Le industrie femminili italiane Articolo scritto nel 1905 di Cora di Brazzà
Savorgnan e pubblicato su “Almanacco Italiano”, 1906 Due anni
fa in questo Almanacco la finissima scrittrice Amelia Rosselli, nostra
collega, descrisse i primordi della Società nazionale anonima cooperativa
" Le Industrie Femminili Italiane, le numerose e casalinghe Industrie
Femminili d'Italia, e quelle risorte per la paziente cura di qualche dama che
si interessava con spirito pratico a fornire lavoro artistico industriale a
donne e fanciulle che avessero bisogno di occupazione. I prodotti da esse
forniti formarono il nucleo del materiale della nostra impresa commerciale e
continuano a dare perfetta soddisfazione ai nostri clienti ed una rendita
regolare alle lavoratrici che li forniscono, per esempio le figure 1, 2,
rappresentano due lavori eseguiti dalle scuole di Lucciano e di Brazzà per S.
M. la Regina Madre. Il n. 3, rappresenta un merletto di centimetri 65 di
altezza, appartenente a Casa Savoia, fabbricato per il veneto Papa Rezzonico,
la cui riproduzione, fatta a Burano, fu venduta quest'inverno dalla società
ad un ricco Americano per L. 1600 al metro.
Fig. 1 Tende di disegno
originale fabbricate nelle Scuole industriali di Brazzà, per S. M, la Regina
Madre.
Fig. 2. —
Federa di modano (rete ricamata del XVI secolo) eseguita per S. M. la Regina
Madre nelle scuole industriali di Lucciano
Fig. 3. — Riproduzione di un merletto di papa Rezzonico,
appartenente a Casa Reale, Chi
visitasse un laboratorio del tipo delle scuole cooperative Brazzà, si
accorgerebbe dell'effetto civilizzatore di tali centri di lavoro in campagna
ove si riuniscono le figliuole dei contadini ed artigiani, durante il tempo
nel quale la scuola pubblica non le accoglierebbe. Qui vedrebbe che
contemporaneamente al lavoro nitido, accurato, e di artistico disegno,
imparano la pulizia personale, l'ordine tante altre cose utilissime a formare
una buona madre di famiglia popolana. Il mio compito non è però quello di
trattare dei laboratorii né della loro influenza ma della società e come
assunse la sua forma attuale e dei risultati lusinghieri dei suoi due primi
anni di vita. Una
quarantina di anni fa, negli Stati Uniti, per aiutare le donne rimaste senza
risorse in conseguenza della guerra civile, sorsero per iniziativa di Signore
benefice delle istituzioni di deposito e borse (exchanges) alle quali esse pagavano un contributo annuo. Ivi
queste donne potevano depositare, per essere venduti, i loro lavori ed anche
oggetti personali o suppellettili delle quali il bisogno le spingesse a
disfarsi. Queste istituzioni si svilupparono in ogni città d'importanza, ma
visto quanti oggetti inutili e senza gusto venivano prodotti dalle sfortunate
contributrici fu palese come occorresse fornirle di modelli e d'istruzione. È
da ciò che nacquero le scuole d'arte decorativa con risultati splendidi e
tali che molte ragazze di civili e bisognose famiglie, adatte ad una
educazione artistica superiore, sono ora con questo mezzo arrivate ad
occupare posizioni lucrose e di fiducia a capo del riparto di disegno in
fabbriche di tappeti, stoffe, ceramiche, bigiotteria, legature di libri, ec.
