"Austria Spitze" Merletto
ad ago “Punto avorio”, scuola imperiale del merletto di Vienna, fine 1800 Sapere quando il
merletto venne introdotto in Austria è una impresa ardua, si sa però che in
Istria e precisamente ad Idrja, il merletto venne
introdotto dalle mogli degli esperti minerari arrivati in quel paese
dall'Austria e Germania, per lavorare nella miniera di Mercurio.
Nell'Archivio della Camera di corte di Vienna si trova un documento
del 1696 (dato certo) il quale attesta la presenza del
merletto ad Idrja, quindi si ha la certezza
che esistesse in Austria prima di quella data. Si sa anche che nel XV
secolo nei territori dell’Impero austro-ungarico le donne producevano dei
merletti ad ago e a fuselli per i loro costumi. Nel Nel 1879 nella
capitale si riaprì un'altra nuova scuola centrale del merletto, riunendo così
tutte le vecchie scuole. Questa nuova scuola si occupò della diffusione del
merletto di Rudohori (monti metalliferi). A testimonianza di
questo la storica Amelia Sarah Levetus nel 1905
scrisse in un suo articolo: ” Le
contadine furono portate dai Monti Metalliferi austriaci per insegnare la
loro arte agli studenti. Le cose ora sono diverse, perché gli insegnanti
vengono formati nella scuola di Vienna, e inviati ad insegnare nelle scuole
sorelle nei domini austriaci. I progetti vengono realizzati nell'atelier
appositamente allestito nel Museo Austriaco, dove il preside è il professor Hrdliscka. I modelli vengono poi elaborati nelle scuole
centrali per verificarne la fattibilità, e per i merletti moderni vengono
inventati soprattutto nuovi punti, che vengono poi insegnati nelle scuole
distaccate. Il valore della collezione di modelli di pizzo del Museo
Austriaco non può essere sopravvalutato nella produzione di nuovi. La
collezione fu iniziata dal predecessore di Hofrath
von Scala, il professor Storck, ed è stata
continuata con le aggiunte speciali di Hofrath con
modelli di pizzo irlandese, poiché quest'arte viene ora insegnata nelle
scuole austriache. In questo modo è stato messo nelle mani dei contadini un
nuovo mezzo di guadagno, ma il lavoro è faticoso e arduo, e come ci vuole
molto tempo per fare poco, così si può guadagnare solo una piccola somma; ma
per fortuna in campagna i bisogni sono molto minori che in città, e le donne
sono molto contente di avere un lavoro, perché o questo o niente.” Anche
l'arciduchessa Maria Teresa, cognata dell'imperatore, aveva la passione per il merletto e le merlettaie,
era presidente della Società austriaca per la promozione della lavorazione
del merletto.
Collo eseguito
dalla Scuola del merletto di Vienna nel 1880, su disegno di Josef Storck. La tecnica ad ago ricalca la tecnica veneziana
del rilievo. Victoria & Albert Museum, Sala nr. 40
Cravatta attribuita alla Suola merletti di
Vienna, merletto ad ago del tardo XIX secolo, filato di lino, donato al Museo
da Mrs. George Nicholsnel 1938, dalla collezione di
sua madre, Mrs. J.P. Morgan (1868-1925), Metropolitan Museum of art, New York
Particolari
ingranditi della sovrapposizione di alcuni elementi Il merletto ad ago
veneziano a punto in rilievo divenne popolare alla metà del XVII secolo, era
caratterizzato da motivi di forte impatto visivo che combinavano delicati
punti di riempimento e soggetti floreali molto imbottiti. Nell'Austria della
fine del XIX secolo, sotto il patrocinio dell'imperatrice Elisabetta, furono
istituite numerose scuole di merletto. Uno di questi, il K. K. Zentral-Spitzenkurs, o Scuola Centrale dei Merletti di
Vienna, divenne nota per le sue copie di “gros point”
veneziano che con la sovrapposizione di elementi parzialmente staccati fu
un'innovazione che aumentava l'effetto tridimensionale. Questo bordo contiene
elementi nello stile di Josef Storck, capo designer
dello Zentral-Spitzenkurs. Alcuni
merletti prodotti nella Scuola imperiale reale del merletto di Vienna, primi
‘900:
Particolare
del collo che evidenzia la perfezione dei piccoli fiori, un’esecuzione
magistrale.
