Bruno Tessa
Ho
incontrato il Signor Tessa in occasione del Forum di Italia Invita 2005. Ho
conosciuto in questo breve incontro una persona molto attaccata alla sua terra,
alle sue radici e tradizioni e con il rammarico che nessuna persona desideri
più continuare questo mestiere.
Vi
racconto un po’ della sua vita.
Bruno Tessa vive a Coazze in
provincia di Torino e sin da piccolo ha visto tessere la canapa, un lavoro che
la nonna aveva eseguito per tutta la sua vita.
A
Coazze un tempo, tutte le famiglie contadine
possedevano un telaio nella stalla e con questo lavoro integravano il loro
reddito familiare. La filatura della canapa era diffusa a Coazze
e in tutta la Val Sangone a
partire dal ‘700. Gli ultimi telai smisero il loro movimento tra il 1950-60.
Diversi
anni fa rinvenne un vecchio telaio smontato e riuscì a rimetterlo in uso presso
il Museo dall’Alta Val Sangone
che ha sede a Coazze. Verso la fine degli anni ’90 ne
ha trovati altri 2 presso una abitazione, uno lo ha tenuto per sé, l’altro si
trova presso il laboratorio del Comune dove vengono fatti dei corsi per
mantenere viva la tradizione. A questi corsi vi hanno partecipato ragazzi delle
scuole Medie ed adulti, ma nessuno si è appassionate a tal punto di voler
continuare l’antica attività.
Bruno
ha partecipato a varie manifestazioni, non solo in Italia, ma anche in Francia,
dove tali tessuti in canapa sono molto apprezzati. Nel nostro incontro mi ha
detto con tono pacato e nostalgico: “ Spero che si riprenda la produzione di
fibre naturali perché sono più igieniche, più sane e risolverebbero anche
alcuni problemi ecologici “. (Fiore)
È apparso il settembre
del 2004 sulla rivista “Piemonte Parchi”
http://www.regione.piemonte.it
Uomo,
memoria, territorio
Tessitura a Coazze
"Chi ha più filo fa più tela", "andare a batter cassa",
modi di dire dalle radici lontane. La "cassa" infatti non era quella
dei soldi, ma quella del telaio che tessendo si faceva battere come un tam tam. Tempi in cui la
tessitura era una attività "domestica" per dotarsi di indumenti e
biancheria a basso costo. A Coazze con Bruno Tessa,
uno degli ultimi esperti e competenti in materia di tessitura in Val Sangone e Val
di Susa, ripercorriamo quei tempi ormai lontani.
Quando da un arbusto come la canapa, nasceva una matassa di filo e poi prendeva
vita un tessuto. Un viaggio affascinante che il racconto di Bruno Tessa ricostruisce
con passione. E ricordi: quando ancora si poteva vedere la propria nonna
tessere.
Notizie scritte sulla tessitura a Coazze risalgono al
1553, quando negli ordinamenti comunali si segnala la presenza di canaperi e si parla delle sanzioni applicate a chiunque
arrecasse danni a tali coltivazioni. A Coazze si
tesseva quasi esclusivamente la canapa che veniva però solo in parte coltivata
in loco.
Documenti testimoniano che alla fine del 1700 a Coazze
vi erano circa 500 telai, quasi uno per famiglia.
Coazze, era la zona della Val
Sangone dove la tessitura era maggiormente conosciuta
e praticata. La specializzazione porto a produrre manufatti pregiati,
conosciuti ed apprezzati in tutta la Savoia. Questo permise a molti di non
emigrare. Si tesseva in inverno, quando la campagna era ferma, nella stalla. La
canapa veniva acquistata anche sui mercati, come a Giaveno,
da commercianti specializzati in materiale tessile.
La canapa è una pianta dioica, esiste cioè il maschio
e la femmina, affinché possa crescere sono necessari entrambi. Si semina ad
aprile, cresce molto rapidamente nei mesi estivi (anche sette/ otto centimetri
al giorno); si raccoglie terminata la fioritura dell'esemplare maschile. Per
poter ottenere il filo è necessario far seccare le piante, ripulirle dagli
steli più deboli e dalle foglie. Successivamente venivano messi in ammollo per
un periodo minimo di due settimane affinché le fibre si spezzassero e quindi
nuovamente messe a seccare. A Coazze questa
operazione veniva fatta nei campi, dove i contadini scavavano delle fosse (lu neisur) che poi
venivano riempite di acqua e utilizzate per l'ammollo.
La pianta dopo la seconda asciugatura veniva battuta con un attrezzo (la
gramola) poi pettinata, filata ed infine tessuta. I telai raggiungevano anche
la lunghezza di quattro metri per avere una distensione di filo abbastanza
lunga da trattare. Poiché il filo di canapa spesso presenta una leggera peluria
veniva trattato con un impasto ottenuto da crusca ammollata, in modo da
renderlo pulito.
Bruno Tessa descrive l'attrezzatura utilizzata. Le "navette", per
lanciare il filo della trama attraverso l'ordito; le "licciole",
per incrociare i fili dell'ordito; i "pettini", per battere la tela.
Poi le "spole" dove veniva avvolto il filo per la trama; lo "scolatoio"
per avvolgere il filo su spole e rocchetti; l'"arcolaio"; il
"baciasi" (contenitore dei rocchetti del filo),
l'"orditoio" e i "tempiali" per tenere la tela tesa ed
impedire che si restringa tessendo.
La tradizione tessile viene meno agli inizi del 1900, con l'arrivo
dell'industria. La storia della tessitura a Coazze si
ritrova nel museo etnografico dell'Alta Val Sangone, recentemente riorganizzato.
Info: Ufficio turistico, tel. 011 9349681 (tutti i giorni dalle 9 alle 12.30).
Escursione
Sul filo…della canapa
Sabato 28 maggio si terrà la prima delle uscite sul territorio organizzate
dall'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone
per l'estate 2005.
L'escursione dal titolo "Sul filo…della
canapa" ha lo scopo di illustrare il ciclo di coltivazione, filatura e
tessitura artigianale della canapa, molto diffuso fino al secolo scorso in Val Sangone, in particolare a Coazze, ed oggi recuperato grazie all'intervento
dell'Ecomuseo e all'impegno del maestro Bruno Tessa.
Partenza alle ore 9,30 dalla sede espositiva dell'Ecomuseo, in Viale Italia, 1.
Da qui si raggiungerà a piedi borgata Mattonera, dove
si potranno vedere i campi coltivati a canapa da Bruno Tessa, che spiegherà
anche il procedimento di ammollo ed essicatura che
porta alla produzione della fibra e, successivamente, del filo.
A Mattonera è previsto il pranzo al sacco a cura dei
partecipanti. Dopo pranzo, si scenderà in paese per la visita al laboratorio di
tessitura e l'incontro con la presidente dell'associazione "Giaveno Ricama" Grazia Stocchi, per un approfondimento
sulle tecniche tradizionali del ricamo.
Il rientro è previsto per le ore 16.