“ Merletto di Teneriffe, soles, rueda, ñanduti, soles de Maracaibo, polka spider web”
Il
merletto di Teneriffe è un merletto eseguito ad
ago, prende il nome dal suo luogo di origine
cioè l’isola di Tenerife, la più grande isola delle Canarie. Qui viene
chiamato “ Roseta”, e viene realizzato sopra un
piccolo cuscino che porta il nome ”piquè o pelota
”. A Vilaflor è una lavorazione particolare di
lunga tradizione, dove le rosette vengono unite insieme, questa particolare
trina ha preso il nome “merletto di Vilaflor”. Si è
diffuso nel XVI e XVII secolo in Spagna con il nome di “Soles”
(merletto- sole), e poi si è sparso nelle isole da parte delle mogli dei
conquistatori. Era una attività femminile svolta in ambito domestico e con il
passare del tempo acquisì delle particolarità attraverso la creazione di
nuovi modelli, sviluppando una tecnica originale usando anche filati di seta,
lino o cotone. Altre zone dove si è sviluppata questa lavorazione sono:
Arona, Granadilla, San Miguel, Orotava
e nelle isole Lanzarote, Gran Canaria e Fuerteventura.
In queste due isole si è praticato per tanto tempo ma con il tempo ha perso
la sua rilevanza. Nel XIX secolo la
manifattura della roseta ha smesso di essere una
attività locale per iniziare la produzione in larga scala che impegnava
manodopera salariata. La sua esportazione era effettuata da commercianti per
lo più provenienti dall’Inghilterra, Francia e Germania. Questi commercianti
controllavano l’esportazione della roseta e
importavano il materiale necessario per la sua realizzazione. All’interno di
questo processo c’era l’intermediario incaricato a ritirare il prodotto
finito e rifornire all’artigiana il filato e altri materiali per continuare
la produzione.
Con
il tempo la roseta si diffuse in diverse parti del
mondo, attraverso l’emigrazione dalle Canarie. Con la scoperta dell’America e
la posizione strategica delle Canarie, porto obbligato per affrontare la
traversata atlantica, fece in modo che molti canari partissero per il nuovo
mondo. Con questi emigranti, migrarono anche gli usi e costumi e anche il
saper fare il merletto che con il tempo diventò in alcuni paesi un simbolo
nazionale adottando un nome proprio come il “Nanduti”
in Paraguay o “soles de Maracaibo” in Venezuela.
Anche nell’isola di Chios, in Grecia, si è visto
del merletto con questa tecnica.
Frammento di
merletto con tecnica “Teneriffe”, XVI secolo, The
Nuttall Collection, donato
al Museo da Magdalena Nuttall nel 1908. © Metropolitan
Museum, New York
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Balza di merletto ad ago con tecnica “Teneriffe”e bordo in pizzo a tombolo tecnica torchon, realizzata alla fine del XVII secolo. V&A Museum, Londra
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Merletto antico
eseguito in modo grossolano, nell’unione dei motivi a stella e specialmente nei due quadrati a sinistra
tagliati o eseguiti a metà e poi uniti al lavoro. Potrebbe anche essere stata
una modifica in seguito a uno strappo o usura del centrotavola, visto che il
quadrato sulla sinistra presenta un’ imperfezione.
“ Lavorazione della Roseta
di Tenerifefe “
Supporti brevettati dalla ditta K&K
di Chicago nel 1938
La lavorazione è molto semplice, su un
supporto rigido di cartone, caucciù, celluloide, plastica, legno o metallo,
si creano dei moduli che possono essere rotondi o quadrati tramite il
passaggio dei fili sui dentini che sporgono. Successivamente i fili vengono
fermati con l’ago nei più svariati modi, dipende dalla fantasia della
merlettaia. Anticamente si usava come supporto anche un cuscinetto realizzato
come un puntaspilli rotondo, la copertura superiore era in cuoio o pelle molto
spessa e la circonferenza era attorniata da spilli puntati uno vicino
all’altro, dove si sarebbero agganciati i fili tesi. Esitono
2 tipi di roseta: la roseta
principale e la roseta di unione.
