Restrizioni nelle
vesti ecclesiastiche
Se
andiamo parecchio indietro con gli anni, già nel II concilio generale di Nicea, nel 787, si proibì a vescovi e chierici di portare”
gli abiti magnifici e sontuosi e l’uso di profumi§ “.
Il
concilio di Aix-le Chapelle
del 816, proibisce loro la pompa nel modo di vestire.
Il
terzo concilio celebrato da Carlo Magno nel 1179, determinò che i prelati non
usassero vesti preziose.
Il
concilio di Montpellier del 1216, interdisce agli
ecclesiastici gli abiti di colore e gli ornamenti di oro e d’argento
Tutti
i concili seguenti e anche quello di Trento raccomandavano ai cardinali la
modestia nella casa, negli arredi, nel vestire, nella tavola ecc.
A
Venezia nel 1474 il patriarca di Venezia, Maffeo Gerardi intimava ai chierici l’osservanza delle regole, in
questioni di vesti, dettate dalla costituzione sinodale.
Anche
il patriarca Contarini nel 1509 limitò l’eccesso, nel
vestire dei prelati.
Anche
il suo successore Girolamo Querini fu molto severo,
tanto da litigare con il Senato, i cittadini, il clero, e con il Papa.
Il
vescovo di Torcello, Marco Zeno, nel 1628 aggiunse
alle restrizioni già emanate. “ ……i collari delle camicie e le “manighete da mano”saranno” seplici
e schiette senza lavoro o crespe.”
Per
quel che riguarda il lusso nell’abbigliamento delle monache c’è la
testimonianza in una relazione del granduca di Toscana (Cosimo III) che nel
1664 fece visita al monastero di S. Lorenzo: “ E’ questo il più ricco
monastero di Venezia e vi sono sopra 100 madri, tutte gentildonne. Vestono leggiadrissime, con abito bianco, come alla franzese, il busto di bisso a piegoline e le professe di trina nera larga tre dita,
sulle costure di esso; velo piccolo cinge loro la fronte………………..e tutto insieme
abito più da ninfe che da monache”§. Non va dimenticato il dipinto di
Gentile Bellini, il miracolo della Croce nel Canale di S. Lorenzo, dove ci sono
delle monache del vicino monastero in un angolo: il loro petto è scoperto il
capo ed il busto ricoperti di gioielli e grosse perle.
§Filizio Pizzichi, Viaggio
per l’Italia del Serenissimo principe di Toscana, Firenze 1828.