Da noi ciò sarebbe più necessario a cagione della densità della popolazione
ed anche più facile, dato l'atavismo artistico delle italiane. Aprimmo
nel 1891 un deposito simile in piazza di Spagna a Roma, e si ricevettero
inviti e offerte di facilitazioni speciali per una mostra di antichi e
moderni merletti Italiani all' Esposizione di Chicago. S. M. la
Regina Margherita con la sua mente vasta afferrò subito l'importanza della
occasione, e ci concesse di esporre come principale attrattiva i merletti di
Casa Savoia e capì che essi avrebbero attirato l'attenzione sopra le
riproduzioni fatte dalla scuola di Burano e sulla produzione italiana dei
merletti. Incoraggiate dall'esempio di S. M. anche altre signore non solo ci
affidarono i loro magnifici merletti antichi, ma contribuirono con oltre
ventimila lire per le spese necessarie all'impresa. Sotto l'egida di questa
splendida collezione, molti merletti di lavoratrici italiane, prima
assolutamente sconosciuti come tali, furono presentati, premiati e venduti
all'enorme pubblico della Bianca Città come fu chiamata l'Esposizione
mondiale di Chicago, metropoli centrale degli Stati Uniti. Fra i merletti
antichi vi era quello magnifico del Cardinale di Retz (fig. 5) appartenente a
Casa Savoia; quello stesso che dopo venne portato da S. M. la Regina Elena al
suo matrimonio, completato con un velo dello stesso disegno e fattura,
eseguito a Burano.
Fig. 5. — Merletto del Cardinale di Retz portato
da S. M. la Regina Elena al suo matrimonio. Il delicato
incarico dell'ordinamento di questa Mostra mi fornì l' occasione di recarmi
sul luogo e studiare i metodi di quel commercio ed il suo modo di giudicare i
nostri prodotti. I grandi negozianti americani apprezzarono assai certe
varietà di merletti, ne comprarono e ne ordinarono, insistevano però sulla
necessità, per un commercio regolare, che il Comitato organizzatore in Italia
continuasse a funzionare, in modo che fosse garantita la qualità, il prezzo e
l'esatta consegna delle ordinazioni, A ciò è dovuta la forma attuale della
società I. F.I.„ dalla quale si cerca organizzare e dirigere la produzione in
tal modo, da potere soddisfare le esigenze dei grandi mercati esteri. La
società non è a scopo di guadagno per gli azionisti. Fra questi si contano le
LL. MM. il Re, la Regina, la Regina Madre, S, A I. li. la Principessa
Letizia, S.A.I.R. il Conte di Torino, il Ministro d'Agricoltura ec., ed anche
operaie giacchè esse possono acquistare le azioni (che sono di lire 100) con
piccoli versamenti che ad esse è dato ritirare se ne hanno bisogno. Gli
azionisti non possono ricevere più del 4 per cento, sul capitale da essi
fornito, in modo di assicurare alle lavoratrici sparse in Italia un equo
compenso al lavoro. Il profitto netto risultante dal bilancio viene diviso
come segue : il 20% alla riserva per spese impreviste: il 20% al personale;
ed il 60% viene diviso proporzionalmente fra le produttrici deilavori
venduti. Nel primo esercizio di soli nove mesi, nel quale furono venduti
oltre 55.000 lire di merci con un utile netto di 1819 lire, lire 527 furono
messe a disposizione degli azionisti ed il rimanente fu distribuito come
sopra si è detto. Il fulcro
della azienda si trova nel seguente articolo dello Statuto della Società. “Art. 4. —
La Società ha per iscopo di promuovere e migliorare il lavoro femminile con
criteri ispirati ad un sano indirizzo artistico industriale, e di organizzare
il commercio in modo che le operaie possano godere nelle maggiori proporzioni
possibili dei frutti del loro lavoro. La Società eserciterà l'azione
artistica a mezzo di un Comitato di Patronato e di una Giunta tecnica dei
lavori, e svolgerà la sua funzione commerciale istituendo magazzini nei quali
riceverà in deposito lavori da vendersi per conto delle lavoranti, alle quali
spetterà il ricavo della vendita diminuita della provvigione fissata dal
Consiglio d'Amministrazione a beneficio della Società. Il
Consìglio, quando evidenti ragioni economiche artistiche o di previdente
patronato lo consiglino, potrà, entro il limite della metà del capitale
sociale esistente secondo l'ultimo bilancio, accordare anticipazioni e
provvedere alla produzione ed all'acquisto di lavori di facile esito. Il
Consiglio d'Amministrazione è formato come segue: Contessa
Cora Di Brazzà Savorgnan, Presidente . Contessa
Lavinia Taverna, Vicepresidente. Signora
Liliali Ascoli-Nathan, Comitato esecutivo. M. Etta De
Viti De Marco, Comitato esecutivo. Signora
Maria Antonia Costa. Marchesa
di Licodia Ruffo-Arnaboldi. Signora
Bakalowicz Giuseppina, Comitato esecutivo. Prof. Avv.