Varie fasi durante
la lavorazione*
Moduli quadrati*
La roseta principale è quella
grande e le rosetas sono quelle più piccole che
servono da unione.
Camicia in lino con inserti di rosetas
Camicette con sprone e inserti
in merletto Teneriffe, proposte come novità dalla
rivista “Tissus et nouveauts” nel 1904.
Inserto pubblicitario trovato nella rivista
“The Modern Priscilla” del 1906
Libri
Libro
della DMC edito nel 1900, Therese de Dillmont
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Libro
del 1904
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Libro
pubblicato nel 1909 dalla scuola di ricamo di Manchester
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La ditta K&K di Chicago nel 1941 ha pubblicato questo
manuale.
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La
ditta K&K di Chicago nel 1941 inviava il
necessario per eseguire il soles con i supporti e
le indicazioni per eseguirlo.
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Merletto con inserti di Tenerife
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Lavorazione con punto a giorno e inserti
di Tenerife§
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Il merletto Tenerife in
Italia
Questa
lavorazione era diffusa ovunque, anche se oggi non è molto praticata.
Attualmente in Italia, per questa tecnica, si distingue Anna Castagnetti da Verona, che lo assembla
con altre tecniche con un gradevole e armonioso risultato; si è presentata al
Terzo Forum Internazionale del Merletto di
Rimini con questa tecnica.
Anna ha mescolato la tecnica dell’ “hedebo” con il Tenerife
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Particolare del Tenerife
particolari dell’ hedebo
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Tenerife realizzato da Maria Rosaria
Apicella, Nocera Inferiore (Salerno) e da Rachele
Per capire come si procede con questa tecnica, mi ha aiutato
Mariella, che l’ha insegnata anche ai suoi bambini dell’asilo.
Biglietto di auguri per la festa della
mamma, il fiore è realizzato da bambini di 5 anni con la tecnica del
Tenerife ( courtesy Mariella )
Metodo di esecuzione
by Mariella
Per lavorare il merletto Teneriffa è
necessario avere un apposito telaietto, in mancanza del quale si può
ovviare costruendosene uno in cartoncino.
1.
Si prende un cartoncino
abbastanza resistente sul quale viene imbastita una tela chiara;
2.
Con la matita si segna il
centro del cerchio che si verrà a tracciare con il compasso si traccia il
cerchio che avrà il diametro a seconda della misura del pizzo che si vorrà
realizzare (fig1)
3.
Si divide la circonferenza in
tante parti quanti sono I raggi che si vogliono ottenere
4.
Con un punteruolo si fanno
dei buchetti a distanza di 5, 6
mm sulla circonferenza
5.
Con un filo resistente si fa
una sfilza da un buchetto all’altro e si torna indietro per coprire tutta
la circonferenza.
A questo punto inizia
la lavorazione con il tracciare I raggi…….
Tagliare una gugliata lunga circa la misura che risulta
moltiplicando il diametro per il numero dei fori della circonferenza ed
aggiungendo ad esso un terzo del risultato (diametro=5cm.
Buchetti=18 18x5=90; 90:3=30; 90+30=120)
Per lanciare I raggi si fa uscire l’ago al centro del cerchio
e si porta il filo dal centro l’alto facendolo passare sotto un punto della
sfilza e rientrando nel punto vicino lo si porta dall’altra parte del
cerchio, facendolo passare sotto un punto della sfilza e rientrando in
quello vicino (fig3)
|
Mariella
conserva dei vecchi telaietti, in varie forme appartenenti a una anziana
zia, una vera reliquia.
foto, courtesy
Mariella
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I moduli rotondi sono stati realizzati alla fine del
1800, quelli quadrati nella seconda metà dell’800 ( collezione privata Rita
Sciamanna, Verona)
Il merletto Tenerife in Svizzera
Carla Guzzi conserva
con tanto amore, alcuni merletti appartenuti a due signore non più in vita,
Angelica e Savina. Tra queste trine si trova un
cartoncino tondo con dei fili lanciati………….Carla
non era a conoscenza di questa lavorazione ed ora ha scoperto cos’è questo
cerchio magico di cartone!
Il cartone misura cm. 35 di diametro.
Inizio della
lavorazione
spagna
Plasencia estrema dura
https://planvex.es/web/2022/05/rosetones-de-encajes/
.
