Poesie
"Le merlettaie" Ormai
molto tempo è passato dagli
ultimi freddi invernali. Fra
rapidi battiti d'ali nel
cielo, il gran caldo è arrivato. Offida silenziosamente si
chiude nel sole, che invade le
case, le piazze, le strade più
largo e più acceso, insistente. "Le
merlettaie" Ormai
molto tempo è passato dagli
ultimi freddi invernali. Fra
rapidi battiti d'ali nel
cielo, il gran caldo è arrivato. Così
nelle vie del paese a
nugoli le merlettaie ricercano
garrule e gaie lo
scampo di un'ombra cortese. Sui
lastrici scabri e vecchiotti pressati
da intonachi gialli dispongono
i trespoli pallidi e i
tomboli oblunghi e pienotti; poi
mettono mano ai fuselli ricolmi
di rete o cotone e
fanno una lavorazione di
filo e di antichi stornelli. Il
vicolo della Vittoria, e
via San Martino e rua Rata or
hanno in comune una storia: la
storia del bianco merletto che
a cerchi, a losanghe ed a strisce, s,inizia,
si snoda, e finisce nel
ritmo di un gioco perfetto; la
fiaba del punto Venezia e
del punto Rinascimento che
ormai si ripete da cento, da
cento e cent'anni e si screzia di
spighe, di frutti, di fiori, di
petali e draghi volanti, e di
angioli snelli, oscillanti fra
reti e flessuosi biancori. Da
lungi le verdi fontane trasmettono
un lieve frusciare: lo
soffoca il gran cicalare di
nubili e spose offidane. Intanto
una giostra leggera e
disseminata di stridi le
rondini fanno tra i nidi e il
cielo che annuncia la sera. Lunghe
ore si sono corrose, e
gomitoli e matassine, ma
ormai son fiorite le trine più
nitide e vaporose. Poi
cadono i tredici tocchi sonori
dell'Avemaria e
allora ogni Carla e Lucia dal
tombolo libera gli occhi. Allora
un po' stanche ma gaie, (le
gote un tantino più accese) da
tutte le vie del paese rincasano
le merlettaie. Vincenzo
Castelli Offida 28 maggio 1950 Hino do Rancho
da Praça (canzone portoghese) Rendilheiras que teceis As lindas rendas à mão Eu dou-vos se vós
quereis. Por almofada
o coração. Freiras de Santa Clara Lindas monjas feiticeiras, Há restos da vossa graça Na boca das rendilheiras .. Coro: Ó vem à janela Que a noite está bela Vem ver o luar, Linda rendilheira Deixa a travesseira, Vem-me ouvir
cantar. Traduzione a cura di Graziella Martinez (Argentina) Merlettaie che tessete Bei merletti fatti a mano io vi do se volete il cuore per cuscino. Suore di Santa Chiara, belle monache fattucchiere, c'è il resto
delle vostre grazie nella bocca delle merlettaie. Coro: Oh, vieni alla finestra che la notte è bella, vieni a vedere il luogo, bella merlettaia, lascia il cuscino, vieni a udirmi cantar. La dentelliére (
La veillée avec les voisins ) La
fillette était érmerveillée par la dextérité de
leur vieux doigts noueux qui faisaient danser
les fuseaux sur le métier parfois meme sans
le regardere. Comme par magie, une fine dentelle
d’un rare beauté s’allongeait derrière le
rouleau mobile hérissé d’aiguilles à tetes multicolores,
tenant le fil. Tu a bien réussi ton « point
d’esprit » Virginie la
Mélanie sera contente tu lui porteras tes
pointes, apprécia la mémé. -Oh,
pour ce qu’elle nous le paye, on se fatigue
bien pour pas grand chose !
Répondit Virginie
en haussant la voix car la grand-mère était
sourde comme une « padelle ». -
C’est sure, en travaillant toute la veillée et une bonne partie de la journée, on arrive tout juste à payer le sucre, le café de la maison et le tabac pour notre homme ! », constata un otre voisines. Au bout d’un moment, Marie a la rejoindre les autres enfants rassemblés autour du feu. La
merlettaia ( traduzione) ( La
veglia con le vicine ) La
ragazza era meravigliata dalla destrezza delle
loro veloci dita nodose che facevano danzare
i fuselli sul lavoro, qualche volta persino senza
guardarlo. Come per magia, un delicato merletto
d’una rara bellezza s’allungava dietro il rullo
mobile, irto di aghi con teste multicolori*, che
tenevano i fili. E’ ben
riuscito il tuo “ Punto spirito” Virginia, la
Melania sarà contenta quando le porterai i tuoi punti, persino da apprezzarli. -Oh per
questo lei ce li paga, uno si affatica
ben per una grande cosa! Rispose Virginia
aumentando la voce poiché la nonna era
sorda come una “padella”§. -Certamente,
lavorando tutta la veglia°e una buona
parte della giornata, si arriva tutta giusta a pagare
lo zucchero, il caffè della casa e il tabacco per il
nostro uomo!-constata un’altra vicina. Tutto ad un tratto, Maria ricongiunse le altre
ragazze che erano riunite attorno al fuoco. *spilli §
campana ° notte |
Filusfili C’è un
filo che ci unisce tutte e
intreccia le nostre storie: che sia
lavoro, creatività,
hobby o una sfida, o
semplice amore per il bello che
prende forma dalle nostre mani, nel
prezioso mondo del ricamo si
incontrano tutti i nostri fili, e
intessono la storia intima e operosa di una
femminilità senza tempo. (Antonio
Turco) “Una
farfalla di trina” di Ambrogina Sirtori (dedicata alle persone che lavorano il
merletto a tombolo) Tu che lavori al tombolo regalami una piccola farfalla capolavoro di trina fiorito dalle tue mani d’artista. La userò come spilla per una ciocca ribelle, mi parlerà del mio tempo fanciullo quando adornavo i capelli di candide farfalle. L’appoggerò la sera sopra il mio comodino. Nel dormiveglia notturno mi sembrerà di udire l’allegro scalpiccio dei fuselli, vedrò le tue mani agili danzare col filo e gli spilli nel gioco creativo. Regalami una farfalla di trina! La poserò sui capelli. Tornerà per incanto nel mio cuore la serena letizia dei miei giorni di bambina. (Diploma di merito al concorso
“L’Autodidatta 2000 – Milano”) http://www.clubautori.it/ambrogina.sirtori/fiori.di.parole |