“ Il Bisso, la seta del mare”

 

Il filato di bisso é ormai introvabile. Viene prodotto da molluschi bivalvi ( Pinna nobilis o Nacchera) che secernono una bava per poter aderire alle rocce circostanti. La fibra prodotta può arrivare sino ad una lunghezza di 20 cm circa ed ha un colore bruno-verdognolo. Nell'antichità era considerato molto prezioso e veniva usato per confezionare abiti reali. I tessuti che si trovano in commercio con il nome di bisso sono tessuti di lino, cotone o canapa che hanno la lavorazione rada e sottile tipica del bisso.

La conchiglia della Nacchera può superare gli 80 cm: per questo, per il collezionismo o la decorazione è stata ed è, una specie oggetto di pesca essenzialmente da parte di subacquei con gravi conseguenze sui popolamenti in moltissime zone costiere; in alcune regioni mediterranee il bisso viene lavorato con una cura quasi religiosa come in Sardegna (Sant’Antioco) e in Puglia (Taranto).

 

Pinna Nobilis

 

parco geomarino cagliari

 

La Pinna Nobilis è una specie protetta e per questo riportata in uno degli allegati del Protocollo ASPIM (Convenzione di Barcellona, 1995) per la protezione del Mar Mediterraneo. E’ il bivalve più grande e può raggiungere l’altezza di quasi un metro. Il pericolo di estinzione della specie è legato alla raccolta incontrollata ad opera dei subacquei a scopo decorativo; con le valve, infatti, vengono realizzati dei lumi. Vive su fondali sabbiosi a ridosso di praterie di Posidonia oceanica.
Nell’agosto 1999 è nata l
Area Marina Protetta di Capo Carbonara: trentadue chilometri di costa, con il suo tratto di mare, compresi tra Capo Boi, l’isola dei Cavoli e l’isola di Serpentara..
Grazie all’istituzione di quest’area, la fauna marina si è potuta salvaguardare e mantenere straordinariamente varia. La presenza di praterie di Posidonia oceanica è indicativa dello stato di buona salute di tutta la zona. Qui viene protetta la Pinna nobilis (nàcchera), un mollusco dei bivalvi, commestibile.

 

Mostra

 

“ Il bisso marino – Fili d’oro dal fondo del mare “

19 marzo – 27 giugno 2004

Il Museo di Storia Naturale e il Museo delle Culture di Basilea

 

Il Museo di Storia Naturale e il Museo delle Culture espongono assieme nella prima mostra del suo genere una ventina di rarità tessili del prezioso bisso marino. Il punto focale della mostra è la sala del tesoro con gli oggetti pregiati e la loro storia culturale dall’antichità fino all’era fascista in Italia. Nella parte di storia naturale viene mostrata l’origine del tessuto tanto apprezzato: la pinna nobilis del Mar Mediterraneo. Strumenti originali, documentazioni e materiale visivo di tre secoli completano la mostra e illustrano il laborioso artigianato dall’estrazione alla lavorazione del bisso marino. Ai giorni d’oggi questo patrimonio culturale dell’Italia meridionale è andato quasi perso. Ma non del tutto, come dimostrano le attuali iniziative.

Il bisso marino è un costoso materiale tessile, dai riflessi dorati e scintillanti di cui quasi nessuno è a conoscenza. Sin dall’antichità questo materiale veniva lavorato per realizzare tessuti pregiati molto apprezzati dalla nobiltà secolare ed ecclesiastica. Non fu dunque un invenzione di Jules Verne quando fece vestire di bisso i suoi eroi nel famoso racconto 20'000 leghe sotto i mari. Solo pochi oggetti di bisso, come guanti, cappucci, cravatte e scialli sono sopravvissuti all’effetto devastante del tempo, il più antico porta la data del XIV secolo. La seta di bisso è un prodotto della nacchera, o Pinna nobilis, la più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo che può raggiungere la lunghezza di un metro. I suoi filamenti, chiamati bisso, servono alla Pinna nobilis ad ancorarsi alle rocce del fondo marino e venivano usati come materiale grezzo da cui trarre la seta di bisso. La produzione della seta era laboriosa e richiedeva molte tappe di lavoro, dalla raccolta e l’estrazione alla pulitura e alla pettinatura fino al filamento a mano, la tessitura e la lavorazione a maglia. La pinna nobilis è una specie protetta ai giorni d’oggi. Eppure le conoscenze di questa tradizione artigianale non sono ancora del tutto scomparse e l’interesse rinato per il bisso marino, questo patrimonio culturale dell’Italia del Sud, è andato perfino aumentando negli ultimi anni.

Un catalogo tedesco-italiano accompagnerà la mostra bilingue.

