Sprung lace,  tessitura alla “ Krosienkas”, lavoro a maglia a telaio, lavoro a maglia a mano, roman textile

 

Sprang è una parola scandinava ed è un’antica tecnica di tessitura ad intreccio, è creato dalla torsione dei fili di ordito stesi su un telaio, non c’è filo di trama e tutto viene eseguito con le mani senza alcun ausilio. Esempi storici possono essere trovati da culture di tutto il mondo. Alcuni dei campioni più antichi che conosciamo si trovano in Nord Europa, Egitto, Asia centrale e Sud America, alcuni risalenti al 200 d.C. Con il passare del tempo, in Europa e in Asia, la tecnica è stata sostituita dal lavoro a maglia. Sebbene la popolarità dello sprang sia morta centinaia di anni fa, questa tecnica si usava ancora decine di anni fa in Sud America e in alcune parti dell'Europa orientale. In Europa quando alla fine del XIX secolo iniziò una rinascita dell'artigianato, i principali ritrovamenti archeologici hanno riportato questa tecnica agli occhi del pubblico, lo sprang ha trovato nuovi usi nella produzione di borse a rete, amache e fusciacche. Questa tecnica è stata usata nel Quebec in Canada dal finire del 1700 per realizzare cinture “fléchée”, la torsione dei fili è fitta e non lascia trasparenze, come fosse un tessuto, la tecnica è la stessa ma il risultato è ben lontano dagli intrecci egizi.

  

In un opuscolo allegato al “Merletto in Cecoslovacchia” edito da “Institut National des Fornitures” di Praga del 1930, troviamo un articolo che cerca di spiegare il procedimento di questo originale manufatto:

“Il tessere alla “Krosienkas”, è un lavoro molto interessante, è un merletto assolutamente uguale sia nel diritto che nel rovescio. Alla fine del lavoro, il merletto si arrotola da solo. Per stenderlo si attacca umido su una superficie piatta, lo si tende bene e lo si lascia asciugare. Sovente si stende bene anche con l’aiuto di un matterello su un’asse semplicemente ripassando tante volte. In Slovacchia questo tipo di lavorazione si è persa da molto tempo: era stata introdotta nei paesi della Boemia sotto il nome di “Tricotage au métier à la main” o “ tricotage francais au métier (a telaio)”. Attualmente la troviamo solo nei paesi di Boleslav. Il procedimento del lavoro è il seguente: si mette verticalmente un telaio di 1 o 1,5 metri di altezza e 30 cm. di larghezza; in alto e in basso del telaio si passa orizzontalmente un nastro dentro i fori delle bande laterali in modo che si possa rilasciare durante il corso del lavoro.

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Esecuzione del lavoro°

Si attorcigliano subito attorno a questi due nastri un filo di cotone o di lino (per le cuffie), oppure della lana rossa o blù (per le cinture). Questo filo attorcigliato forma dunque un ordito verticale tra due bande. La merlettaia seduta su uno sgabello, comincia il suo lavoro al centro dell’ordito. Intreccia e incrocia i fili delle due bande, semplicemente con le dita senza strumenti più piccoli. Una volta terminato unisce i fili con un bastoncino (di 4-6 cm. più lungo della larghezza dell’ordito) teso verso i due nastri e verso l’alto e il basso. Continua il suo lavoro divergendo verso il centro e in alto e in basso in una lavorazione esattamente simmetrica. La lavorazione di tessitura costituisce subito un bordo semplice senza disegni, per le cinture oppure un tipo di merletto con disegni, per le cuffie. La lavorazione fa accorciare l’ordito che rilascia poco a poco, i nastri che la trattiene. Il lavoro di tessitura, dai lati al centro, una volta terminato si taglia al centro per separare le due parti parallele, ottenendo così due fasce.

Per le cuffie si rifinisce la fascia tagliata con del nastro e per le cinture di lana si lasciano i fili sciolti e poi si annodano come trecce a formare delle frange. Nei dintorni di Roznov in Moravia e Krupina in Slovacchia si è lavorato così fino a tempi recenti: su cuffie bianche con semplici disegni geometrici.

