Piemonte

Mi piace aprire questa pagina con le  parole che la regione Piemonte ha inserito nel disciplinare di produzione per l’artigianato di eccellenza:

TRINE E RICAMI

Schietta espressione della esuberante vivacità popolare, l’arte delle trine e dei ricami presenta spesso caratteri di uno spiccato e originale regionalismo. Addentrandoci nello spirito dei popoli, scopriamo nell’ombra focolai ancora vivi di antiche tradizioni che l’amore per la terra alimenta di generazione in generazione: li ritroviamo nei dialetti, nei costumi, nelle feste popolari, nell’artigianato, nella tecnica delle trine e dei ricami.°

Antichi merletti piemontesi assomiglianti a quelli prodotti anche a Gessopalena in Abruzzo

Valli Occitane (Cuneo)

Una biografia datata 1731, della serva di Dio Anna Maria Speciali, ci racconta che questa donna da piccola, all’età di nove anni faceva i merletti “Così preziosi che era uno stupore.” Anna Maria nacque nel 1637 a Fossano, quindi possiamo dire che già dalla prima metà del XVII secolo a Cuneo si facevano i merletti.

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Merletti di Cuneo

A Busca in provincia di Cuneo, nei locali del Convento dei Cappuccini, la maestra merlettaia Ombretta Audisio Collino ha inaugurato il Museo del Tombolo che espone i suoi lavori e le sue collezioni di merletti antichi.

Panoramiche del Museo del Merletto a Busca

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L'arte del merletto a fuselli si è diffusa in Val Varaita a partire dalla seconda metà del XVII secolo e le merlettaie che si appropriarono di questa tecnica vivevano a Casteldelfino, Pontechianale, Bellino e Sampeyre e in Val Maira ad Acceglio. Il merletto dell’Occitania italiana si contraddistingue  dal fondo eseguito a "Point de Paris"; gli altri punti sono il punto tela, il mezzo punto, il point cannage, point d'esprit e le point à la rose. Un'altra caratteristica è il contorno dei disegni con un filo grosso e lucente chiamato "cordonnet" che crea in questo merletto, una unicità nei confronti dei merletti realizzati nel resto d'Italia. Il merletto Occitano era nato per ornare le cuffie del costume tradizionale femminile (béro), talvolta anche quello maschile.

 

Fuselli della Val Varaita e Chianale

Con il declino di questa tradizione sembrava che questa lavorazione fosse destinata a scomparire, ma tra il 1900 e il 2000, due persone si interessarono a tenere viva l'arte del merletto: prima con il Colonnello Michele Bes (1872-1953), poi con l'Avvocato Giampiero Boschero, presidente dell'Associazione Pouiéntes d'Oc che tutela e diffonde  l’arte del merletto.

     

Merletto antico riprodotto su disegno di Adriana Anghilante, realizzazione  di Ombretta Audisio con l’ausilio di 186 fuselli.

  Costume tradizionale

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Cuffia del costume tradizionale delle Valli Occitane

Durante l’estate, in occasione delle feste patronali, si possono vedere donne, uomini e bambini, in costumi tradizionali. L’abito in Alta Valle è nero con tre grandi pieghe sciolte sul dorso. E’ arricchito da uno scialle dai colori vivaci e in testa si porta una preziosa cuffia dalla tesa molto ampia e realizzata in merletto a fuselli: a volte occorrono centinaia di fuselli per portare a compimento questo capolavoro.

Cuffia realizzata da Adriana Anghilante in sei mesi ininterrotti di lavoro

Abito battesimale realizzato magistralmente da Ombretta Audisio Collino dedicando 2.000 ore di lavoro in tre anni. Si trova esposto nel Museo del Merletto di Busca a Cuneo.

http://www.vallevaraita.cn.it/estate/costumi.jpg 

Pragelato (Torino)

Pragelato testimonia la lavorazione del merletto nei suoi bellissimi costumi tradizionali. La "barette" è la cuffia per le grandi occasioni, matrimoni e feste patronali, è confezionata in organza azzurra o in lino bianco (nel caso di lutto) ed i pizzi che la ornano sono realizzati al tombolo.

