Il merletto nei paramenti, arredi d’altare e immagini sacre

 

“La Pietà”, merletto a fuselli, Michela Cucicea, Associazione “Fili Meravigliosi”, Rapallo

 

“Una donna di nome Maria”, merletto a fuselli, Michela Cucicea, Associazione “Fili Meravigliosi”, Rapallo

 

Alba completamente ricamata su tessuto sfilato, si dice che sia stata indossata da Papa Bonifacio VIII (1230-1303)

 

Particolare della manica

 

 

Particolare del fondo che termina con un merletto

 

 

Motivo su sfilature ingrandito, la parte centrale sembra realizzata con la tecnica del Teneriffe

Nei paramenti e corredi ecclesiastici il merletto e il ricamo hanno fatto sfoggio del meglio di sé, come nelle corti reali e imperiali. Accanto ai sontuosi arredi di seta, velluto e sontuosi ricami, i pizzi ecclesiastici, inclusi paliotti d'altare, copricalici e paramenti sacerdotali, rappresentavano la gloria divina ed erano quindi un elemento importante della santa messa. Il pizzo destinato all'uso nella liturgia spesso presentava iconografie religiose come monogrammi di Cristo e raffigurazioni di santi. Inoltre, le istituzioni ecclesiastiche sovente ricevevano donazioni di questo bene costoso da mecenati d’élite. La chiesa ha beneficiato finanziariamente dell'industria del merletto, poiché gran parte del pizzo in Europa è stato creato da donne nelle istituzioni religiose. Molte ragazze nate da famiglie nobili venivano mandate nei conventi per diventare suore (alcune contro la loro volontà), dove confezionavano merletti in ambienti rigorosamente regolamentati. Artigianato come quello del merletto erano considerati in questo periodo espressione di una vita virtuosa e contemplativa e quindi attività adatte alle pie donne. Monache e donne di ogni età si sono sempre impegnate al massimo per donare anche la propria vista, le sofferenze per i dispiaceri o lutti, i voti per una vita o salute migliore per la loro famiglia, tutto questo per donare il meglio alla propria fede. Nelle ore di lavoro solitario meditavano e pregavano e in compagnia si scambiavano le preoccupazioni.

Marisa Barboni una delle oramai poche ravennati custodi del ricamo così si espresse in una intervista: «Per me ricamare è una continua preghiera. È un’espressione rivolta al Signore. Tutte le volte che nella mia vita mi sono ritrovata a vivere un momento buio, ho sempre ricamato arredi tessili liturgici e questo ha reso ogni situazione più leggera. Non mi stanco, si stancano solo i miei occhi». E questo….. dice tutto. Quando un prelato indossava o indossa ancora ai tempi odierni, una veste così preziosa non sa quanta sofferenza e nel contempo gioia di donare ci sia in quell’oggetto. Ancora oggi si realizzano a merletto immagini di Cristo o della Madonna da regalare in occasioni di nascite, comunioni, matrimoni e lavorare sopra un disegno per realizzare una croce o un Bambinello in braccio alla Madonna, è sempre motivo di grande riflessione……il volto di questa Madonna verrà alla fine bello come il disegno? Questa croce sarà degna di essere una croce?........”

Un po’ di storia

Dal XI secolo la tunica chiamata anche alba, da semplice camice bianco, cominciò ad essere ornata di ricami, poi sfilando il tessuto si aggiunsero trafori tramite il reticello trasformandolo in un vero merletto. Nei primi tempi il merletto veniva realizzato interamente nei conventi, esclusivamente per la Chiesa e i suoi ministri, e quindi poco conosciuto dai laici; severe infatti erano le restrizioni imposte dai vescovi alle monache che prestavano servizio per scopi diversi da quelli ecclesiastici. Nel periodo del Rinascimento la lavorazione dei merletti rimaneva ancora circoscritta nei conventi, ma le suore iniziarono ad insegnarla anche alle giovani appartenenti a famiglie di alto rango, così la conoscenza si diffuse presto al mondo esterno.^ Dopo il XV secolo con il diffondersi della moda e della lavorazione del merletto, il camice iniziò a trasformarsi in un indumento prezioso. Il merletto venne aggiunto anche nel corredo per l’altare, basti pensare alle tovaglie o al velo da calice. IL Metropolitan Museum di New York conserva un piviale eseguito in modo magistrale. C’è da ricordare  che i sinodi provinciali verso il XVI secolo, prima del concilio di Trento, presero provvedimenti contro il lusso del clero. A Venezia, patria del merletto, ad assumersi questo compito, era la suprema gerarchia ecclesiastica locale.§

