“IL MERLETTO DI HINOJOSA DEL VALLE” DI MARIÑA REGUEIRO

 

Fazzoletto in merletto con tecnica di Hinojosa (foto courtesy Marina Reguerio)

 

           

Hinojosa del Valle è un piccolo paese della provincia di Badajoz situato nella zona di Tierra di Barros.        

I merletti si fanno in questo paese dal 1929, anno in cui Donna Concha Sanchez Arjona y Velasco, propietaria di una tenuta in questa località ma residente a Siviglia, decise di usare parte della sua fortuna per formare le giovani donne di questo paese. Fondò una scuola che chiamò “Sindicato cátolico femenino de La Milagrosa” nella quale si insegnavano materie di cultura generale, formazione religiosa ed anche l’arte del merletto perché potessero così guadagnarsi da vivere senza dover abbandonare il loro paese.          

Donna Concha aveva imparato il merletto con Donna Cándida Garcia Irajudo, una maestra merlettaia di Almagro che viveva in San Juan de Aznalfalache (Siviglia) e che insegnava nelle case dell’ aristocrazia e della borghesia sivigliane.          

L’allieva di Hinojosa più brava, a giudizio della maestra del paese, fu presentata a Donna Concha ed imparó i primi passi del merletto da Donna Concha e sua madre. In seguito andò a Siviglia per imparare con Donna Cándida tutti i particolari di un merletto che lei stessa aveva creato. Tutti i campioni che si portarono a Hinojosa erano originali di Cándida.           

Questa allieva, Donna Carmen Pizarro, morta recentemente, si incaricò di insegnare al resto delle ragazze del paese. I pizzi erano venduti a Siviglia, ai familiari ed amiche di Donna Concha, a Madrid nel negozio “Reina Elisenda”, a Barcellona nella “Casa Salvá” ed anche nella città di Bilbao.          

Il laboratorio funzionò fino al 1957  e la formazione si estese ad altri paesi vicini come Almendralejo, Hornachos, Puebla de Prior e Ribera del Fresno. Questo merletto venne chiamato “Merletto extremeño de Hinojosa del Valle”

Dal 1937 il merletto si faceva nelle case ed il suo commercio decadde lentamente fino agli anni 60, in cui i negozi che lo vendevano cominciarono a chiudere. Molte merlettaie  emigrarono alle Isole Baleari, Paesi Baschi, Catalogna, Madrid... il merletto non ha più spazio nel mondo del nylon e del tergal.  In un ultimo sforzo per vendere i disegni accumulati, si organizzò una grande esposizione di lavori nell`Hotel Hilton di Madrid nel 1970. Non si riuscì a vendere niente.

In tempi più recenti, grazie all’Associazione di Merlettaie di Hinojosa, questa teccnica è molto apprezzata perché unica nel suo genere, una tecnica che richiede abilità sia nell’esecuzione e anche nel disegno. L’associazione ha partecipato all`Esposizione Universale di Siviglia, nel 1992 e realizza merletti personalizzati per privati. C’è anche l’“Associazione di Puntaires” di La Garriga (Barcellona) che ricevette l`insegnamento dalle Sorelle Cuevas, originarie di Hornachos, che pubblica un bollettino con i motivi di Hinojosa. I merletti di Hinojosa hanno ricevuto riconoscimenti anche in altre regioni, come quello concesso ad Antonia Ferrera residente a Mallorca, questo significa che il pubblico apprezza il bello indipendentemente dalla sua provenienza.  

Nonostante tutto ciò, la Associazione di Merlettaie di Hinojosa si lamenta di non vendere il necessario perché le nuove generazioni si sentano motivate a continuare questa professione, per questo se desideri appoggiare la continuità di questa tradizione e desideri avere un elemento di questo tipo di pizzo, puoi metterti in contatto con la Presidentessa della Associazione di Merlettaie di Hinojosa, Donna Ana Peñasco, al numero di telefono 924-53 76 63 o al 669-73 68 26.

Le “merlettaie” di Hinojosa, che é come si chiamano quelle che fanno il merletto destinato alla vendita, mi domandarono recentemente, com’era possibile fare il merletto con tanti fili appesi in verticale a quei cuscini (tecnica torchon) come quelle che portano le “acebanas” (riferendosi al Pizzo di Acebo, Cáceres) visto che loro solo sanno fare il “merletto con allacciature” in un chiaro riferimento all`uso dell’ uncinetto nei loro lavori.

 Lunga vita alle merlettaie di Hinojosa!!