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Oggi si lavorano ancora delle cinture blù di lana, nei dintorni di Krupina, delle cinture rosse a Trencin. Le donne si servono di queste cinture, come cinturino da attaccare alle gonnelle delle giovani ragazze danzatrici e ornare i danzatori; le cinture attaccate alle spalle dei giovani uomini abbelliscono il petto e la schiena e fluttuano gaiamente durante le danze. Queste cinture non cadono mai perché vengono annodate per le frange.”

 

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Borsette realizzate con questa tecnica°

Questa tecnica è stata usata nel Quebec in Canada dal finire del 1700 per realizzare cinture “fléchée”, la torsione dei fili è fitta e non lascia trasparenze come fosse un tessuto, la tecnica è la stessa sempre, un intreccio con le mani, ma il risultato è ben lontano dagli artistici intrecci egizi.

 

Reperti egiziani conservati al Victoria and Albert Museum di Londra

Le sepolture di molti siti in Egitto rivelano che lo sprang era popolare in particolare per i copricapi, come berretti, retine per capelli e scaldacollo. Una donna sposata in Egitto durante il periodo romano e bizantino doveva coprirsi la testa quando era fuori casa. I numerosi reperti mostrano che gli egiziani padroneggiavano la tecnica dello sprang e il suo ricco potenziale di creazione di modelli.

Frammento di lino, Hawara, Egitto, 200-500 d.C. © Victoria and Albert Museum, Londra

Questo piccolo frammento di lino è realizzato con la tecnica nota come sprang, ha una struttura traforata, è  molto probabile che fosse una retina per capelli. Donato dall'University College di Londra. Questo oggetto faceva parte di una cospicua donazione dell'University College nel 1976/1977, e molto probabilmente proviene dagli scavi di  William Matthew Flinders Petrie a Hawara nel 1888-1889.

Frammento di copricapo di lino, Hawara, Egitto, 240-390 d.C. © Victoria and Albert Museum, Londra

Reperto fatto nel 200-500 d.C.in lino © Victoria and Albert Museum, Londra

Frammento di retina con pannelli di lana blu scuro alternati a pannelli di lino non tinto; collegando i fili in sequenze diverse, cambia la dimensione e il motivo dei trafori della maglia. Tracce di lana rossa. Donoato da Egypt Exploration Fund. Questo frammento di copricapo fu rinvenuto a Ehnasya, (HeraKleopolis Magna) nel Basso Egitto durante gli scavi nel 1903-1904 da W. M. Flinders Petrie, spesso chiamato il padre dell'egittologia inglese. Quando Petrie, sponsorizzato dalla Egypt Exploration Fund, scavò a Ehnasya c'erano ancora grandi tumuli appartenenti al periodo romano, bizantino e islamico. Petrie ha scavato alcune delle case e le monete trovate in queste case sembrano offrire una guida approssimativa alle date degli oggetti. Le ultime di queste case risalgono al VII secolo d.C. (monete di Eraclio). Il luogo è conosciuto oggi come Ihnasiya Umm al-Kimam. I berretti in lino lavorati con questa tecnica venivano prodotti esclusivamente con motivi aperti, e talvolta abbinati a fili decorativi di lana colorata. Hanno goduto di una popolarità diffusa in Egitto, ma non sono ben conservati a causa della combinazione delle fibre.

             

Frammento eseguito nel 300-650 d. C. Presumibilmente a Faiyum, donato da H.M. Kennard. Questo frammento in lino faceva parte di una retina per capelli indossata da una donna in Egitto durante il primo millennio d.C. La stretta fascia in tessuto liscio sul bordo inferiore sarebbe stata indossata sulla fronte. La retina è stata realizzata con una tecnica chiamata sprang. Sprang è costituito da un insieme di fili di ordito tra una coppia di subbi e quindi viene generato un tessuto collegando i fili di ordito. Il materiale cresce verso l'interno da entrambe le estremità con metà superiore e inferiore simmetriche e conferisce un'elasticità naturale.