Susa (Torino)

Il Beato Edoardo Giuseppe Rosaz nacque a Susa e qui diventato sacerdote ebbe un desiderio, quello di fondare un Ritiro per ragazze. Questo pensiero gli venne in mente il giorno in cui gli fu raccomandata una fanciulla abbandonata, alla quale altre se ne aggiunsero. Una benefattrice gli mise a disposizione la sua casetta e le ricoverate più grandicelle fin dal 1863 furono addette all'arte del tessere e le più piccine al lavoro di merletti a tombolo.

        Bardonecchia (Torino)

Pochi sanno che in Alta Valle di Susa, a Rochemolles, si faceva il merletto al tombolo e che nel Museo civico di Bardonecchia è conservato un antico tombolo completo di merletto, fuselli e “crocca d’ fà pountzetta”, ovvero l’attrezzo tutto intagliato che, piantato nel terreno e tenuto tra le ginocchia, faceva da supporto al tombolo in fase di lavorazione del pizzo. A Melezet, frazione di Bardonecchia, l’arte del merletto è ancora conservata e tramandata nell’ambito familiare.

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“Crocca d’fa pountzetta

Il merletto a Rochemolles è stato portato da Isabella de Serre, una bella e nobile dama di Oulx, moglie di Lorenzo De Ferrus nel 1620- 1630. Nel passato, tale produzione costituiva una valida risorsa economica per il piccolo villaggio alpino. Infatti le donne valsusine che indossavano il costume si rifornivano a Rochemolles di pizzi per adornare i loro abiti ed in particolare le cuffie.
(Dalila Souberan)

A Bardonecchia c'è una scuola del merletto, essa ospita numerose ragazze che vogliono apprendere il lavoro con i fuselli. Si lavora con filo continuo e si usano da otto a trecento fuselli per volta: quando si sbaglia si ricomincia da capo.

Alle pareti dell'aula della scuola è possibile ammirare alcune opere: della frutta policroma tipica di Melezet, il simbolo delle olimpiadi del 2006, alcuni sciatori realizzati in filo nero, e vari altri pizzi.

 A Bardonecchia, presso il "Museo Civico", si possono vedere i vari attrezzi del passato tra cui un tombolo e alcune cuffie del costume tradizionale.

 

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Lavorazione del merletto di Bardonecchia

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Antico tombolo e fuselli di Bardonecchia che tanta storia ha da raccontare! (foto courtesy Dott.ssa Paola Tirone)

Torino

Nel 1955 la Scuola d’arte di II grado aveva tra le materie anche il merletto, con una maestra d’arte per la tecnica, per il disegno: un insegnante di disegno dal vero, con la direzione dei laboratori della sezione dell'arte del merletto e ricamo.

Canelli (Asti)

Dal 2010 ad Asti, l’Associazione “Dal Fuso in poi” si occupa del recupero delle arti manuali, tra queste c’è anche il merletto a tombolo. Il 7 luglio 2019 a Canelli, in collaborazione con Memoria Viva, Unitre e Auser, ha organizzato il primo Raduno degli appassionati di merletto. In Piazza Cavour, si potevano ammirare le Meraviglie del Merletto: realizzazioni in diretta di pizzi al tombolo, uncinetto e macramè ad opera degli esperti del gruppo. L’originalità dell’incontro sta nel fatto che sono stati invitati ad unirsi al Gruppo tutti gli Esperti, gli Appassionati e i Principianti per mostrare le loro creazioni e tecniche di lavoro.

Castellamonte ( Torino)

