Etta De
Viti de Marco (New York 1894—Roma 1939) Harriet
Lathrop Dunham, conosciuta in Italia come Etta De Viti de Marco. Moglie di
Antonio De Viti de Marco, eminente economista e parlamentare, fu una fervente
sostenitrice degli ideali democratici e liberisti del marito, del modernismo
religioso e della pedagogia montessoriana. Molto attiva nella rete
internazionale dei movimenti di emancipazione femminile, è stata militante
nel Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, e tra le fondatrici delle
Industrie Femminili Italiane, un gruppo di laboratori tessili ideati per
promuovere la cittadinanza attiva delle donne attraverso il lavoro. Tra gli
articoli pubblicati figurano due notevoli analisi politiche della situazione
internazionale sul «Giornale degli economisti». “Fili
della trasmissione”. Il progetto delle donne De Viti de Marco-Starace nel
Salento del Novecento, Elena Laurenzi , Edizioni Grifo L'autrice Manuela Mosca
ricostruisce la vita, il pensiero e l'attività di Harriet Lathrop Dunham,
conosciuta in Italia come Etta de Viti de Marco. Delinea la sua biografia,
mai studiata prima, concentrandosi principalmente sui suoi interessi
culturali e politici. Descrive il suo impegno sociale e il suo mecenatismo
nei confronti di artisti e scrittori. Si ricostruisce inoltre il suo
coinvolgimento nelle battaglie politiche a sostegno del libero scambio e
dello sviluppo del Mezzogiorno. Li combatté tra il 1890 e il 1920 insieme al
marito – l’economista e politico marchese Antonio de Viti de Marco
(1858-1943) – e al gruppo dei liberali italiani. In particolare, Etta de Viti
de Marco si occupò dei rapporti dei radicali italiani con il mondo liberale
anglosassone. Come gran parte dell'élite illuminata di quella generazione,
credeva nell'istruzione, nella democrazia e nel progresso civile, argomenti
sui quali scrisse articoli pubblicati su riviste prestigiose. Mostra “Le anime del tessile” 4 maggio 2023 Nel
Castello Aragonese di Otranto è stata inaugurata la mostra “Le anime del
tessile – Anteprima”, un’esposizione che narra le vicende di un progetto di
eccellenza artigianale e di felicità pubblica, tramandato per oltre un
secolo, e che anticipa la mostra che si terrà il prossimo anno, sempre a
Otranto, nella Torre Matta. La mostra nasce dal lavoro di ricerca di Elena
Laurenzi – studiosa dell’opera delle pensatrici del secolo XX e ricercatrice
di Storia delle dottrine politiche dell’Università del Salento – in
particolare dal suo libro “Fili
della trasmissione” dove sono racchiuse le storie de Le Costantine che
intrecciano una sapienza antichissima, accuratamente custodita e coltivata,
con idee, pratiche e modelli di convivenza civile di grande valore e
attualità. Al 1° piano del Castello Aragonese si potrà ammirare una
tessitrice che opera su telaio; inoltre, saranno fruibili alcune riproduzioni
digitali dei manufatti (che anticipano l’esposizione alla Torre Matta), teche
con prodotti tessili e oggetti di archeologia industriale. La fruizione della
mostra sarà accompagnata dalla proiezione di Amando e cantando di Edoardo
Winspeare (Italia, 2021) il film su “Le Costantine”, una Fondazione in cui
l’utopia della felicità pubblica è stata realizzata attraverso il lavoro.
Amando e cantando è un omaggio alle donne straordinarie ma anche a coloro che
stanno proseguendo il loro progetto facendolo prosperare. Le
protagoniste di questa mostra sono cinque donne attive socialmente e
politicamente nella prima metà del Novecento. Carolina de Viti de Marco, la
cognata Harriet Lathrop Dunham (Etta), le loro figlie Lucia e Giulia Starace
e Lucia de Viti de Marco sono donne anticonformiste, libere, avanguardiste
anche nello stile di vita, impegnate nell’emancipazione e nella libertà
femminile, nel benessere e nella cooperazione sociale, nella preservazione
della cultura e nella tutela dell’ambiente. Nel 1901 Carolina ed Etta de Viti
de Marco creano la scuola di merletto di Casamassella con l’obiettivo di
offrire una fonte di reddito alle donne salentine e favorirne
l’emancipazione.come nel progetto originario, l’eccellenza dell’impresa si
sposa con la promozione sociale, la logica del profitto con il bene pubblico.
Le loro iniziative filantropiche si intrecciano con le correnti di pensiero
più vivaci della loro epoca: il femminismo motiva le loro azioni pubbliche a
favore delle donne e anima i loro legami privati; la filosofia artistica
dell’Arts and Craft dà sostanza e spessore al loro interesse per il merletto
e per l’artigianato tessile; la pedagogia montessoriana e la terapia
steineriana ispirano le loro innovazioni nel campo della cura e
dell’educazione; il riformismo religioso modernista nutre i loro progetti di
una profonda e luminosa vena spirituale. La Fondazione “Le Costantine” è oggi
una struttura operativa che coniuga, in ottemperanza con lo statuto voluto da
Giulia Starace e Lucia de Viti de Marco, la produzione artigianale,
l’agricoltura biodinamica, la formazione e la promozione sociale. Nel
laboratorio tessile “Cantando e amando” le maestre artigiane intrecciano
fibre naturali con telai tradizionali di legno a quattro licci. La
lavorazione avviene secondo i metodi antichi ma c’è sperimentazione nei
disegni, nella scelta e nel trattamento dei materiali, nello studio degli
artefatti. Sitografia https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/harriet-lathrop-dunham-etta-de-viti-de-marco https://www.linkiesta.it/2023/09/fondazione-le-costantine-creazioni-capi-moda-maison-puglia/ https://www.redazionecultura.it/altermedia/eventi/mostra-le-anime-del-tessile-anteprima/ https://salentoreview.com/le-anime-del-tessile-a-otranto-una-mostra-con-la-fondazione-le-costantine/ https://vitaminevaganti.com/2022/07/16/salento-le-costantine-e-altre-anime-del-leccese-itinerario-3/ |