Progetto “Le nostre mani per Katoma

 

 

Finalità generali del progetto:

 

 

Il Gruppo Milo Burlini si propone di:

 

·         Far acquisire alle donne di Katoma dignità sociale ed autosufficienza attraverso l’apprendimento di un mestiere

 

·         Dare un modesto contributo alla formazione di un artigianato tanzaniano che permetta l’autonomia e l’indipendenza dalle ditte estere

 

Obiettivi specifici del progetto:

 

Il Gruppo Milo Burlini intende contribuire:

 

·         alla formazione di maestre di taglio, cucito e confezione

·         alla costruzione di un laboratorio di sartoria

·         all’acquisto dei macchinari necessari

·         all’acquisto dell’occorrente per un laboratorio sartoriale

 

Infine il Gruppo Milo Burlini s’impegna, garantendo il suo contributo per almeno tre anni, ad inviare a destinazione il ricavato della mostra e quanto necessario per l’avvio dell’attività.

 

 

Ponzano Veneto, 8 marzo 2004

 

 

“ Le nostre mani per Katoma

Ultimissime

 

Giovani sarte

 

Il progetto “Le nostre mani per Katoma” avviato dal Gruppo “Milo Burlini” è ormai arrivato al suo quarto anno di vita; grazie al contributo della Provincia di Treviso, alle offerte raccolte durante le varie mostre di artigianato femminile e alla generosità delle sarte, delle ricamatrici e dell’Ente Palio, è stato possibile inviare, tramite Padre Metodio Kilaini, alle donne di Katoma (Tanzania), una cifra consistente in danaro tale da permettere la creazione di un laboratorio sartoriale e un’attività lavorativa femminile di tutto rispetto.

Infatti nel corso del 2007 il nucleo centrale delle donne di Katoma, formato da 15 membri eletti dalle donne stesse, ha continuato ad organizzare e a coordinare l’attività di tutto il gruppo.

La scuola di sartoria del villaggio ha cambiato nome, non si chiama più “Moyo Mtakatifu wa Yesu” (Cuore di Pietà di Gesù) ora è denominata “ Siima “ (Gratitudine) e questo per far sentire a proprio agio le donne non cattoliche che partecipano al lavoro del gruppo.

La sede della scuola è stata spostata dalla chiesa al centro del villaggio, vicino al Municipio e alla piazza e questo per facilitare la partecipazione di tutte le donne del villaggio.

Ultimamente il gruppo, con grande soddisfazione da parte delle donne, è stato registrato come membro della Società economico-rurale di Credito Cooperativo

(SACCOS).

L’attività principale del gruppo e per la quale viene richiesto maggior aiuto è quella riguardante la scuola; attualmente è frequentata da 23 ragazze che, sotto la guida di 2 insegnanti, apprendono non solo nozioni di sartoria, ma anche di igiene, contabilità ed economia domestica.

Continuano ad essere organizzati per 60-100 donne seminari e lezioni che vengono condotti dalle due insegnanti della scuola e da alcune donne volontarie del nucleo centrale diventate a loro volta insegnanti.

Quando le donne vengono ritenute preparate e idonee al lavoro, viene loro concesso un prestito di 10,000 Tshilling (euro 8,00) per iniziare una piccola attività commerciale, se questa attività è ben avviata, viene concesso un prestito maggiore, prestito che aumenta anche in base al bilancio generale del gruppo.

Questo sistema finora ha funzionato molto bene: sono state realizzati le divise per le scuole, vestiti da uomo e da donna e confezioni particolari.

Inoltre le donne hanno acquistato uno spazio all’interno del mercato, infatti la domenica, a turno, espongono su una bancarella la loro merce e  la vendono al pubblico.

Il lavoro di confezione viene eseguito dalle donne disoccupate, alcune delle quali escono dalla scuola di sartoria e in questo modo non sono abbandonate a sè stesse, ma trovano un’occupazione che cambia loro la vita.

Fino a giugno l’attività è andata bene, tanto da poter garantire a ciascuna donna occupata la somma di 1.255,000 Tshilling ( Euro 1004,00 ).

Infine il gruppo si è occupato degli orfani e dei bambini bisognosi, attività che , fin dalla fondazione, ha rivestito un’importanza fondamentale per le donne.

In due anni sono stati aiutati 38 scolari di 4 scuole primarie di Katoma fornendo loro gratuitamente le divise.

La Presidente stessa del Gruppo Edith Kyatwa,  infermiera professionale, è molto orgogliosa degli obiettivi raggiunti, sia perchè può rendersi utile per aiutare le altre donne, sia perchè, nel giro di tre anni, il lavoro delle donne di Katoma è molto cambiato, si è evoluto velocemente dando loro dignità sociale: da semplici raccoglitrici di caffè, hanno imparato un mestiere e, con vera mentalità imprenditoriale, lo hanno messo a frutto a favore della comunità.

 

Gruppo di ragazze con il sacerdote

 

 

 

Tutta la documentazione sul progetto è stata inviata da Laura Gracis per il Gruppo Milo Burlini

E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le pagine del sito.

 

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