La
leggenda del merletto di Burano (Sc. Media “Galuppi”Burano)
Dipinto di
André Soulan C’era
una volta e c’è ancora adesso, un’isola serena in mezzo alla laguna di
Venezia. Un tempo, la gente viveva di pesca e le onde cantavano la
ninna-nanna ai più piccoli.I gabbiani raccontavano
storie di terre lontane ai più grandi, mentre il vento asciugava la
biancheria. Dalle calli si alzavano voci concitate, mentre i pesci argentei
brillavano fra le onde. Una notte come tante altre, i pescatori salirono sulle loro barche e presero il largo per gettare le loro reti, mentre le donne salutavano, come di consueto, dalla riva. I giorni passavano e gli uomini non tornavano, venne una tempesta ed esse si impensierirono. Dipinto
di André Soulan Per non perdere la speranza
si misero tutte insieme e con l’ago e con il filo, cominciarono a tessere una
rete come quella dei pescatori. Copiarono le conchiglie, i cavallucci marini,
le alghe, tutto ciò che si era impigliato nelle reti.Passarono
i giorni e i pescatori non tornavano, le donne sospiravano e piangevano e i
pizzi erano sempre più belli.Un bel giorno, mentre
preparavano la polenta, passò di lì un branco di delfini,presero tutti i
pizzi che erano appoggiati sulle sedie lungo il canale e se ne andaronoverso l’isola delle sirene, che avevano fatto
prigionieri i pescatori. Essi erano schiavi e dovevano sempre
cercare i più bei coralli per ornare i capelli delle sirene che
incontentabili volevano sempre nuove decorazioni. I delfini appoggiarono
sulle code delle sirene i bellissimi merletti e loro, estasiate da tanta
bellezza, non si accorsero che gli uomini fuggivano aiutati dai delfini. Da
quel giorno le donne buranelle continuano la
lavorazione del merletto, come omaggio ad un passato ormai remoto. |