Il merletto Tenerife in Paraguay, Brasile, Venezuela, Bolivia
Gli spagnoli lo hanno
esportato anche in Paraguay, dove oggi è conosciuto con il nome di “nanduti”, che significa “ tela del ragno”, Brasile e
Venezuela (el sol de Maracaibo).
Paraguay
Merletti di Cluny, facenti parte nel 1903 della
collezione del Museo della Scuola Industriale di Paluen,
Germania.
In Paraguay, la comparsa
del “nanduti”, risale al XVIII secolo, gli indigeni lo acquisirono dagli
spagnoli dell’isola di Tenerife, ne variarono il modo di esecuzione, lo elaborarono nella foggia e nei colori,
per poi ornare i loro abiti. In questo paese è riconosciuto come un
elemento rappresentativo dell’artigianato paraguaiano. Nel dicembre 2002,
si è inaugurato a Itaguà (30 Km. da Asunción) il
primo Museo Comunitario dei prodotti fatti a mano del Paraguay: qui si
trova anche il merletto “nanduti”. Come tutte le
altre forme artigianali anche questa si tramanda di generazione in
generazione tramite il filo della memoria.
Nell’Esposizione universale di Barcellona del 1888 il Paraguay
presentò diversi merletti nanduti, Doña Carmen Gill De Cordal
presentò un ventaglio, un davantino, alcuni centrotavola e una mantiglia.
Molti altri oggetti in merletto vennero presentati da altre persone.
All’Esposizione internazionale di Bruxelles del 1896 il governo del
Paraguay presentò diversi oggetti in merletto nanduti
tra cui: quattro ventagli di filo, otto ventagli di seta, un davantino,
diversi centrotavola in filo e in seta.
Nanduti, un’arte indigena Paraguaiana, articolo di Edgard Roquette- Pinto, 1927
Il mio interesse per i nanduti risale al
1911, quando sono stato in Paraguay per la prima volta. Questo pizzo
paraguaiano è tanto delicato nella trama quanto è meraviglioso nel
simbolismo dei suoi disegni. A prima vista alcuni minuziosi dettagli di
interpretazione sfuggono all'osservatore che è incline a considerarlo come
mero prodotto artistico di notevole valore commerciale. In realtà,
tuttavia, nanduti è considerato da tutti coloro
che ne hanno familiarità, come manifestazione del colore locale, in cui si
intrecciano le fantasie sognanti e i motivi altamente artistici sviluppati
dalle donne paraguaiane. Nel 1920, soggiornai diversi mesi in Paraguay, e
attraverso la buona volontà delle amicizie locali ho avuto la fortuna di
poter conoscere l’interpretazione della delicata simbologia dei disegni e
arabeschi di questo artigianato indigeno assolutamente unico. Perché è un
fatto che la maggior parte, se non tutti, i disegni di nanduti
sono la rappresentazione ideografica di vari elementi indigeni, inclusi in
alcuni casi i gesti e gli atteggiamenti e attitudini delle persone. La
caratteristica peculiare del pizzo paraguaiano risiede nel fatto che le
linee di tutti i suoi modelli fondamentalmente tipici sono circolari.
Infatti tutti i disegni nanduti appaiono come
tanti soggetti catturati in una ragnatela. Le donne paraguaiane ora usano
quasi esclusivamente cotone e seta nella lavorazione del merletto. In
precedenza, veniva impiegato il filo di bromelia
(fibra ricavata dalle foglie di agave o ananas) per questo scopo e mi
dicono che viene ancora usato all'interno del paese dove scarseggia il filo
importato. Personalmente, tuttavia, ho visto solo pizzi nanduti
di lino, cotone e seta. Il merletto è realizzato su un telaio di legno
quadrato, su questo viene steso un pezzo di mussola e con l'aiuto di un
bicchiere o di una tazza si traccia a matita il contorno dei cerchi che
serviranno da guida per i dischi finiti, chiamati dejados
de nanduti. Questi dischi, dopo essere stati
lavorati vengono uniti mediante punti speciali per realizzare merletti di
grandi dimensioni. La base del merletto per gli schemi circolari, è
solitamente composta da “filete”, o
fili tesi che formano dei raggi. I raggi posso essere anche 140 e sono
raccolti in gruppi che formano delle traccie su
cui poi lavorare i punti caratteristici che sono chiamati: Apytè, Aramaje e Pasasinta. Ci sono due modelli di nanduti
che sono eccezioni a questa regola in quanto non contengono Apytè, e sono chiamati “filigree” cioè filigrana e “guava flower”.