Colli presentati all’Esposizione Universale
di Parigi nel 1900, i merletti di Vienna vinsero il gran premio, vinto grazie alla qualità
dell'esecuzione, ma soprattutto alla novità delle composizioni che traevano
ispirazione dalla natura. Il professor Alfred Hrdlicka
è stato il promotore di questo rinnovamento estetico. Collo
con l’uva e le foglie di vite Copritavolo
disegnato dalla signora Hrdlicka
Wiener Werkstätte Merletto
a fuselli realizzato dagli artisti, Fritzi Low,
Josef Hoffman e Dagobert Peche
per la Scuola Wiener Werkstätte
nel 1920 In Austria, nel
corso degli anni Venti, molti furono gli artisti che disegnarono i motivi per
i cartoni che servivano a eseguire ricercati merletti a tombolo, fabbricati
dalla Wiener Werkstätte
(Scuola per l'arte e l'Artigianato), il famoso atelier di Vienna,
nato il 2 maggio del 1903, come sogno imprenditoriale di architetti e
designer. In questo laboratorio si progettava e si produceva di
tutto: cestini di fiori, giocattoli, sedie e merletti, cartoline e
francobolli, modelli d’arte e di qualità usati come prototipi per la
produzione in serie destinata al grande pubblico. Si progettavano
persino mobili, giardini, palazzi e la scuola impose il suo stile in
tutto il mondo. Questa scuola da sogno durò trent’ anni ed ebbe tra i suoi
artisti, grandi personaggi come Klimt e Dagobert Peche. Il marchio della scuola era una rosa con una
foglia ed un bocciolo.
Merletti
realizzati dalla Wiener Werkstätte
su disegni di Dagobert Peche
I
primi due merletti fanno parte di una serie di quattro merletti a fuselli di
lino disegnati da Anny Schröder nel 1922, (austriaca,
1898–1972), realizzati da Wiener Werkstätte e acquistati dal museo dal General
Acquisitions Endowment Fund, nel 2018, Smithsonian
Design Museum, New York Kimberly Randall responsabile delle collezioni per il reparto tessile
del Museo Cooper Hewitt ha aggiunto altre notizie su Wiener
Werkstätte. Questo
gruppo di centrini e inserti in pizzo fu prodotto nel 1922 dalla Wiener Werkstätte sotto la
direzione di Dagobert Peche
(austriaco, 1887–1923). Tutti e quattro sono fatti a mano, ma sono stati
prodotti in multipli poiché sia i centrini rotondi che
l'inserto quadrato con una figura maschile sono notevolmente simili a quelli
trovati nella collezione del MAK di Vienna. Anche se multipli, ciascuno è il
risultato di un buon design realizzato dalle mani di abili artigiani.
Venivano realizzati e spesso acquistati in set abbinati e coordinati e i
disegni potevano essere riutilizzati nel tempo. Come organizzazione di
designer e artigiani, la Wiener Werkstätte
ha modellato la propria produzione sull'ideale di Arts
and Crafts: raggiungere l'obiettivo di rendere
disponibili al pubblico beni ben progettati di artigianato superiore. Il
dipartimento tessile della Wiener Werkstätte iniziò a produrre pizzi dopo il 1911. I loro
primi modelli di pizzo erano fini e delicati e prevalentemente con disegni
rettilinei astratti, punteggiati da
motivi floreali isolati. Sotto Dagobert Peche, i disegni dei merletti o si spostarono a favore di
una grande maglia aperta realizzata con filati più spessi. I disegni
divennero più figurativi, favorendo uno stile barocco austriaco che
raffigurava uomini e donne vestiti alla moda in una varietà di pose
espressive, nonché figure mitiche e simboliche come cervi, pavoni e
cherubini. Sotto Peche le stiliste divennero più
importanti e con questa acquisizione furono aggiunti alla collezione due
pezzi di pizzo di Anny Schröder-Ehrenfels.