L’otto novembre del 1846 papa Pio IX si avviò a prendere il solenne possesso della basilica lateranense e la relazione del corteo a cavallo, così descrisse in relazione ai merletti: “Veniva in seguito il Sommo Pontefice, vestito di sottana di panno bianco, fascia di seta con fiocchi d'oro, rocchetto, mezzetta e stola di seta rossa con cappello rosso usuale, seduto entro la nobilissima e sontuosa carrozza fatta dalla S. Me. di Leone XII tirata da sei cavalli morelli coperti da ricchi finimenti di velluto cremisi guarniti di metalli dorati, guidati dal cocchiere e cavalcante nobili, vestiti con giubboni di velluto cremisi trinato d'oro, camiciole di ganzo d'oro rosso, calzoni simili, collaro e manichetti dì merletto, stivali di pelle rossa, con merletto di filo bianco, e parrucca in testa.”

Disegno del corteo a cavallo

 Nelle immagini sottostanti si potrà notare come con il passare dei secoli il camice o cotta sia rimasto fino ad oggi un indumento di valore. Papa Paolo VI nel 1954 venne nominato arcivescovo di Milano, il giorno della sua nomina indossava una veste con un bordo molto alto sul fondo e sulle maniche: un merletto a punto Venezia. Papa Francesco al termine del discorso che ha rivolto ai vescovi e ai sacerdoti della Sicilia ricevuti in udienza nel giugno del 2022, li ha così esortati: ”Ma carissimi, voi ancora i merletti, le bonete (berrette) … ma dove siamo? Sessant’anni dopo un Concilio! Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella moda liturgica! Sì, a volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte… È per fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no? Avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la Santa Madre Chiesa, e come la madre Chiesa vuole essere celebrata”.

       

Veste ecclesiastica del XVII secolo, merletto ad ago di Venezia - punto rosa, filato di lino *Victoria & Albert Museum, Londra

 

Dalle notizie tramandate sembra che la veste sia appartenuta ad un Arcivescovo di Padova, successivamente è stata esposta ad una Esibizione Internazionale nel 1874. Infine è stata lasciata in eredità alla signora Harriet Bolckow, collezionista di merletti.

 

 

  

                                                                       Merletto ecclesiastico- Irlanda 1887 e due particolari ingranditi

 

 

Stola del XVI secolo, probabilmente di manifattura francese

 

 

Velo da calice, manifattura italiana del XVII secolo (appartenuto a Mrs. Gorge J.Whelan – collezionista americana)

 

 

 

 

 

Palla liturgica con il cristogramma, merletto ad ago di Venezia, XVII secolo

 

 

 

 

          

 

 

Particolare del velo da calice, merletto a fuselli, manifattura belga, seconda metà del XVII secolo. Sui lati del tessuto di lino, sono ricamate delle croci a punto giorno.

Museo delle Arti Applicate, MEK, Vienna

 

 

 

Velo da calice con monogramma di Cristo, una variante di rete ricamata battezzata da Elisabetta Parasole come “mezza Mandolina”. Italia XVI secolo, dono di J. H. Wade nel 1920, proveniente dalla collezione di Ida Schiff

 

 

 

 

 

Velo da calice, Italia, 1700 circa.

Ricamo in seta colorata, al centro il monogramma di Cristo in filo dorato.

Collezione tessile Iklé catalogato nel 1908, Museo industriale e commerciale di San Gallo.

 

 

  

Copricalice, Italia o Francia, XVII secolo.