Punto filigree e punto guava flower,
fiore di Guava
Credo, tuttavia, che questi due disegni
ornamentali non appartengono veramente alla primitiva famiglia dei nanduti, ma siano punti decorativi introdotti
successivamente. Questa convinzione è rafforzata dalla mancanza in entrambi
questi disegni della caratteristica finitura a cimosa della circonferenza,
che è presente in ciascuno e in tutti i numerosi campioni esposti nel Museo
Nazionale a Rio de Janeiro. Nanduti è fatto
esclusivamente da giovani donne istruite nella complessità di questa
delicata arte. Le donne anziane custodiscono gelosamente certe segreti
della tecnica necessari per il successo di alcuni disegni. Ma la più
difficile di tutte le informazioni da cui ottenere dalle merlettaie più
anziane è il significato simbolico ideografico degli arabeschi. Non credo
che nessuno fino ad oggi sia riuscito perfettamente a decifrare il
significato segreto contenuto in ciascuno dei motivi nanduti,
però Nicholas Aymot publicò
su “El Orden”, (Asuncion, Paraguay, March 12, 1927), la seguente
leggenda che aveva sentito da una centenaria indiana Guaranì, vicino a Piribebui.
Molto tempo fa, nella tribù Guaranì si
stavano facendo i preparativi per il matrimonio del figlio del capo con una
fanciulla indiana. Il giovane, volendo aggiungere una pelle di giaguaro ai
regali che erano stati preparati per la sua sposa, uscì verso il bosco.
Durante la notte si trovò in mezzo a una fitta foresta, raccolse alcuni
rami intorno al tronco di un albero e, impreparato ad accamparsi in un
ambiente così pericoloso, si addormentò sul suo letto improvvisato. Non
tornò mai alla sua tribù e tutti i tentativi per trovarlo furono inutili.
Molti anni dopo un cacciatore appartenente alla stessa tribù trovò,
sdraiato fianco a fianco sotto un grande albero della foresta, lo scheletro
di un uomo e lo scheletro di una tigre. Nelle vicinanze c'erano l'arco e le
frecce e altri oggetti che erano appartenuti al figlio del capo. I ragni
avevano preso dimora tra le ossa del giovane e, come per preparare un degno
sudario per uno che era morto nel tentativo di compiacere la sua amata,
nascosero completamente i resti del giovane con un rivestimento di pizzo
finemente intrecciato. Vedendo ciò, la sposa vedova, il cui dolore non era
mai stato alleviato, divenne gelosa dei ragni. Non poteva sopportare di
pensare che qualcuno oltre a lei avesse protetto i resti del suo amato
defunto. Quindi per molto tempo andò ogni giorno nella foresta per imparare
a filare dai ragni, e quando il sudario dell’amato veniva consumato dal
tempo, lei lo sostituiva con un suo merletto come avevano fatto i ragni e e nel tempo diventò sempre più fine e più bello. Così
nell'amore e nel dolore è stata concepita nel cervello di questa donna
indiana del Paraguay l'idea di nanduti.
Le forme ideografiche del nanduti si
possono classificare in quattro gruppi:
Collezione del Museo Nazionale di Rio de
Janeiro
Motivi fitomorfi
Guava Flower
Yvirayty Yovay
Boyacà, Acrocomia
sp. Rosemary,
rosmarino
|
Motivi zoomorfi
Parrot’s beak, becco di
pappagallo
Scorpione
Tartaruga
Ibis
|
Figure skiagrafiche
Oven, forno
Dew, rugiada
|
Miscellanea
Orma
|
In Paraguay la
lavorazione del Nanduti viene praticata
direttamente sul tessuto teso sul telaio (courtesy
Rose Allen)°
|
Tovaglie con inserti di nanduti
(courtesy Rose Allen°)
|
Istituto Paraguayo de Artesania
Nel 2004 tramite una legge nacque l’Istituto Paraguayo
de Artesania con lo scopo di promuovere lo
sviluppo dell'artigianato nazionale, stimolare e proteggere l'artigiano,
cercare canali di marketing e incoraggiare la formazione degli artigiani.