Castellamonte è un comune di circa 10.000 abitanti e per quel che riguarda il merletto ha una sua storia da raccontare. Durante la seduta del 14 marzo 1920 del Consiglio Comunale di Castellamonte si decise di impiegare il lascito dell'imprenditore Felice Faccio per creare formalmente una scuola professionale che verrà legalmente istituita da Vittorio Emanuele III con Regio Decreto 11 maggio 1922. La Regia scuola d'Arte di Castellamonte trovò finalmente un proprio delicato assetto, specialmente sotto la direzione dello scultore Delfo Paoletti (dal 1934/35), con insegnanti di prestigio, come Leo Ravazzi. La sua struttura si articolava in tre corsi, con i relativi capiofficina, per i falegnami-ebanisti, gli edili e i ceramisti. Nello stesso periodo, venne creato il corso femminile di taglio, cucito e ricamo. Un chiaro segnale d'espansione e di successo si individuò nella partecipazione della scuola alle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali, con molteplici riconoscimenti nell'ultimo quinquennio di pace (1935/40): dall'Esposizione Internazionale di Buenos Aires nel 1935, all'Esposizione Internazionale di Pizzi e Merletti a Monaco di Baviera nel 1937, all'Esposizione Internazionale di San Paolo del Brasile nello stesso 1937, alla VII Triennale di Milano nel 1940. Nel dopoguerra, 1944 al 1967, la ricostruzione della scuola fu gestita dallo scultore ligure Enrico Carmassi. Nella Gazzetta Ufficiale del 6 giugno 1959 venne pubblicato il bando di concorso per 101 insegnanti di arte applicata nelle scuole d’arte statali e per Castellamonte si cercavano 4 insegnanti di merletto e ricamo, quindi siamo certi che fino a quel periodo il merletto era materia importante in questa scuola d’arte. Nel settembre del 2004, in concomitanza della 44° Mostra della Ceramica, si è svolta a Castellamonte la prima ” Mostra di arti Applicate”. Per la sezione” Ricerche ricamate”  erano esposti venti straordinari "capolavori" di ricami "avanguardisti" degli anni '50, molti dei quali assolutamente inediti, realizzati nella sezione di merletto e ricamo dell'Istituto Statale d'Arte "Felice Faccio" di Castellamonte guidata da Caterina Cattarello. La sua eccezionale capacità di sperimentazione  influenzata dal “Movimento Arte Concreta” era stata riconosciuta anche alle Triennali di Milano cui avevano preso parte in quegli anni. La Cattarello insegnò in questa scuola dal 1944 al 1963. La Gazzetta Ufficiale del marzo del 1968 pubblicava ancora il concorso per l’insegnante di ricamo e merletto.

Mostra: “Merletti, la Poesia del Nodo” Palazzo Madama, Torino,

Il nuovo allestimento della sala tessuti a Palazzo Madama di Torino, dal 12 giugno al 31 dicembre 2010, ha presentato 95 pezzi importanti della ricca collezione di merletti del museo: oltre 450 manufatti tra cui numerosi accessori di abbigliamento, ventagli, grembiuli, cuffie, fazzoletti, colletti. Con i preziosi reticelli rinascimentali, i gros points alla moda di Venezia, i leggerissimi bordi e barbes del Settecento fiammingo, i pizzi ottocenteschi eseguiti a macchina, la selezione ha ripercorso la storia del merletto e ha offerto approfondimenti sulle tecniche, sulla moda e sull’uso, sul suo valore simbolico nella nostra vita.

Il Museo ha chiamato a collaborare al progetto tre fiber artist di fama internazionale: Wanda Casaril, Gina Morandini e Thessy Schoenholzer Nichols. Le loro opere si sono collocate in rapporto diretto con le trame antiche, evidenziando l’attualità e la potenzialità creativa delle tecniche tessili. Il loro contributo, dal titolo Simile-Dissimile, si è sviluppato nella Sala Tessuti e nella Corte Medievale ed ha esplorato le potenzialità dell’uso di materiali diversi, declinata su temi attuali e connessi con le collezioni del museo ma anche con la nostra vita quotidiana. Le opere sono una rilettura dei preziosi intrecci che espressero, per secoli, lusso, sfarzo e potere, rivisitati con mezzi tradizionali e alternativi e una certa dose di ironia.

Focus sul tema dei merletti anche in Sala Relax, al Primo Piano: sei studenti del corso di Fashion and Textile Design dell’Istituto Europeo di Design, coordinati da Alessandro Moroni, hanno esposto venti proposte sartoriali, elaborate riflettendo sui concetti base del merletto: il nodo e l’intreccio, il vuoto e il pieno, la trasparenza. Gli abiti esposti sono stati frutto di un percorso che ha visto gli studenti impegnati nello studio dei manufatti di Palazzo Madama, delle tecniche e dell’evoluzione stilistica del merletto, per poi dedicarsi allo sviluppo dei personali percorsi di ricerca e di ideazione creativa.

La rete intessuta con l’esposizione Merletti ha coinvolto tutto il museo: ai vari piani i visitatori hanno potuto trovare segnalazioni di opere che richiamavano i temi del merletto e approfondimenti sulla storia del costume; nell’Atelier allestito in Torre Romana, accanto a Sala Tessuti, è stato possibile creare con i materiali e le istruzioni a disposizione, una gorgiera o un collettone come quelli visti nei ritratti seicenteschi. Il complesso percorso di Merletti era arricchito da un ricco apparato di didascalie testuali e interattive, da approfondimenti video e da attività per le famiglie e visite guidate.