 

CARATTERISTICHE TECNICHE

 

Esecuzione di un sampler e antichi disegni su tela verde

 

Il merletto di Hinojosa é un merletto a nastrino. Nel “Il pizzo in Spagna” di Carmen Baroja de Caro leggiamo che “... questo tipo di merletti che consistono in un nastro che progredisce su sé stesso in modo serpeggiante si documenta per la prima volta in Italia nel 1493, in un inventario delle sorelle Ippolita e Angela Sforza-Visconti di Milano, dove venne scritto quello che segue:” Binda una lavorata a ponto de doi fuxi per un lenzuolo”. Questa é la ragione per la quale vengono chiamati merletti di dodici fuselli o numerici, essendo questo il numero di fili che generalmente si impiegano per fare il nastro” (p. 117)

 

Si riconosce dal movimento ondulato di nastri decorati con punti artistici che si uniscono fra di loro tramite l`uncinetto. La decorazione dei nastri si combina per alternare la densità con la trasparenza creando così un contrastato effetto chiaro-scuro.

 

A differenza del pizzo di Milano che evolve attraverso i secoli con i nastrini che si separano e poi si aggiungono fondi negli spazi seguendo i dettami della moda, il Merletto di Hinojosa non ha punti di fondo, perché i nastrini sono uniti fra di loro senza lasciare nessuno spazio che permetta del movimento, dando al lavoro il suo caratteristico aspetto denso e massiccio.

 

Il lavoro si esegue tutto unito  deambulando per le “strade” del tracciato sinuoso del campioncino, anche se a volte dovuto al disegno del pezzo completo é necessario ricorrere al lavoro in varie parti. Il numero di fuselli é solito essere di sei paia, dovendo aggiungere o togliere, a seconda se il punto decorativo ha una o due guide.

 

Tutti i nastrini hanno un paio di bordini o margine, e lo spillo si colloca fuori dei bordi. La larghezza dei nastrini varia da mezzo centimetro a un centimetro.

 

Ogni punto decorativo ha un simbolo diverso che viene disegnato sul nastrino per far sapere alla merlettaia dove fare ogni decorazione.

 

 

STRUMENTI NECESSARI PER LA REALIZZAZIONE DEL MERLETTO

 

 

Per la confezione si usa ad Hinojosa un cuscino cilindrico simile alla almofada portoghese o al tombolo italiano che deve essere messo  sulle gambe  ed appoggiato contro il tavolo o su un cestino o cassetto, però si può usare anche un cuscino rotondo e piatto appoggiandolo su di un telaio di legno.

 

I fuselli saranno fini e ben torniti in modo che il filo non sfreghi con l’uso continuato.

 

Gli spilli fini e corti per poterli introdurre fino al bordo del lavoro.

 

Il bozzetto si puó fare nella maniera tradizionale o  contemporanea. Per farlo alla maniera tradizionale secondo i dettami di Candida ai suoi alunni, si deve tingere un cartoncino bianco e duro con anilina verde, martellare o punzonare il bordo del bozzetto e si disegnerà il bordo del nastro con tinta di china. Si preparerà una pasta appiccicosa (acqua farina e riscaldare) per far aderire una tela di cotone alla parte posteriore del cartoncino. Quando il cartoncino sarà secco si dovrà preparare la colla arabiga morbida e filosa. Si dovrà stendere sul disegno fino a che sia secca per poi dare una seconda mano per far indurire la superficie.

 

Il modo contemporaneo, consiste nel disegnare la bozza su di un foglio e coprirlo con una pellicola adesiva colorata non lucida. Collocare il tutto su un cartoncino e fissarlo sul cuscino.

 

Anche se all’inizio si usava filo di cotone molto fine, attualmente ad Hinojosa si utilizza filo di cotone ANCHOR del nº 50 per cucire a macchina, MERCÉ CROCHET nº 100 TRIDALIA nº 50 e altre marche nazionali.

 

Nel  Museo Pedagogico tessile dell’Università Complutense di Madrid si trovano sei merletti di Hinojosa fatti  negli anni 30, si può vedere come si usava un filo di cotone molto più fine di quello usato attualmente.

 

 

 

Ringraziamenti

Si ringrazia Marina Regueiro per questa ricerca sul merletto di Hinojosa, del quale lei è studiosa e ricercatrice, inoltre si ringrazia Sabrina per averla tradotta in italiano e Maria Jesus per averla inviata ed essersi interessata della sua pubblicazione.

 

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