 

Museo nazionale di storia naturale

dipartimento antropologia

http://www.nmnh.si.edu/anthro/conservation/whatsnew_acl_2004-03.htm

 

La Seta dal mare: Un Guanto di fibra del mitilo

Un guanto insolito lavorato a maglia fatto di bisso è stato portato al laboratorio di conservazione di antropologia, per un restauro, dalla divisione del Museo dei molluschi. Il guanto scuro, originario di Taranto, è ruvido al tatto. Era stato posto in una scatola trasparente e avvolto con l’ovatta. Chiudendo il coperchio il guanto era rimasto schiacciato e si era formata una piega, quasi da potersi rompere, quindi si è pensato di poterlo riempire all’interno in modo da lasciarlo sollevato. Il guanto è stato trattato all’umidità, quindi si è riusciti a staccare le parti interne e a riempirlo con della speciale gomma piuma. Per ogni dito è stata inserita una piccola parte di gommapiuma da poterla eventualmente cambiare nel tempo, poi è stato appoggiato su un cuscino rivestito di mussola di cotone e messo in una scatola chiusa e trasparente.

C’è da chiedersi quanta arte e maestria ci sarà voluta per filare il bisso che poi è stato lavorato a maglia!

Allo studio un mollusco geneticamente modificato per produrre il bisso

Articolo del 1 luglio 2004

http://newton.corriere.it/index.shtml

Si tratta di un organismo in grado di produrre un filato di grande valore e ormai introvabile che è noto anche con l'appellativo di “seta del mare”

Gli antichi preziosi tessuti di bisso (un filato prodotto da particolari conchiglie), che per la loro rarità erano un tempo destinati solo a re, papi e zar, potrebbero ritornare ad essere prodotti anche per il largo consumo. Secondo uno studio recentemente pubblicato dal bollettino interno all'Università di Atene, uno staff di ricercatori greci starebbe bioingegnerizzando una comune mollusco bivalve, la Pseudochama gryphina, per incrementarne due sue caratteristiche naturali: l'innata capacità di filtratura delle acque marine e la già considerevole produzione di bisso, un filato di gran valore ormai introvabile.

Quest'ultima applicazione è il vero scopo dello studio, giacché l'abbondanza della rara sostanza ne aumenta considerevolmente il valore economico. Secondo Dimitris Mpoyrantas, coordinatore della ricerca, rivalutare l'antichissima tradizione ellenica della filatura del bisso dei molluschi rappresenta un recupero culturale estremamente importante per la Grecia moderna, senza dimenticare che intere colonie di questi bivalvi Gm possono riqualificare in breve vaste zone costiere fortemente inquinate dai batteri provenienti dalle reti fognarie delle città'.

La pseudochama gryphina (classificata da Lamarck nel 1819) è un mollusco bivalve abbastanza comune nel Mediterraneo (ne esistono cinque specie) e che vive nelle zone del litorale in comunità attaccate con la valva destra alle rocce o tra loro. La loro forma è rotonda e irregolare, con la valva superiore ricoperta da lamelle larghe e squamose. L'apice, a volte, rassomiglia ad una cornucopia. Il colore è bruno-rossastro, il diametro medio di circa 35 millimetri.

Il filato di bisso é ormai introvabile. Viene prodotto da molluschi bivalvi che secernono una bava per poter aderire alle rocce circostanti. La fibra prodotta puo’ arrivare sino ad una lunghezza di 20 cm circa ed ha un colore bruno-verdognolo. Nell'antichitá era considerato molto prezioso e veniva usato per confezionare abiti reali. I tessuti che si trovano in commercio con il nome di bisso sono tessuti di cotone o canapa che hanno la lavorazione rada e sottile tipica del bisso.

Il bisso nella letteratura

 

Nel 1602  Giambattista Marini scrisse nel suo poema dedicato a Maddalena di Tiziano:

 

sonetto 35   ……..

rozza e lacerata spoglia

        il bisso prezioso e l'ostro eletto

 

 

 

Jules Verne nel suo "20.000 leghe sotto i mari" del 1870, scrisse : "Indossai alla svelta i miei abiti di bisso … Gli feci sapere che erano intessuti di quei filamenti lucidi e serici che fissano alle rocce le nacchere, specie di conchiglie frequenti intorno al Mediterraneo. Una volta, se ne facevano belle stoffe, calze, guanti, essendo questi filamenti nel tempo stesso morbidi e calorosi."

 

 

Il Foscolo scrisse nel 1802 un’ode intitolata “ Le grazie” e anche lui fa una citazione sul bisso: “vaga mortale, e siede all'ara e il bisso………….Liberale acconsente ogni contorno.Di
sue forme eleganti e fra il candore. Delle dita s'avvivano le rose, ...
   contorni delle tue forme rese evidenti dalla stoffa (bisso) aderente e ...

 

 

 

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