Scuole ed Associazioni

 

·        Associazione"Poientes d'Oc"    Sede P.sso Museo Civico di Cuneo

 Via S. Maria 12100 Cuneo

Per info.Avv. Dott. Giampiero Boschiero Saluzzo(CN)

         

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Musei e Mostre

Museo del tombolo ( a cura di Ombretta Audisio Collino), presso i locali del Convento dei Cappuccini

Busca, Cuneo

 

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tombolo di Coumboscuro

 

 Museo Etnografico

 Coumboscuro (Cuneo)                  

 http://www.vallidicuneo.net/coumboscuro_museoetnografico.htm

 

  Museo Etnografico

  Casteldelfino (Cuneo)              Tel-0175-95242/45235

 In questa mostra ci sono oggetti della tradizione occitana: cuffie e merletti realizzati al tombolo.

 

" Museo Civico di Cuneo”

 Via S. Maria 10            

 http://www.comune.cuneo.it/settori/cultura/museo.html

Presso questo Museo si possono ammirare costumi del XVIII-XIX secolo, arricchiti di merletti a fuselli. Il Museo ospitò nel 1987 un corso di insegnamento per il merletto

 

·        “ Museo dell’ombrello e del parasole

  Gignese (Novara)  Tel.0323-20067

Presso questo museo si possono vedere ombrelli e parasoli in tutte le fogge, tra cui un parasole in merletto nero.

 

·        " Museo Civico d’Arte Antica”a Palazzo Madama

  Piazza Castello  10122 Torino

011 4433501        011 4429929              info per la sala dei tessuti 011 6428401

La raccolta di merletti di Palazzo Madama conta oltre cinquecento manufatti: pizzi di grandi dimensioni, bordure e entre-deux, capi di abbigliamento e accessori – ventagli, colletti, grembiuli, cuffie, fazzoletti.

https://www.palazzomadamatorino.it/it/blog/luglio-2014/merletti-dalle-collezioni-di-palazzo-madama

 

·        " Museo Civico Etnografico"

 Via Des Geneys, 6   Bardonecchia (Torino)   Tel.0122-902612

 Raccoglie anche pizzi realizzati al tombolo    

   http://rupestre.net/archiv/tpop11.htm/A/P

 

·        "Museo del costume tradizionale delle genti alpine"

 Borgo vecchio Ruà    Pragelato  (Torino)    tel.0122/78904-78800

 Molto belli sono in particolare gli abiti femminili e autentici “pezzi unici sono le toque, i caratteristici copricapi a forma di ventaglio aperto ornati da nastri colorati di seta e di velluto, con un nastro di lana ripiegato a U e portato appoggiato alla schiena per trattenere il cappello in caso di vento, o le barette, la variante della toque per le feste, realizzata in organza ricamata e ornata di pizzi lavorati al tombolo.

 

·        Museo Nazionale della Montagna “ Duca degli Abruzzi”

Club Alpino Italiano - Sezione di Torino
Via G.Giardino 39 - Torino
tel 0116 604 104
fax 0116 604 622
direttore: Aldo Audisio

http://www.museomontagna.org/

 Al piano terra si può ammirare una vasta collezione di costumi tradizionali della Valli di Lanzo, Susa, Varaita e Orco.

·        Mostra permanete del “Puncetto”

Presso il Municipio di Fobello , Vercelli

 per info.  0163  561900

http://www.comune.fobello.vc.it/Home/Guida-al-paese?IDDettaglio=34236

Espone esemplari della tipica trina ornamentale valsesiana, utilizzata soprattutto per arricchire i costumi delle donne della valle.

 

Ringraziamenti

Per la collaborazione si ringrazia la Dott.ssa Paola Tirone, studiosa di etnografia, la maestra merlettaia Ombretta Audisio Collino e i siti:

http://rupestre.net/archiv/tpop11.htm

°http://www.regione.piemonte.it/artig/eccellenza/

 

Della vita della Serva di Dio Anna Maria Speciali Faussona: libri tre, 1731, Francesco De Simone

 

 

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