Cesare Virante, Consulente legale, Segretario. Comm.
Lorenzo Ponti. Consulente Commerciale. I sindaci
effettivi sono: Comm. Vincenzo Magaldi, Direttore generale al Ministero di
Agricoltura, Industria e Commercio. Comm. Tito
Canovai, Segretario Generale alla Banca d'Italia. Comm.
Emilio Maraini, Deputato al Parlamento. ed i
Sindaci Supplenti : Conte
Gualtiero Danieli, Deputato al Parlamento. Avv.
Giovanni Villa. Il
Comitato di Patronato si compone delle 24 signore seguenti: Presidente,
Cont. Antonia Suardi Ponti. (*) Vicepresidente, Donna Bice Tittoni.
Segretarie, Signora Giorgia Guerrazzi Costa, Signora Stringher Lucia. Marchesa
Cristina Theodoli-Altieri, Marchesa Maria di Bagno, Contessa Colleoni,
Contessa Danieli, Contessa Frankenstein, Miss Minnie Luck, Signora Carolina
Maraini, Contessa Martini Marescotti Ruspoli, Signora Letizia Pesaro
Maurogonato, Signora Virginia Nathan-Mieli, Signora Nice Pasi, Contessa di
Sanseverino Vimercati, Principessa di Scaletta Borghese, Principessa di
Venosa, Marchesa Pes di Villamarina, Signora Alda Orlando Piola Caselli,
Marchesa Maddalena Patrizi Gondi, Signora Olivia Agresti Rossetti, Signorina
Carolina Amari, Principessa di Viggiano, alle quali va aggiunta la Contessa
Maria Pasolini (*) nominata per acclamazione nella prima assemblea generale,
presidente onoraria di questo comitato importantissimo per l’indirizzo
artistico della società, e ciò quale espressione di gratitudine per la sua
opera costante ed efficace per il miglioramento del'Arte decorativa Italiana
in tutte le sue applicazioni. Il compito
del Comitato di Patronato presieduto con rara intuizione dalla contessa
Antonia Suardi è assai arduo, è stabilito nello statuto ed è speciale alla
nostra Cooperativa. Esso ha per iscopo di esercitare una benevola ed efficace
vigilanza sul funzionamento della Società per quanto concerne l'indirizzo
educativo ed artistico, e di procurare all'istituzione nuovi soci capaci di
elevarne l'indirizzo artistico, e di aiutare moralmente e finanziariamente lo
svolgimento del programma sociale. Il
Patronato mira ad ottenere dal Governo e dagli Enti morali tutto quanto può
tornare vantaggioso all'educazione, all' istruzione ed al benessere materiale
delle lavoratrici. Il Patronato
nomina Comitati e Patronesse locali, nonché ispettrici per la diffusione
dell'arte industriale e per la propria rappresentanza ove se ne presenti
l'opportunità. La
presidenza di questo Comitato deve presentare un rapporto esatto ad ogni
seduta del Consiglio d' amministrazione sui progressi delle lavoratrici e
sulla propaganda; domandare i fondi necessari, ottenere l'approvazione delle
eventuali proposte e ricevere i suggerimenti per l'organizzazione e direzione
di Comitati e patronesse locali, vendite o nuove industrie da essi iniziate.
Queste Signore hanno già organizzato 24 comitati regionali e locali con i
seguenti indirizzi: Comitato
di Roma presso le Industrie Femminili Italiane, Via Marco Minghetti - di
Firenze presso D. Elisabetta Corsini, Sul Prato 40 - di Pisa presso la
Marchesa Benzeni, Via del Boschetto - di Messina presso la Signora Linda
Weiss, Via Teatro la Munizione, 27 di Ancona presso la Signora Danica della
Casa, Via Motaso - di Perugia presso la Marchesa Alessandrina Torelli Faina -
di Udine presso la Signorina Ada Misani, Via Grazzano, 10 - di Rieti presso
la Signora Emma Stoppani Maraini - di Legnago presso la Signora Ida Valeri
Magioni - di Forlì presso la Signora Giulia Danesi - di Bergamo presso la
Signora Teresa Monzini, Via Pignolo 84 - di Padova presso la Signora Linda
Ermacora, Piazza Eremitani, 13 - di Venezia presso la Signora Maria Pezze
Pascolato Ispettrice delle Scuole professionali " Vendramin Corner „ -
di Cividale presso la Signora Ildegarda Sartogo - di Brescia presso il Dott.
