OIDFA Atene 2006

26-27-28 Maggio

 

Reportage

 

 

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Un viaggio attraverso la cultura greca sulla barca di merletto

Dalle profondità della preistoria ad oggi, la cultura in Grecia è come un viaggio infinito attraverso i secoli, di generazione in generazione, da un posto ad un altro. La cultura greca era ed è una cultura del mare e la nave era l'elemento culturale di base. Ecco perché è stato scelto come tema per il dodicesimo congresso dell’ OIDFA” il viaggio” che simbolizza lo sforzo, il sogno, la tempesta, la calma (dopo che una tempesta arriva sempre una calma) e l'attracco finale. La storia di ogni nazione è un viaggio, la storia del merletto è un viaggio, la nostra vita è un viaggio e anche il dodicesimo congresso di OIDFA è un viaggio.

Nell’Atene antica durante la grande Panathea, una celebrazione che si teneva ogni 4 anni, avveniva uno spettacolare avvenimento: sulla statua della dea Atena, veniva portato fino all’acropoli, il velo di lana tessuto a mano, “peplo”, tutto ricamato in oro. Veniva realizzato dalle vergini ateniesi e portato al Partenone su una barca di legno, ecco perché la scelta della barca come tema del concorso dell’OIDFA 2006.

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Statua femminile con il peplo, Museo dell’Acropoli di Atene

Storia del merletto greco

La parola merletto in greco si traduce “dantela” che deriva dalla parola francese “dentelle”,  come il nostro italiano dente-dentellatura.

Le varie tecniche del merletto che sono nate nell’antica Grecia e poi si sono sviluppate nel periodo Bizantino sono definite con  termini particolari : arkys (un tipo di rete), diktyon (un altro tipo di rete), kekryphalos (è una rete in aria, decorata con le pietre  semipreziose e lustrini), oya (bibila), trihapton ed altri.

Il trihapton di parola significa una specie di tessuto lavorato con fili così sottili da sembrare capelli. Deriva dalle due parole del Greco antico: il thrich (che significa capelli) e il apto (tocco).

Il bibila è un termine greco che si usa per una tecnica di merletto ad ago, deriva dal bir-biri turco, parola che significa una linea, uno per uno (bir in Turco significa uno). In Turco questo tipo di merletto ad ago è denominato oya, la parola deriva dalla parola greca classica “OA “l'estremità guarnita da un tipo di tessuto. Il Bibila si faceva nel litorale dell’Asia Minore (i Greci vi hanno vissuto per  motivi di lavoro fino al 1922), delle isole greche di Rodi e di Cipro, dell'Armenia e della regione della Tracia. Un tempo lo si realizzava anche con i fili di seta colorati, oggi è  usato solitamente per decorare con i suoi fiori piccoli e tridimensionali di qualità eccezionale. Il Bibila o oya è stato descritto anche nell'icona della “ Virgin Glykophiloussa” (la Vergine che bacia dolcemente il Bambino) attribuita alla scuola di Andreas Ritzos C., datato 1450.

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Particolare del manto della Vergine con un merletto a lunghe punte

Nel “Chronicle monk Ignations” (1389 - 1405)  del russo Smolensk, viene descritta l’incoronazione di Manouil Paleologos con l’imperatrice Helen Katakouzinos, nella cattedrale di Santa Sophia a Constantinopoli durante l'anno 1392. la descrizione dettagliata, di tutti gli ospiti provenienti dai paesi d'Europa occidentale e come sono vestiti”….. i religiosi, levatisi in piedi sontuosamente vestiti….nei tessuti di seta e di damasco. Hanno spalline decorate con merletto, oro e perle e sulle loro teste portano un cappello: un cono oblungo ed aguzzo sulla parte superiore, interamente decorato di merletto.”

La signora Bury Palliser nel suo libro “storia del merletto”,  pubblicata alla fine del diciannovesimo secolo, scrive che l'origine dell'arte del merletto ad ago è attribuita ai rifugiati greci dall'impero Bizantino dopo la caduta di Constantinopoli ai Turchi.

 

Mostra dell’OIDFA presso l’edificio della Ex “ Borsa”

 

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La piccola  mostra rappresentava i merletti di diversi paesi europei oltre il Giappone, l’Australia e gli Stati Uniti. Per l’Italia era presente Rita Bargna con i merletti di Cantù e Rosita d’Ercoli con la scuola Merletti di Gorizia.

 

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Insegna dell’Oidfa con inserti in merletto

 

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Da destra: stand di Malta, Giappone, Italia

 

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Ewa Eskilsson, merlettaia svedese e membro dell’OIDFA per la Svezia, stava eseguendo un delicato merletto: il disegno da seguire non era sotto il lavoro, ma di fianco.

 

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Tombolo realizzato per un bambino di 2 anni e mezzo che si esibì in occasione dell’Oidfa 2000 in Svezia

 

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Tomboli svedesi

 

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Merlettaia maltese

 

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Due merlettaie Italiane

e …………….

 

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