 

        

Frammento di Sprang, 330-540 d:C., Egitto, donato da Arthur Church, probabilmente trovata ad Akhmim

Questo berretto di lino è stato realizzato con la tecnica sprang, di forma affusolata e poi piegato a metà. La parte superiore del berretto è stata cucita saldamente per formare una coda o nappa, che probabilmente pendeva verso il basso nella parte posteriore della testa. I bordi laterali sono stati lavorati in lana rossa in intreccio basico a pannelli di lino non tinto in una struttura traforata. Le guarnizioni del bordo inferiore del berretto, che sarebbe stato indossato sulla fronte, sono qui realizzate in lana rossa, verde, gialla e bianca in un motivo geometrico.

Frammento di sprang in seta, Italia, Milano, 1575-1599

 

 

Sprang conservati al MET, New York

Frammento di balza realizzata in seta nera con la tecnica dello Sprang, Inghilterra, Londra, Finsbury. E’ indubbiamnete una balza preziosa con un importante intreccio, nei secoli i fili tinti di nero sono sopravvissuti a stento come tutti i tipi di merletti. Dono al museo da parte di George F. Lawrence nel 1928.

 

Berretto in lino, V-VIII secolo d.C.) Akhmim (ex Panopolis) in  Egitto è stato attribuito come luogo di ritrovamento, dono al Museo da parte George F. Baker nel 1890.

Questo cappello è stato realizzato utilizzando la tecnica "sprang", che crea una rete di punti che permette al cappello di espandersi per adattarsi alla testa. Il cappello può quindi essere stretto e chiuso in alto. Akhmim (ex Panopolis) era un importante sito di tessitura nell'Egitto bizantino. Sebbene si trovino frequentemente nei cimiteri, cappelli come questo esempio sono raramente raffigurati in modo riconoscibile e quindi il loro uso è poco conosciuto.

Berretto in lino, V-VIII secolo d.C.) Akhmim (ex Panopolis) in  Egitto è stato attribuito come luogo di ritrovamento, dono al Museo da parte George F. Baker nel 1890. Anche questo berretto  è eseguito con la stessa tecnica con l’aggiunta di un originale decoro ricamato con fili rosa e verde.

 

Berretto in lino, III-V secolo d.C. Akhmim (ex Panopolis) in  Egitto è stato attribuito come luogo di ritrovamento, dono al Museo da parte George F. Baker nel 1890.  Anche questo berretto  è eseguito con la stessa tecnica con l’aggiunta di un originale disegno inserito durante la lavorazione. Filato di lana blu con decoro arancione.

 

Sprang al Cooper Hewitt Museum, United States

  

Borsa o retina per capelli, lana, tecnica sprang, V secolo d.C, Cooper Hewitt Museum, United States

Il reperto è stato acquisito dal Museo nel 1971, Bequest of Marian Hague.

 

 

Sprang al Museo del Louvre, Parigi

I seguenti manufatti sono solo alcuni di molti altri reperti di proprietà del Louvre, non tutti sono in esposizione ma sono liberamente visitabili nel sito del Museo.

Copricapo realizzato con la tecnica dello sprang con filato di lana. Luogo del ritrovamento: tomba C 350, necropoli Antinoé, riva orientale Medio Egitto.

Copricapo realizzato con la tecnica dello sprang con filato di lana. Luogo del ritrovamento: tomba C 350, necropoli Antinoé, riva orientale Medio Egitto. La data della scoperta risale al  1905 da parte dell’archeologo Gayet Albert Jean Marie Philippe.

 

Copricapo in filato di lana

 

 

Princeton University Art Museum, Princeton, New Jork

Copricapo in filato di lana, tecnica sprang, V-VI secolo, Egitto, dono di Mr. and Mrs. Werner Nussberger

 

 

Un fatto di cronaca

 

 

Paesi Bassi, 12 maggio 1897. Vicino al villaggio olandese di Yde, due operai intenti a scavare la torba videro sorgere dalle acque putride della palude una mummia dai capelli rossi. Convinti di aver scoperto un demonio, i due fuggono via, terrorizzati di incorrere in una qualche maledizione per aver osato disturbare quella creatura. Tuttavia, nove giorni più tardi, i resti della misteriosa mummia furono rinvenuti dal sindaco della città, il quale provvide subito a raccoglierne i resti e spedirli alle autorità locali.