G. M. Longinotti, fermo in posta - di Palermo presso la Principessa di
Resuttana - di Assisi presso la Signora Maria B. Rossi, Via Aromatari 3 A -
di Torino presso la Signora Giulia Fava Parvis Bernocco, Via Cittadella 1 -
di Aquila presso la Marchesa Cappelli Dragonetti - di Trapani presso la
Signora Angiolina d'Ali Pucci - di Macerata presso il Prof. Alfredo Rocca -
di Mantova presso la Marchesa Selene Ferrerò De Gubernatis - di Sardegna
presso la Signora Francesca Corso, Castel Sardo (Prov di Sassari) e presso la
Contessa Rosamonda di Sant'Elia, Alghero - di Livorno presso la Signora
Corinna Pavia - di Urbino presso la Signora Giulia Angiolani Andreoli. Ogni
comitato locale ha una rappresentante a Roma la quale lo tiene al corrente
dell'andamento della vendita e dei desideri della Giunta tecnica: essa
assiste ad una seduta mensile del Comitato di Patronato nella quale si
discute specialmente la produzione ed il rifornimento del magazzino. Il fare
conoscere al pubblico questa organizzazione appena iniziata ci dà il coraggio
d'invitare i lettori di questo articolo ad aiutarci indicandoci gli ambienti
propizi alla propaganda fra le lavoratrici ed alla formazione di nuovi
comitati o d'indirizzare le Signore e le donne desiderose di lavoro alla sede
centrale. Le Signore del Comitato di Patronato formano, si può dire, il
Senato della Società, però senza voto deliberativo. Esse furono nominate
nell'atto di costituzione della Società fra quelli dei fondatori alla cui
iniziativa essa è dovuta, e che erano note per la loro competenza in materia.
Dopo trascorsi i primi sei anni se ne rinnoverà ogni anno un sesto eletto fra
le azioniste dal comitato stesso. Si spera cosi di avere assicurato alla
Società un elevato indirizzo artistico industriale illuminato dalle migliori
intelligenze. La Giunta
tecnica dei lavori si compone di sette membri che possono non essere soci.
Essi vengono nominati a maggioranza assoluta di voti in un'adunanza tenuta
col concorso di cinque membri del Consiglio d'amministrazione e di cinque
membri del Comitato di Patronato, durano in carica un anno e sono
rieleggibili. La funzione della Giunta tecnica è quella di giudicare in modo
inappellabile sull'accettazlone e sui prezzi di costo del lavori in base alle
proposte formulata dalle lavoratrici, dalla Direzione della Società o dal
Comitato di patronato. La
Direzione si compone del Direttore signor Ettore Papa, assistito dal
Consulente commerciale, dal Comitato Esecutivo del Consiglio di
amministrazione e da una Commissione di acquisto delle materie prime
occorrenti alla produzione degli oggetti venduti dalla società, istituita ad
evitare l'enorme, benché involontario, sfruttamento delle operaie, causato
dal dovere esse comprare in piccolissime quantità ed a prezzi di dettaglio le
materie prime loro occorrenti; in modo che alla rivendita (onde rimanere nei
prezzi del commercio) sottratto il prezzo pagato per le materie, rimane
meschina la rimunerazione del lavoro. Questa Commissione, conformandosi agli
ideali della società, si procura, quando è possibile, questi materiali da
fabbriche nazionali. Ma purtroppo in molti casi si è veduta la necessità,
prima di poter utilizzare dei materiali nazionali, che si ottenesse un
abbassamento radicale dei prezzi e un miglioramento nella qualità e nei disegni. Sottoposti
al Direttore e soli rimunerati insieme a questo, vi sono, per l'andamento
dell' azienda, una contabile, una cassiera, una segretaria (giacché è
naturale che la corrispondenza sia enorme), una magazziniera, le commesse ed
i fattorini. Una impresa così ardita e così moderna, la quale deve spronare
l'attività delle signore di tutte le Provincie d'Italia, consigliare le
lavoratrici, vendere i loro prodotti, interessare il pubblico col trovare
capitali, guadagnare nuovi mercati, non sarebbe completa senza un Comitato
per la Stampa. Esso si compone del Presid. del Consiglio d'amministrazione,
di una segretaria e vicesegretaria nominate annualmente. Anche esse prestano
gratuitamente il loro tempo e pubblicano il Bollettino mensile od organo
della società, il quale contiene le comunicazioni del Consiglio, del
Direttore e di tutti i comitati come pure i progetti e le norme per prendere
parte alle diverse Esposizioni. Nè mancano le notizie varie che possono
interessare gli azionisti, le lavoratrici ed il pubblico. Infatti le tre
Signore del Comitato raccolgono tutte le notizie concernenti le Industrie
Femminili. Esse si aggregano quelle scrittrici e scrittori che si interessano
agli scopi della Società, fra i quali principalissimo quello di cooperare all'incremento
economico della donna italiana senza distoglierla dalla vita di famiglia.
