tombolo davanti con lunghe fasce di merletti già eseguiti. Tre monache sono dietro di loro, due delle quali quasi si fondono con i due pilastri dell'edificio sullo sfondo, da sembrare  i pilastri del gruppo.

 

"Giovani ragazze che fanno il merletto a fuselli", a sinistra la suora lavora insieme alle sue allieve.

Collezione Julien Bondaz

 

Questa cartolina invece proviene dal Togo, le due bambine davanti  stanno lavorando con il tombolo e i fuselli.

Collezione Julien Bondaz

 

Lezione di merletto, Esposizione Coloniale di Parigi, 1931, Suore missionarie di Nostra Signora d’Africa, St-Charles, edizione G.-L. Arlaud, Lyon, Collezione Julien Bondaz

 

Le quattro ragazze davanti lavorano con il tombolo, le altre ricamano su tessuto o realizzano merletti ad ago

 

Tra la fine dell’Ottocento e primi del Novecento nella zona del Sahel si confezionavano delle preziose tuniche maschili chiamateLomasa”. Erano in tessuto di seta o cotone e venivano ricamate con fili di seta colorata proveniente dal Gana. Per essere così lussuose venivano indossate in occasioni importanti. In una mostra dedicata al Sahel svoltasi al Metropolitan Museum di New York nel 2020, si sono viste queste vesti con intarsi di merletto realizzato ad ago.

 

 

 

Particolare dell’inserto a merletto con l’ago a punto festone o a punto sacola con punti fitti o radi per dare risalto al motivo a zig-zag.

© Metropolitan Museum, New York

 

      

Lomasa, realizzata a Zaria in Nigeria e acquisita nel 1975 dal British Museum di Londra attraverso l’acquisto dal

collezionista britannico David Heathcote

 

Lomasa in cotone bianco sbiancato, la parte centrale ricamata è foderata con tessuto color blu. La parte anteriore dell'abito ha il tradizionale motivo a otto coltelli attorno al collo, ma il resto del pannello anteriore del corpo è decorato con spirali e grandi cerchi concentrici sia in ricamo (utilizzando il beige tinto) che in lavorazione traforata. Anche la parte posteriore dell'indumento è riccamente decorata con due grandi spirali, una grande serie di cerchi concentrici e quattro serie più piccole di cerchi concentrici in ricamo e traforo. Tutta la decorazione, sia davanti che dietro, è in varie tonalità di beige e marrone. Il ricamo, per chi indossava questa veste, pur essendo altamente elegante e decorativo, era sfoggio di trasmissione benefica attraverso la simbologia che rappresenta.

 

   

Particolare della parte centrale davanti, all’altezza dello scollo, con il motivo a 8 coltelli

 

 

Particolari ingranditi del merletto ad ago che circonda la circonferenza di tutti i cerchi

 

 

 

 

La Tunisia ha tradizioni artigianali che comprendono anche il merletto e in Mozambico Mister Neto realizza fuselli in essenze pregiate.

 

 

° David Hunter Heathcote, pittore, formatosi a Canterbury e allo Slade; lavorò nella Rhodesia del Sud (ora Zimbabwe) nel 1959 presso la scuola pubblica Peterhouse e la Missione di Sant'Agostino a Panhalonga. Si è trasferito a Zaria, nel nord della Nigeria, nel 1968 come preside del dipartimento di Storia dell'arte presso l'Università Ahmadu Bello, dove ha iniziato la ricerca e il lavoro sul campo degli abiti ricamati Hausa che gli hanno fruttato un dottorato di ricerca. Durante gli anni '60 e '70 mise insieme una significativa collezione di tessuti, costumi e oggetti in pelle Hausa, gran parte dei quali si trovano ora al British Museum. Nel 1976 il suo materiale Hausa è stato presentato alla mostra Arts of the Hausa presso il Commonwealth Institute (parte del festival World of Islam), e una parte è stata prestata alla mostra Barbican di tessuti africani nel 1995.

 

Hausa Embroidered Dress’, in ‘African Arts’, Vol. 5, No. 2 (Winter, 1972), pp. 12-19+82+84

 

 

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