Ricami in seta, fili metallici, perle e pietre semipreziose su raso viola.Medaglioni con raffigurazioni della vita di Cristo. Ornamento angolare con vasi, colombe e pavoni. Il bordo esterno è rifinito con un merletto a fuselli di filo dorato. Collezione tessile Iklé catalogato nel 1908, Museo industriale e commerciale di San Gallo.

 

 

 

 

François de Salignac de la Mothe-Fénelon (1651-1715) era arcivescovo di Cambray e scrittore.

 

Alan Summerly Cole nel 1881 scriveva nel suo libro “Cantor Lectures on the Art of Lace-Making: “I merletti dai motivi ricercati erano particolarmente indossati dagli uomini, specialmente dai dignitari della chiesa; e a questo proposito posso ora mostrare la fotografia di una porzione del pizzo di un suo camice. Questo bel esemplare di merletto fiammingo al tombolo, della fine del XVII secolo, fu donato a Sua Grazia da Madame de Maintenon, vedova Scarron, il cui fascino influenzò così grandemente Luigi XIV.”

 

 

 

Ingrandimento del particolare della balza

 

Balza per alba, merletto a fuselli, Bruges o Brussels, donata dalla marchesa di Maintenon (moglie segreta di Luigi XIV) François de Salignac de la Mothe-Fénelon consacrato arcivescovo di Cambrai nel 1605.

Il disegno di un pizzo come questo fu probabilmente realizzato da ornamentisti di rilievo come Le Brun o Rerain, e realizzato forse a Bruges o Bruxelles.

 

Balza per alba, merletto a fuselli, Bruges o Brussels, 1680-1690 circa, appartenuta a  François de Salignac de la Mothe-Fénelon,

 

Camice ricamato con motivi floreali in filo d’oro e d’argento su fondo di lino, rifinito con balza e polsini di pizzo sempre in filato di lino, il materiale più alla moda e costoso dell'epoca.

La sua fodera di seta viola indica che apparteneva ad un arcivescovo. Il pizzo a tombolo squisitamente lavorato è costituito da due grandi disegni floreali compositi affiancati da popolari forme curve che si ripete dieci volte attorno alla balza, su un elaborato fondo a barrette. Il camice ricamato risale al 1600, mentre la balza in merletto fiammingo a Point d’Angleterre risale al 1700. Dono di J.H. Wade nel 1920. Cleveland Museum of Art, Ohio (Stati Uniti)

 

 

 

 

Particolari del merletto

Alba in punto d’Argentan, museo di Cluny

Particolare ingrandito

Mentre le larghe balze di merletto erano comunemente usate sui camici ecclesiastici, le casule realizzate interamente a merletto fatto a mano sono estremamente rare. Ci sono pochissimi esempi esistenti al mondo, quelli conosciuti sono al Metropolitan Museum of Art di New York, al Victoria and Albert Museum di Londra e al Museo tessile di San Gallo in Svizzera.  La casula della collezione del Victoria and Albert è composta da molte strisce di bordure in gros point, disposte a specchio con un motivo a forma di Y sul dorso. Al contrario, il pizzo della casula a San Gallo sembra essere stato costruito con pezzi di pizzo più grandi realizzati per adattarsi all'indumento, il che lo rende ancora più un'estrema rarità.

 

Pianeta al Metropolitan Museum of Art, New York, seconda metà del XVIII secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Particolari della pianeta di merletto ad ago, Venezia, seconda metà del XVII secolo, donata al Metropolitan Museum of Art di New York nel 1910 da Frederick C. Hewitt Fund. Un'attenta analisi rivela che il merletto che forma questa rara pianeta è una composizione di oltre una dozzina di pezzi diversi di gros point veneziano, disposti per adattarsi alla silhouette romana.