Merletti
attribuiti a Wiener Werkstätte,
alcuni di questi si trovano nella Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne
(Australia), lascito di Samuel E. Wills nel 1976*
Merletti
a fuselli, disegnati da Mathilde Flögl Dagobert Peche Dagobert Peche è stato un grande
disegnatore e decoratore, i suoi gioielli in oro, non a caso assomigliavano
ai merletti. Soprattutto nel suo periodo zurighese, cioè tra il 1917 e il
1919, realizzò numerosi disegni di inserti e bordi di pizzo a fuselli, lavori
di tulle con fili tirati e ricami di tulle che venivano prodotti in Boemia o
a Vienna dalle donne che lavoravano in casa. Questi furono venduti nella
filiale svizzera della Wiener Werkstatte
e, a partire dal 1918, anche nel suo negozio di tessuti a Vienna in Karntnerstrasse 32. Al terzo piano del negozio viennese
c'era una sala speciale per la vendita di pizzi, nastri e vari articoli
realizzati con tessuti della Wiener Werkstatte. Un uso intelligente dei suoi motivi di pizzo
è la carta da parati di Peche “Der
Spitz” del 1921-22, in cui vari motivi di alberi e
piante, creati principalmente per la lavorazione del tulle, sono sparsi in
modo casuale per creare un motivo grafico. L’'uso ripetuto di motivi
ricorrenti da parte di Peche è visibile in tutta la
sua opera. Nel suo repertorio spiccano forme vegetali specifiche e
tipicamente stilizzate, come le foglie a forma di lancetta (“Daphne”) e quelle triangolari (“Grosse Blatter”), che
ripeteva all'infinito su tutti i tipi di oggetti artigianali. Altri motivi
preferiti erano le teste classiche di profilo e le teste di Giano o i torsi
femminili; questi si trovano sui manifesti, nei disegni di ricamo e nei
pannelli di pizzo a fuselli. Un ultimo esempio è il motivo di un fascio di
foglie combinato con linee di larghezza decrescente. Appare nelle decorazioni
dipinte dell'interno del negozio di Zurigo, sui nastri di perline e sui
tessuti (“Merkur “Diomedes”).
l'Istituto di Arti di Minneapolis conserva due merletti eseguiti dalla Wiener Werkstatte sui disegni
di Peche. Merletti su
disegni di Dagobert Peche Merletto a fuselli, intarsio per tovaglie o tendaggi,
1919 Merletti su disegni di Dagobert
Peche, 1919
Merletto
a fuselli, 1920 Maria
Teresa d'Asburgo Nel castello di Shoembrunn, a Vienna, c'è un grande dipinto di Maria
Teresa D'Asburgo, ritratta con un lungo abito realizzato
interamente a tombolo, dono della cittadina di Mecheln
e realizzata dalle merlettaie del Brabant (Belgio).