Le merlettaie di nanduti sono un “museo vivente”,
essendo le depositarie di un patrimonio appartenente al passato della loro
comunità. In rete si possono vedere tutti i passaggi per realizzare il nanduti: https://www.youtube.com/watch?v=W4fnCkht6Ss
La direttrice con le sue allieve
Abiti folkloristici paraguaiani
Silvana López Moreira, first lady del Paraguay, e il prezioso abito
“ñanduti”
Silvana López Moreira,
first lady del Paraguay, in occasione della cerimonia per l’insediamento
presidenziale del marito, ha indossato un abito interamente realizzato
con il merletto nanduti, dimostrazione
ufficiale delle tradizioni del suo paese. La first lady, anche in altre
rappresentazioni istituzionali non perde l’occasione di sfoggiare uno dei
simboli dell’artigianato paraguaiano. Estefana Benegas è l’artigiana che ha realizzato questo abito.
L’ufficio
istituzionale di Silvana López Moreira ha come distintivo un disegno basato sul
merletto nanduti con al centro l’effige della
bandiera paraguaiana. In questa immagine il merletto in originale si
trova nel supporto in primo piano
di fronte alla first lady.
|
Ogni anno, il 15 di
agosto a Itiuguà si festeggia la giornata
nazionale del merletto paraguaiano con sfilate di carri ed elezione di
miss ñanduti. Tutto è all’insegna del merletto
e le giovani partecipanti al concorso portano abiti ornati di ñanduti. Per il paese è un orgoglio nazionale, una
festa gioiosa, colma di colori, sorrisi, allegria.
Tomasa Coronel, Clara Meza, Cándida Ramírez, Estéfana Benegas e Basiliza Florentín sono le cinque artigiane che sono state
omaggiate per essersi distinte nell’arte del merletto.
Eliodora Ramos De Martinez, scomparsa nel 2020 all’età di 74 anni, ha
scritto questo libro sul merletto paraguaiano
Albina Gonzales di 84 anni, nel 2019 è stata
eletta Miss merlettaia di ñanduti per la sua
abilità di lavorare con il filo sottile
Zinilda Britez, lavora con
colori delicati, tutto il suo lavoro è romantico e lieve, dalla
miscellanea dei colori ai punti ben studiati.
Elsa Silva Martinez
Elsa punta sui colori
di contrasto d’impronta moderna, su una struttura di filo nero ricama con
colori decisi e dice che ultimamente si sta valorizzando il nanduti e ribadisce che non vive solo di merletto, ma
in momenti economici difficili, il nanduti
aiuta.
Gilda Gaona
Gilda ha
78 anni e ha appreso l’arte del nanduti da sua
madre, lavora sia con filo sottile che grosso.
|
Mayra Godoy ha partecipato
nel 2016 a “Miss Teen Mundial Paraguay”
sfoggiando questo abito di nanduti applicato su
tulle. Lo stilsta che ha disegnato l’abito è
Alfredo Gaona.
Bandiere del Paraguay eseguite con svariati punti
della tacnica “ Nanduti”
In occasione dell’ottantesimo anno dell’immigrazione giapponese in
Paraguay le merlettaie paraguaiane hanno assemblato la loro arte con la trdizione centenaria del kimono. L’incanto del nanduti paraguaiano si integra armoniosamente con la
sobrietà del kimono giapponese. Il risultato è un’amalgama
di culture.
Guadalupe Quiñones direttice
della casa di moda Morena Toro, disegna capi di abbigliamento e accessori
in modo innovativo, moderno ma sempre e rigorosamente fatto a mano. Questo
abito ne è un esempio, nella scelta dei colori, dei punti, delle simmetrie
e geometrie. Il risultato eccellente è dato dalla mano fatata della
merlettaia, colei che interpreta il disegno con la sua esperienza, passione
e maestria.