Essi scrivono o fanno pubblicare nei loro giornali e periodici, articoli che
fanno meglio conoscere la società e tutti quei miglioramenti, e risorgimenti
nell'Arte industriale per ottenere i quali essa lavora. Il funzionamento di
questo Comitato è, benché non sembri, alquanto complicato e difficile a
cagione della non completa organizzazione della stampa Italiana e dell'enorme
campo che esso deve coprire, nonché della mancanza di fondi posti a sua
disposizione. Perciò ogni pubblicazione fatta a vantaggio della Società è
assolutamente gratuita e noi approfittiamo della diffusione di questo libro
per ringraziare essi e l'editore di questo, tanto più che ci ha offerto uguale
ospitalità per gli anni seguenti, in modo che potremo tenere i lettori bene
informati dello sviluppo della impresa. La società
prepara per l'Esposizione di Milano 1906, nella sala centrale ed attigui
saloni del Palazzo dell'Arte Decorativa con l'aiuto del Comitato d'Onore
delle Signore Milanesi presieduto dalla Duchessa Visconti Modrone e da Donna
Remigia Ponti, un'esposizione nazionale di lavori femminili con annesso banco
di vendita a prezzi mitissimi dei prodotti caratteristici di tutta Italia.
Sarà ivi venduta una pubblicazione formata di articoli sulla storia del
lavoro e della vita della donna in ognuna delle regioni d'Italia, con il
catalogo illustrato delle espositrici e lavori esposti. Scrittrici come la
Maria Pezze Pascolato per il Veneto, la Grazia Deledda per la Sardegna,
l'Amelia Rosselli per la Toscana, ed altre assicurano del valore del libro e
quindi dell'interessamento del pubblico. Esso sarà stampato in più lingue e
venduto a prezzi mitissimi e formerà la più importante opera moderna sull'attività
industriale femminile di tutti i tempi in Italia. Dopo il
disastro delle Calabrie la società si occupa dell'istituzione colà di Rifugii Laboratorii (per le donne e bambini) mediante speciali sottoscrizioni
intestate e che si ricevono dai consoli all'Estero e dalla Banca d'Italia. Il
capitale sottoscritto nell'atto di fondazione della società fu di circa
20,000 lire; accresciuto di un fondo per acquisto di materie prime,
proveniente dalle due Esposizioni e vendite di lavori femminili, tenute dalle
Signore promotrici, negli anni 1902 e 1903, a Roma. La Banca d'Italia
generosa nell'aiutare l'utile opera, concesse alla Società, per 5 anni
un'area, nel cuore di Roma in Via Marco Minghetti ed ivi fu eretto il
palazzino ora occupato dalla Sede Commerciale della Società con l'opera
gratuita dell'architetto Vincenzo Moraldi ed a mitissimi patti dal notissimo
costruttore Boggio (fig. 11). La Società
fu fondata il 22 maggio 1903 e incominciò le operazioni commerciali il primo
dicembre, aprendo un piccolo negozio temporaneo in via Due Macelli. La sede
attuale, inaugurata con la visita delle LL. MM. regina Elena e la Regina
Madre, alla fine di marzo 1904. In questo esercizio fino all’agosto del 1905
erano stati venduta merci per circa 120.000 lire, ed il patrimonio aveva
raggiunto quasi 50,000 lire. Purtroppò sono specialmente i forestieri che
hanno mostrato di capire l'importanza della nostra opera, chiedendo di
diventare azionisti anche per piccole somme mentre io credo che
l'indifferenza degli Italiani che hanno risposto sino ad ora soltanto a
sollecitazioni personali quasi che si trattasse di elargizioni di
beneficenza, sia dovuta alla loro ignoranza della base commerciale