L'artista che ha realizzato il dipinto è Martin Van Meytens
(pittore di corte) nell'anno1755, circa. Tale ritratto si trova nella
"sala delle cerimonie"(Zeremoniensaal),
ed è il più celebre che la rappresenta come "Prima donna
d'Europa". L'imperatrice amava moltissimo i merletti, i suoi
abiti erano sempre arricchiti da preziosi manufatti. Particolare
dell’abito “Austria Spitze”
di Leopoldine Winkler è
un libro con disegni e spiegazioni sulla tecnica austriaca, una lavorazione a
fili continui con tre paia di fuselli, molto semplice ma di grande effetto. Curiosità:
Gradi Militari Austriaci I gradi militari dei tre rami dell’esercito
erano uguali: ü I generali portavano 3 stellette sopra ad un merletto
dorato di ü L’ufficiale senior portava un merletto in oro o argento
su panno del colore del reggimento, le stellette erano in contrasto con il
fondo del merletto. ü Il senior portava il merletto sul colletto in seta
gialla. ü In Bavaria, nel 1806, le
uniformi dei generali di cavalleria adottavano dei merletti ai
polsini delle camicie. Blog di Teresa, agosto 2004 Mi ricorderò sempre
dell’esame di Chimica-Fisica 2: non è facile parlare dei meravigliosi merletti
che sua moglie ha acquistato a Salisburgo, caro Professore, della Trieste
austriaca e di qualche aneddoto risalente al periodo imperiale per poi
passare in tutta naturalezza alle equazioni di Schroedinger,
senza riuscire a ricordare quando abbiamo finito di parlare dell’Austria, dei
merletti e dell’impero e quando ho cominciato a scrivere sulla lavagna il
simbolo dell’hamiltoniano. Non è possibile…eppure è andata proprio così. E’un prodigio, un
miracolo che pochissimi docenti sanno fare. Farmi confondere l’Austria con la
Chimica Quantistica, caro Professore, è stato un evento che ho vissuto
nell’incoscienza, impegnata com’ero a discorrere con lei dopo che la
terribile tensione dell’esame era fugata, elegantemente soppiantata dai
merletti di Salisburgo. Giuro che non ricordo il momento in cui ho cominciato
a scrivere quell’hamiltoniano di spin. Forse un giorno dai detriti della memoria emergerà
qualche particolare che mi farà sovvenire come il passaggio è avvenuto. Oggi
proprio non lo so dire. Poi con la stessa naturalezza discorremmo per un’ora
di raggi X, dell’interazione radiazione materia, delle transizioni
elettroniche all’origine del laser. La lavagna si riempì di equazioni e l’ora
volò via a cavallo di un merletto di Salisburgo. Caro professore, mi
scusi se mi fermo qui: lei meriterebbe qualcosa in più di queste poche righe… Museo
delle arti applicate (Vienna) In questo museo, tra cristalli porcellane,
tappeti e altri antichi oggetti si trova una ricca collezione di merletti. Bibliografia Alfredo Melani, L'arte nell'industria, 1907 Dreger Moriz, “Entwicklungsgeschichte
der Spitze” : mit Besonderer Rücksicht auf die Spitzen-Sammlung des K.K. Österreichischen
Museums für Kunst und Industrie in Wien,
1910 Appleton's Encyclopedia “L'École de Dentelles de Vienne” [The Lace School at Vienna], Verneuil M.
P., Vol. 14 (May 1903) “Dagobert Peche and the Wiener Werkstätte”, 2002 Schweiger Werner J., “Wiener Werkstätte : design in
Vienna”, 1984 Kallir Jane “ Viennese design and the Wiener
Werkstätte”,
1986 A. S. Levetus, Imperial Vienna: An
account of its history, traditions and arts, 1905 “The Studio: An Illustrated Magazine of Fine
and Applied Art,
1903: Vol 27 Sitografia https://archive.org/details/gri_33125015152909/mode/2up https://archive.org/details/spitzenundihrech00juri/page/n7/mode/1up https://archive.org/details/imperialviennaac0000asle/page/n9/mode/2up https://archive.org/details/wienerwerksttted0000schw/ https://archive.org/details/kunstundkunsthan92scal/page/384/mode/2up https://archive.org/details/illustriertegesc02lehn/mode/ Ringraziamenti Si ringrazia la Dr.ssa Elfriede Ivy per la
collaborazione data, nel poter pubblicare il dipinto di Maria Teresa
d'Asburgo http://www.schoenbrunn.at/ita/schloss/main.html e Teresa per il suo blog. *Questo documento digitale è stato reso disponibile su NGV Collection Online grazie al generoso
supporto del Professor AGL Shaw AO Bequest I testi sono
dell’autrice del sito frutto di una scrupolosa ricerca. E’ vietata qualsiasi
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