Grazie alla grande disponibilità e
cortesia del poliedrico Giorgio Boccia, possiamo vedere alcune opere paraguaiane che ha acquistato ad Asunciòn e Itagua, le ha fotografate e ne ha permesso la pubblicazione; queste opere
sono realizzate con grande maestria e fantasia di colori e motivi.
Tovaglie ricche di colori, motivi di varie forme sparsi al centro
|
Le danze folkloristiche si intrecciano
con il Nanduti
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Brasile
Fazzoletto proveniente dal Brasile del XIX
secolo, donato al “The Met” da Samuel S. Howland nel 1906. Il disegno ha un effetto ottico di
rilievo, i mezzi cerchi e i cerchi pieni, realizzati con vari punti e modi di
intreccio, danno l’idea di una sovrapposizione di cerchi. © Metropolitan
Museum, New York
In Brasile, il nhanduti è legato ad una leggenda: “Si narra che una
indigena non si dava pace per la scomparsa del suo amato, egli era un
guerriero e quando venne ritrovato, il suo corpo era coperto da una ragnatela
tessuta in un modo da sembrare un prezioso velo. La donna immediatamente
cercò di copiarlo con ago e filo. Così nacque il primo merletto nhanduti in Brasile”.
A
San Paolo del Brasile si trova il Museo “Casa das Culturas Indigena”^, oltre al merletto a fuselli (renda de Bilros) , ai ricami
a fili tirati (renda de crivo), al rinascimento e
al macramè (renda de abrolhos) viene conservato
anche questo tipo di merletto.
In
Venezuela porta il nome “Bordado de soles de Maracaibo” e presso l’Università di Zulia a Maracaibo, si vorrebbe creare un corso, per non
perdere le tracce di una tradizione remota, a tal proposito è stato scritto
anche un libro.
Già
nel 1894 Tina Frauberger
scrisse un libro “Spitzenkunde “ dove dà
la spiegazione su come si esegue il “soles del
Brasile”, si può vedere la foto di un grande lavoro realizzato con questa
tecnica(pag.123).
Ecco alcuni motivi caratteristici brasiliani:
Argentina
Fàtima Lopez e Aletta Lopez, ballerine argentine con i loro
abiti flolkloristici fatti di merletto nanduti, nelle ampie maniche ci sono anche degli inserti
a filet.
JUANA
DE ARCOS
Juana de Arcos è una delle linee di abbigliamento più originali ed
artistiche prodotte a Buenos Aires. Il
marchio è stato creato da Mariana Cortés, nelle sue collezioni ha inserito il
merletto nanduti sia nella stampa che nella
versione originale fatta a mano, tra esplosioni di colore e fantasia.
Alcuni modelli di Mariana Cortés
Bolivia
Anche la Bolivia ha la sua bandiera in “Nanduti”
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Venezuela e il “Sol de Maracaibo”
In
Venezuela, secondo un’esperta americana, le origini di questo merletto hanno
avuto inizio nella città che oggi si chiama La Villa del Rosario de Perijà. Il primo insediamento era formato da 40 famiglie
di coloni che si stabilirono nella Sierra del basso Perijà
al comando di Don Juan de Chourio. Questo manufatto
oggi porta il nome “Bordado de sol de Maracaibo” e
qui nella capitale venne portato dai coloni spagnoli che si erano insediati
nella Villa del Rosario di Perijá
presso
l’Università di Zulia a Maracaibo, si vorrebbe
creare un corso, per non perdere le tracce di una tradizione remota, a tal
proposito è stato scritto anche un libro.
Arelis Martinez, Venezuela
Gloria Barrientos, ha realizzato questo merletto con un disegno
originale e innovativo, sono cinque bamboline che si tengono per mano
Un originale esecuzione del sol di Maracaibo, creato
con i fili di tessitura solo in verticale e non nel classico modo circolare, Zulema Alcala
Josemir Urdaneta, non usa solo il classico telaietto di legno ma
anche quello di silicone e altri supporti usati negli altri paesi
La maestra Elba Graciela Montero de Rondón con il mantello della Vergine di Nostra Signora di
Chiquinquirá, patrona della città, composto da più
di 500 Soles de Maracaibo realizzati con le sue
allieve.