Il paramento è stato tramandato come cimelio di famiglia dalla famiglia Priuli di Venezia. Comprende la pianeta, un manipolo una stola e un velo da calice. Discendente da una nobile stirpe ungherese, la famiglia Priuli si trasferì a Venezia quasi un millennio fa e fu ammessa al Gran Consiglio nel 1100. Il loro albero genealogico comprende tre Dogi e quattro Cardinali, il più noto è Antonio Priuli, che fu Doge in Venezia dal 1618 al 1623. Nel 1907, uno degli eredi della famiglia vendette questi rari paramenti a Jacques Krakauer, un commerciante di merletti di New York City. Fu acquistato dal Museo come set completo nel 1910.

 

Pianeta al Victoria and Albert Museum, Londra

 

 

 

 

Casula di merletto veneziano, 1670-1695, filato di lino e fodera di seta. Il set è stato acquistato nel 1870 dal collezionista londinese Arthur Blackborne. 

 

 

 

    

Questa casula fu acquistata da un commerciante di merletti nel 1870, insieme a stola, manipolo e velo da calice abbinati, il set era stato probabilmente montato sulla sua seta rossa a metà del XIX secolo. Ne è stato consigliato l'acquisto da uno dei consulenti del Museo con il commento "Non credo che il Dipartimento possa avere altre occasioni di incontrare un altro  splendido  esemplare che rispecchi il periodo più florido del merletto per la Chiesa cattolica romana".

 

 

Un’altra stola in merletto veneziano ad ago ”Punto grosso a rilievo”

Museo tessile di San Gallo, Svizzera

 

Merletto ad ago di Venezia, metà del XVII secolo, filato-lino, fodera-seta

 

La pianeta apparve per la prima volta nel catalogo di una mostra svoltasi nel 1887 al Museo di Arti Applicate di Vienna. A quel tempo apparteneva all'antiquario viennese M. Blum. Nello stesso museo nel 1906 si svolse un’altra mostra di merletti e qui la pianeta risultava proprietà della viennese Ida von Gutmann-Wodianer. Nel 1938 la famiglia Gutmann dovette lasciare l'Austria, a causa delle leggi razziali e la loro collezione d'arte fu sequestrata. Ritornò in parte nel 1954 ai suoi proprietari, compresa questa pianeta. Rimase in prestito al Museo delle Arti Applicate di Vienna fino alla morte di Rudolf von Gutmann nel 1966, in seguito gli eredi misero in vendita la pianeta. Nel 2004 il museo tessile, grazie alla Fondazione Iklé-Frischknecht l’ha potuta acquisire.

 

 

 

Particolare della parte alta centrale posteriore. Tutta la pianeta è bordata da una puntina in merletto a fuselli con filato d’argento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Velo da Calice, merletto a fuselli, manifattura belga, seconda metà del XVII secolo. Sui lati del tessuto di lino, sono ricamate delle croci a punto giorno.

Museo di Arti Applicate, MEK, Vienna

 

 

 

Velo da calice, merletto ad ago, lino, Venezia.

Questo velo di calice fu acquistato da un commerciante di merletti nel 1870, insieme a casula, manipolo e stola abbinati, e il set era stato probabilmente montato sulla sua seta rossa a metà del XIX secolo.

 

 

 

Medaglione centrale del velo

Nel XVII secolo il pizzo era tra i manufatti tessili più pregiati e costosi. Dai principali centri di produzione in Italia e nelle Fiandre è stato ampiamente commercializzato in tutta Europa e l'industria ha risposto rapidamente ai cambiamenti nell'abbigliamento alla moda. Nel 1660, il merletto ad ago veneziano divenne il pizzo più alla moda, dominando il mercato sia per l'abbigliamento maschile che per quello femminile. L'industria si espanse rapidamente anche grazie al patrocinio della Chiesa cattolica.

 

Velo da calice, merletto ad ago di Venezia a punto piatto, XVII secolo. Cleveland Museum of Art, Cleveland, Ohio.

Dono della signora Edward B. Greene, G. G. Wade e J. H. Wade, Jr. per la Ellen Garretson Wade Memorial Collection.

 

 

Particolare del motivo centrale.

