“ Il
Bisso, la seta del mare” Il filato di bisso é ormai introvabile. Viene prodotto
da molluschi bivalvi ( Pinna nobilis o Nacchera)
che secernono una bava per poter aderire alle rocce circostanti. La fibra prodotta
può arrivare sino ad una lunghezza di La conchiglia della Nacchera può superare gli 80 cm:
per questo, per il collezionismo o la decorazione è stata ed è, una specie
oggetto di pesca essenzialmente da parte di subacquei con gravi conseguenze
sui popolamenti in moltissime zone costiere; in alcune regioni mediterranee
il bisso viene lavorato con una cura quasi religiosa come in Sardegna (Sant’Antioco)
e in Puglia (Taranto). Pinna Nobilis parco geomarino cagliari La Pinna Nobilis è una specie
protetta e per questo riportata in uno degli allegati del Protocollo ASPIM
(Convenzione di Barcellona, 1995) per la protezione del Mar Mediterraneo. E’
il bivalve più grande e può raggiungere l’altezza di quasi un metro. Il
pericolo di estinzione della specie è legato alla raccolta incontrollata ad
opera dei subacquei a scopo decorativo; con le valve, infatti, vengono realizzati
dei lumi. Vive su fondali sabbiosi a ridosso di praterie di Posidonia oceanica. Mostra
“
Il bisso marino – Fili d’oro dal fondo del mare “
19 marzo – 27 giugno 2004 Il Museo di Storia Naturale e il
Museo delle Culture di Basilea Il Museo di Storia Naturale e il Museo delle Culture
espongono assieme nella prima mostra del suo genere una ventina di rarità
tessili del prezioso bisso marino. Il punto focale della mostra è la sala del
tesoro con gli oggetti pregiati e la loro storia culturale dall’antichità
fino all’era fascista in Italia. Nella parte di storia naturale viene
mostrata l’origine del tessuto tanto apprezzato: la pinna nobilis
del Mar Mediterraneo. Strumenti originali, documentazioni e materiale visivo
di tre secoli completano la mostra e illustrano il laborioso artigianato
dall’estrazione alla
lavorazione del bisso marino. Ai giorni d’oggi questo patrimonio culturale
dell’Italia meridionale è andato quasi perso. Ma non del tutto, come
dimostrano le attuali iniziative. Il bisso marino è un costoso materiale tessile, dai
riflessi dorati e scintillanti di cui quasi nessuno è a conoscenza. Sin
dall’antichità questo materiale veniva lavorato per realizzare tessuti
pregiati molto apprezzati dalla nobiltà secolare ed ecclesiastica. Non fu
dunque un invenzione di Jules Verne quando fece vestire di bisso i suoi eroi
nel famoso racconto 20'000 leghe sotto i mari. Solo pochi oggetti di bisso,
come guanti, cappucci, cravatte e scialli sono sopravvissuti all’effetto
devastante del tempo, il più antico porta la data del XIV secolo. La seta di
bisso è un prodotto della nacchera, o Pinna nobilis,
la più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo che può raggiungere la
lunghezza di un metro. I suoi filamenti, chiamati bisso, servono alla Pinna nobilis ad ancorarsi alle rocce del fondo marino e
venivano usati come materiale grezzo da cui trarre la seta di bisso. La
produzione della seta era laboriosa e richiedeva molte tappe di lavoro, dalla
raccolta e l’estrazione alla pulitura e alla pettinatura fino al filamento a
mano, la tessitura e la lavorazione a maglia. La pinna nobilis
è una specie protetta ai giorni d’oggi. Eppure le conoscenze di questa
tradizione artigianale non sono ancora del tutto scomparse e l’interesse
rinato per il bisso marino, questo patrimonio culturale dell’Italia del Sud,
è andato perfino aumentando negli ultimi anni. Un catalogo tedesco-italiano accompagnerà la mostra
bilingue. Museo
nazionale di storia naturale dipartimento antropologia http://www.nmnh.si.edu/anthro/conservation/whatsnew_acl_2004-03.htm La Seta dal mare: Un Guanto di fibra del
mitilo Un guanto insolito
lavorato a maglia fatto di bisso è stato portato al laboratorio di
conservazione di antropologia, per un restauro, dalla divisione del Museo dei
molluschi. Il guanto scuro, originario di Taranto, è ruvido al tatto. Era
stato posto in una scatola trasparente e avvolto con l’ovatta. Chiudendo il
coperchio il guanto era rimasto schiacciato e si era formata una piega, quasi
da potersi rompere, quindi si è pensato di poterlo riempire all’interno in
modo da lasciarlo sollevato. Il guanto è stato trattato all’umidità, quindi
si è riusciti a staccare le parti interne e a riempirlo con della speciale
gomma piuma. Per ogni dito è stata inserita una piccola parte di gommapiuma
da poterla eventualmente cambiare nel tempo, poi è stato appoggiato su un
cuscino rivestito di mussola di cotone e messo in una scatola chiusa e
trasparente. C’è da chiedersi quanta arte e maestria ci sarà voluta per
filare il bisso che poi è stato lavorato a maglia! Allo studio un mollusco
geneticamente modificato per produrre il bisso Articolo
del 1 luglio 2004 http://newton.corriere.it/index.shtml Si
tratta di un organismo in grado di produrre un filato di grande valore e
ormai introvabile che è noto anche con l'appellativo di “seta del mare” Gli
antichi preziosi tessuti di bisso (un filato prodotto da particolari
conchiglie), che per la loro rarità erano un tempo destinati solo a re, papi
e zar, potrebbero ritornare ad essere prodotti anche per il largo consumo.
Secondo uno studio recentemente pubblicato dal bollettino interno
all'Università di Atene, uno staff di ricercatori greci starebbe bioingegnerizzando una comune mollusco bivalve, la Pseudochama gryphina, per
incrementarne due sue caratteristiche naturali: l'innata capacità di
filtratura delle acque marine e la già considerevole produzione di bisso, un
filato di gran valore ormai introvabile. Il bisso nella letteratura Nel 1602 Giambattista Marini scrisse nel suo
poema dedicato a Maddalena di Tiziano: sonetto
35 …….. rozza
e lacerata spoglia il bisso
prezioso e l'ostro eletto Jules
Verne nel suo "20.000 leghe sotto i
mari" del 1870, scrisse : "Indossai alla svelta i miei abiti di bisso … Gli feci sapere che erano intessuti di quei
filamenti lucidi e serici che fissano alle rocce le nacchere, specie di
conchiglie frequenti intorno al Mediterraneo. Una volta, se ne facevano belle
stoffe, calze, guanti, essendo questi filamenti nel tempo stesso morbidi e
calorosi." Il
Foscolo scrisse nel 1802 un’ode intitolata
“ Le grazie” e anche lui fa una citazione sul bisso: “vaga mortale, e siede all'ara e il bisso………….Liberale acconsente ogni contorno.Di Il testo e’ frutto di ricerca
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