La mummia e la ricostruzione di come poteva essere il suo volto

 

La ragazza di Yde aveva al collo una sciarpa realizzata con la tecnica dello sprang. A dispetto del fatto che al momento del rinvenimento il cadavere fosse molto ben conservato, quando giunse al Drents Museum per delle analisi le sue condizioni erano irrimediabilmente peggiorate: le ossa erano state danneggiate e i denti erano caduti quasi tutti, così come i capelli. La perfetta conservazione della mummia venne dunque imputata alla presenza di acido tannico nell’acqua di palude, perciò non stupisce più di tanto quell’improvviso peggioramento dato dall’averla portata via dal liquido stagnante. Secondo le analisi effettuate, la misteriosa mummia era stata uccisa tra il 54 a.C. e il 128 d.C. e prima di diventare oggetto di chiacchiere e speculazioni fra gli abitanti di Yde, era stata una ragazza di circa 16 anni. A causa degli scavi effettuati dai due operai che l’hanno scoperto, il corpo della mummia è stato spaccato involontariamente in due, tanto che al giorno d’oggi soltanto la testa, il busto, la mano destra e i piedi sono gli unici resti rimasti.  Il suo volto mostra tristezza, come a voler esternare il dolore provato durante quella crudele fine che le è stata imposta. Probabilmente non si scoprirà mai il reale motivo della sua uccisione, ma l’aver trovato i resti del suo corpo e stare tentando, per quanto possibile, di ricostruire l’accaduto…Oggi i resti della ragazza dai capelli rossi sono esposti al Drents Museum ad Assen, nei Paesi Bassi. E nel luogo del rinvenimento della mummia sono presenti foto e resoconto della storia, per non dimenticare mai il sacrificio della Ragazza di Yde.

 

 

Carol James e la copia della fusciacca di George Washington

 

 

Carol James è una tessitrice e si è cimentata nell’intreccio dei fili a telaio realizzando la copia esatta di una famosa fascia che apparteneva al generale Edward Braddok, capo delle forze armate britanniche in Nord America. Il generale venne gravemente ferito nel 1755 in una spedizione e nonostante fosse stato tratto in salvo dall'ancora giovane George Washington, che prese parte alla spedizione, Braddock morì. Edward Braddok quando venne ferito, per trasportarlo con urgenza fuori dal campo lo stesero sulla fascia che indossava e quattro giorni dopo mentre giaceva morente la diede a George Washington. All’epoca le persone che avevano un ruolo importante nella società come il sindaco, il proprietario terriero e anche i generali militari, indossavano la fusciacca che veniva portata attorno alla vita, ma il capo in carica durante la battaglia la portava di traverso partendo dalla spalla. La copia di questa fusciacca è attualmente al George Mount Vermon di Washington, è eseguita con la tecnica dello sprang con sottili fili di seta, un materiale straordinariamente resistente che può reggere il peso di una persona quindi non ci possiamo stupire se poteva fungere da barella. Carol ha studiato meticolosamente la fusciacca originale, poi ha progettato lo schema su carta millimetrata riportando tutti i passaggi degli intrecci. Un lavoro lungo e certosino con un risultato straordinario.

 

 

 

 Lo sprang moderno

 

Ebbene dopo aver esplorato il lungo passato di questa lavorazione, arriviamo al presente, un presente che ci rivela una evoluzione geniale, moderna colorata e tridimensionale con risultati a dir poco sorprendenti.

 

 

 

     

 

 

 

Opere di Sylva Antony Celakova

“Predator”, Deanna Deeds, opera partecipante al concorso Complexity 2014

 

Pubblicazioni

 

 

 

 

Sprang: Thread Twisting, A Creative Textile Technique 1974

 

https://archive.org/details/techniquesofspra0000coll/mode/1up?_autoReadAloud=show&view=theater

 

 

The Technique of Sprang

 

 

 

 

 

  

 

The Family creative workshop, Steven R. Schepp, 1976

https://archive.org/details/familycreativewo17etal/page/2163/mode/1up

 

 

 

 

°“Onze kunst”, 1908

 

https://www.youtube.com/watch?v=WoFMeGNshcM    (Luglio 2023)

https://www.youtube.com/watch?v=TYeuEYb9gdU   (Luglio 2023)

https://archive.org/details/familycreativewo17etal/page/2163/mode/1up?view=theater   (Luglio 2023)

 

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