 

 

 

 

image025

 

Balza d’alba, merletto a fuselli del Brabante, primi del XVIII secolo*

 

 

image026

Balza d’alba, punto di Francia 1700*

 

Balza d’alba, merletto a fuselli, punto Milano, primi XVIII secolo

 

Particolare della balza

 

Merletto per camice, lavorazione ad ago di Venezia, XVII secolo. Il catalogo dell'esposizione di Arte Sacra in Orvieto svoltasi nel 1898 la dava  appartenente alla basilica Tiburtina di Roma.*

 

                         

Merletto per tovaglia d’altare, XVII secolo. Il catalogo dell'esposizione di Arte Sacra in Orvieto svoltasi nel 1898 la dava  appartenente alla basilica Tiburtina di Roma.*

 

 

Dettaglio del fondo di un’alba con grande inserto di merletto di Tenerife, XVII secolo

 

Due vesti con balza e polsi in filet

 

Piviale in merletto a Punto Venezia,

 

e8fc5e7609de635b0aeaa80f6039f92a

Descrizione per realizzare una elaborata balza a punto rinascimento

 

9d1e014f8f691759207fb1b395d6f5a7

Disegno per realizzare un ricamo ad intaglio che viene eseguito direttamente sul tessuto

 

 

 

Urbano VIII, Pietro da Cortona 1624/1627, Musei Capitolini, Roma

 

Un merletto realizzato ad ago con disegno geometrico, dipinto in modo magistrale dall’artista, evidenziando un tessuto goffrato e inserti posti in verticale con disegno a volute.

 

 

 

 

tiziano

Papa Paolo III, Tiziano- 1545-46

Museo Nazionale di Capodimonte ( NA)

Tiziano ha dato sul fondo della veste del Papa una leggera pennellata, dando l’idea di un basso merletto. Anche i polsi della veste del Cardinale Alessandro Farnese hanno un leggero motivo di un  merletto

 

 

innocenz

Papa Innocenzo X, 1650 (Galleria Doria-  Pamphili, Roma)

Diego Rodrigo De Silva Velàsquez,  ha saputo riprodurre con maestria un maestoso merletto sui polsi e sul bordo della veste

 

 

 

 

 

 

A Roma nella Basilica di S. Pietro si trova il monumento funebre di Leone XI, sul fondo della veste della sua statua marmorea che lo rappresenta , c’è un alto e ricco merletto scolpito in modo eccellente da sembrare reale. 

 

 

 

 

 

Papa Clemete IX, 1669, Carlo Maratta, Museum Hermitage, San Pietroburgo, Russia

 

 

cle

Papa Clemete IX, 1667, Giovanni Battista Gaulli, Palazzo Chigi, Roma

 

 

papa

Papa Clemente XI, Museo della Villa S. Carlo Borromeo

 

 cecc

 

Ritratto del Cardinale Domenico Passionei (Papa Clemente XII),

Domenico e Giuseppe Duprà

 

 

 

 

Fabio-Chigi,  Papa Alessandro VII,  XVII secolo, Giovanni Battista Gaulli, Collezione privata

 

 

 

Ritratto di Benedetto XIV, Castello di Versailles, 1741, Parigi, Pierre Subleyras. Il rocchetto ha una alta balza di finissimo merletto

 

 

 

Anche questo rocchetto ha una pregevole balza, meno importante della precedente

 

 

 

 

 

pio

 

Papa Pio  XI

             

 

 

 

             

Papa Pio  XI

 

 

                         

                         

 

Papa Pio  XI

 

 

 

 

Cardinale, Giacomo della Chiesa, arcivescovo di Bologna divenuto Papa con il nome di Benedetto XV.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pio XII, l’ampia balza e i polsi sono realizzati a fuselli con la tecnica dei fili continui con il punto Venezia, classico punto di Cantù

 

papa

 

Papa Benedetto XVI (©(photo from Catholic Press Photo s.a.s)

La veste del S. Padre è formata da tante stelline (non essendo la foto ad alta definizione si puo’ supporre che possa essere un punto d’Irlanda  all’uncinetto o punto tenerife).