Elba de Rondon insieme a Iria Rojas e Maria Arrieta nel 2016
hanno ricevuto una pergamena di riconoscimento con questa motivazione: ”Per
il suo inestimabile apporto alla conservazione e insegnamento del Soles di Maracaibo, per il suo eccezionale impegno ed
esperienza di lavoro trasportato
nell’insegnamento della tecnica del Soles di
Maracaibo alle nuove generazioni di merlettaie, che rafforzano la permanenza
nel tempo del merletto tradizionale di Maracaibo”.
“La tejedora de nanduti”di Victoriano Emilio Montes, 1892
Graziosa, svelta,
pura e modesta
con aleggiare da mainumbí,
al braccio porta
l’esigua cesta
la tessitrice di ñandutí.
Ha il roseo labbro
del fior l’incanto,
fine é la vita come
il pirí...
chi le resiste, se
bella é tanto
e fa tessuti di ñanduti
Carlo I’adora e ode
nel sonno
frasi dolcissime in
guaraní,
e lo chiama suo
caro dono.
la tessitrice di ñandutí.
Ieri le disse: —
«come sei bella
per te il mio cuore
passion sentí!
Se m’ami, insieme farem, donzella,
molti tessuti di ñandutí .»
— «Grazie, rispose,
ché sulla riva
sono felice del Tacuarí,
dove è amata come
una diva
la tessitrice di ñandutí.
Le sue caprette
segue l’amante,
mandioca ai solchi dona e maní;
ed é ogni detto suo
piú elegante
che i miei tessuti
di ñandutì
Nella canoa mi
porta al lato,
mi dá fragranti piripotì...
se lo sapessi! l’ho
giá legato
con soavi lacci di ñandutì .
Chi è piú nobile, piú ricco di lui
che il mio adorato?
e ha amoreggiato con il suo ventaglio
pieno di stelle di ñandutì.
Con un sorriso
colse la cesta,
e con la grazia del
mainumbì
seguí il cammino, dolce e modesta
la tessitrice di ñandutì.
Victoriano Emilio Montes, era un
avvocato, educatore e poeta. Nacque l'8 giugno 1855 a Montevideo (Uruguay) morì
a Buenos Aires il 31 marzo 1917. Come poeta ha cantato le glorie nazionali, i
suoi versi più noti sono la sua poesia immortale, "La tejedora de Ñanduty", che
cantata dai trovatori dalla fine del XIX secolo, ha reso famoso il suo nome
nella città.
Le parole di questa
poesia sono diventate una canzone paraguaiana https://www.youtube.com/watch?v=b8uxf1j5Tfo
La danza della tejedora https://www.youtube.com/watch?v=wLpFvsjLsZU
Le danzatrici hanno in mano il telaietto per ricamare
il merletto
E’
vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte
le pagine del sito.
Ringraziamenti
Ringrazio
vivamente il Metropolitan Museum
of Art di New York, Giorgio Boccia, Rose Allen,
Mariella, Maria Rosaria, Carla, Rachele e Rita Sciamanna, Elizabeth Correa,
per la loro piena disponibilità, ringrazio ulteriormente i siti:
#http://www.paraguayhechoamano.org/phamesp.htm
° http://www.capitolviewconsulting.com/
https://www.extra.com.py/actualidad/tejedoras-piden-crear-una-escuela-ensenar-nanduti-n2773620.html
https://www.youtube.com/watch?v=2q-aDEZTOvk
https://www.youtube.com/watch?v=RnDnUrhmQNE
§Biblioteque
D.M.C. « Les jours sur toile » II serie,
Therese de Dillmont
*Biblioteque D.M.C.
« Dentelle Ténériffe » Therese de Dillmont
Questi due libri sono scaricabili in PDF dal sito dell’university Arizona: http://www.cs.arizona.edu/patterns
^ Casa das Culturas
Indígenas: rua Augusta 1.371 , loja 07 - Galeria Ouro Velho - São Paulo http://www.iande.art.br/museu/museuvirtual.htm
“Thesa Handarbeitenbuch”
https://www.antiquepatternlibrary.org/html/warm/B-YS089.htm
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