dell'impresa. Ciò fa sperare che la larga diffusione di questo articolo e
l’esposizione ne di Milano vi rimedieranno. Tanto più che il crescente valore
della proprietà nel centro di Roma e l’aumento delle merci inviateci, che
rende il nostro locale già troppo ristretto, e la vendita dell'area a noi
temporaneamente ceduta, ci obbliga per la fine del 1908 di provvederci di una
propria casa. Nel 1905
piccoli depositi furono aperti in San Remo, Palermo, Venezia, Firerenze e
vendite speciali ebbero luogo a Roma per amabilità dei proprietari del Grand
Hotel, Regina, Quirinale, Splendid, ec, ed a San Pellegrino, Viareggio,
Vallombrosa, Camaldoli, Abetone, Arta di Carnia, Vena d'Oro, Salsomaggiore e
sui laghi. Per la distribuzione dei nostri cataloghi e cartelli reclame
dipendiamo intieramente dalla gentilezza degli albergatori e dei banchieri i
quali hanno facile il modo di aiutarci; ed ho la speranza che il risultato
della nostra attività a favore delle lavoratrici li incoraggierà ancor più
per l' avvenire. Nelle nostre Esposizioni-vendite, non si è obbligati di
comprare ma vorrei che nessuno mancasse di visitare i nostri depositi o il
magazzino centrale onde essere informati dei prodotti che hanno maggior
successo, e così poter consigliare con conoscenza le bisognose di lavoro. Il reparto
biancheria di casa, corredi, corredini, biancheria da uomo e da servizio, è
quello che produce i più regolari introiti. I Comitati procurano i migliori
modelli di Parigi, la direzione provvede le materie prime adatte, ed in
provincia i comitati locali garantiscono l'esecuzione del lavoro. È in questo
modo che quello di Messina occupa oltre 150 donne spostate e miserabilissime
e ne potrebbe occupare molte altre ed è così che il Comitato di Roma con un
capitale di sole dugento lire a sua disposizione ha potuto in 5 mesi
distribuire duemila lire di lavoro. Le blouses, toilettes d'estate,
vestaglie, cappelli, ombrellini, fichus, cravatte, merletti, sedie,
ceste di vimini, hanno molto successo anche fra le signore italiane (fig.
12). I forestieri cercano i nostri tessuti, costumi, gingilli e maioliche
caratteristiche (fig. 13). I preti, le monache straniere, oggetti che possono
servire per il culto, arazzi, e pergamene miniate di soggetti sacri. Gli
ufficiali ed uomini politici, comprano da noi oggetti per strenne (fig. 14).
In grazia della Regina Madre che ci fornì un piccolo capitale speciale vi è
un reparto di bambole variatissime, e l'esposizione a Natale di gruppi di
esse in costumi storici o di carattere locali, attira un gran numero di
visitatori. Sua Maestà la Regina Elena che pensa, anche ora, al mondo dei
piccoli, si è interessata personalmente alla creazione di una bambola
speciale leggerissima, sterilizzata, economica, ad uso Ragdoll (bambola di pezza), specialmente prediletta da S.
A. la Principessa Mafalda, permettendoci di dargliene il nome.
La bambola Mafalda Essendo la
Società al momento di preparare oggetti per le strenne di Capodanno mi
raccomando al lettore di aiutarci a fare più liete queste feste per le povere
lavoratrici comprando dalla Società delle Industrie femminili italiane,
quanto ad esso occorre per questa ricorrenza, che gli auguro felicissima. Ottobre
1905 CORA DI
BRAZZÀ-SAVORGNAN, Presidente della S. A. C. Le Industrie Femminili Italiane. Questa
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