Per il Natale 2005, le detenute di Cantù hanno realizzato per il Papa Ratzinger, un prezioso merletto.

 

 

Pio X, 1903

Il merletto che orna il fondo della veste è eseguito con la tecnica del merletto a fili tagliati, in questo caso fiori e foglie realizzati singolarmente e uniti da barrette. La foggia e il disegno sono similari al merletto di Honiton. La Maestra d’Arte e Mestiere, Lucia Costantini ha realizzato in merletto ad ago una raffigurazione di Papa Pio X.

 

 

 

.

 

 

 

 

Ritratto di Papa Sarto S. Pio X, realizzato a merletto da Lucia Costantini, in questa foto l’opera è ancora in lavorazione.

 

 

 

 

 

piox

 

 

 

Monsignor Giuseppe Melchiorre Sarto (Papa Pio X), verso la fine dell’800, diede impulso a Venezia alla scuola del merletto di Burano che dava lavoro a molte ragazze dell’isola, contribuendo all’emancipazione femminile. Quando Papa Pio X era ancora Patriarca di Venezia, nel 1897, raccomandò a vescovi e parroci di interessarsi dell’industria del merletto a cui erano legate le sorti della poverissima isola. Il 24 marzo 1897 fece visita alla scuola del merletto di Burano, esortando l’interesse a quei lavori meravigliosi.

 

pap

Papa Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII. Anche per il suo ultimo “Viaggio”  il Papa indossava il camice bianco ornato di merletto.

 

 

 

 

 

 

 

                                         

 

 

 

 

                                          papa

Papa Luciani, Giovanni Paolo I

 

 

 

 

 

 

pope%20John%20Paul%20I%20anniversary%2006

Papa Paolo VI e il futuro Papa Giovanni Paolo I (photo from Catholic Press Photo s.a.s)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fondo della veste di Papa Francesco è ornato da un bordo a punto Venezia, classico punto di Cantù.

 

 

Immagine papale realizzata dalle merlettaie di Isernia (foto Pierfrancesco da Genova)

 

 

 

 

·        Il Museo Correr a Venezia conserva un dipinto attribuito a Guarana Vincenzo ( 1735- 1815) dal titolo “ Federico Barbarossa davanti al Papa”. Papa Alessandro porta una veste bianca bordata ai polsi e sul fondo di un alto merletto, anche il sacerdote che gli sta a fianco ha una cotta con un alto merletto dentellato. Ricordiamo che all’epoca del Barbarossa le cotte erano prive di merletto, ma chi le ha dipinte è vissuto nel periodo dove tutti i prelati portavano abiti talari bordati di tale manufatto dentellato.

Ringraziamenti

Si ringrazia vivamente l’Associazione “Fili Meravigliosi”di Rapallo, per la collaborazione accordataci nel poter pubblicare in questo sito le immagini delle opere realizzate da Michela Cucicea.

 

Bibliografia

*Ecclesiastical Lace Ancient and Modern: A Comparison, Jackson, Mrs. F. Nevill. Burlington Magazine, Vol. 6 (1906),

° Collezione di monografie illustrate, 1905

§ Esatta relazione della cavalcata con la quale la santità di N.S. Papa Pio IX si portò a prendere il solenne possesso della basilica lateranense e delle ceremonie che in essa seguirono il giorno 8 novembre 1846

^Arthur's Illustrated Home Magazine, 1881 Vol 49

*Oreficerie, stoffe, bronzi intagli, & all'Esposizione di Arte Sacra in Orvieto, Erculei Raffaele, 1898

A history of hand-made lace, Emily Jackson, 1861

 

 

Sitografia

https://www.catholicpressphoto.com

https://archive.org/details/esattarelazioned00unse/mode/

https://exhibitions.bgc.bard.edu/threadsofpower/ecclesiastical-lace/

https://archive.org/details/sevencenturiesof00polluoft/mode/2up

 

 

 

I testi sono dell’autrice del sito frutto di una accurata e laboriosa ricerca. E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le pagine del sito.

 

Continua

 

Torna Merletto e…

 

Home page