“ Merletto, tecnica “Aemilia Ars ”
di Bianca Rosa Bellomo
L'Aemilia
Ars e' nata proprio a Bologna e all'inizio riguardava vario artigianato
artistico. I merletti sopravvissero per molti anni, erano ad un livello altissimo
da sfidare nella particolare bellezza ogni tipo di merletto ad ago, anche
quello veneziano. I punti che si usano sono pochi, noi
li chiamiamo: punto smerlo (il solito punto occhiello), punto chiaro
(qualcuno lo chiama anche punto venezia ma di punti
venezia ce ne sono tanti, questo e' semplicissimo),
punto cordoncino. Ci sono poi degli abbellimenti: i gruppetti, le canottiglie (il punto vapore).
C'e' poi anche un ricamo di complemento: il punto antico, il punto reale, il
punto riccio.
La vera bellezza sono i disegni e la consistenza. Si dice che un inserto, un
merletto Aemilia Ars, possa resistere a più di tre cambi di tela, nel senso
che la tela si consuma ma il merletto no.
Artisti di fama disegnarono per l'Aemilia Ars. Alcuni disegni sono ancora un
poco nascosti nei musei e nelle biblioteche ma sarebbe fantastico poterli
pubblicare. I vecchi libri base sono due, uno e' del Passarotti:
se ne conoscono due copie, una era a Bologna, a casa Malvezzi, ed ora - e non
ho ancora capito perché e' andata a finire al Museo Davanzati
di Firenze, l'altra è a Forlì e la scoprì proprio Elisa Ricci. La copia e'
più completa. Un altro libro e' di Bartolomeo Danieli.
Il libro del 1929 riporta praticamente tutti i motivi del Passarotti
tanto che venne detto all'incirca così: un libro di punti reso vivo e
fattivo.
In altri luoghi l'Aemilia Ars e' stata per così dire esportata. Le ragioni
storiche le devo ancora approfondire. Un caso eclatante e' quello di Casalmasselle nel sud dell'Italia.
Il libro, che farà la gioia di
tantissimi appassionati, riproduce fedelmente il rarissimo esemplare
stampato nel 1591. Molti di questi disegni ispirarono la produzione
del merletto Aemilia Ars. La pubblicazione è interamente in versione bilingue
italiano-inglese (con traduzione di Jeanine Robertson) ed è completata da un
inquadramento storico della curatrice Bianca Rosa Bellomo.
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