Ombrellino parasole, un vezzo Immagini tratte da “Il Corriere delle dame”
1854 Un
tempo ci si proteggeva dalla pioggia con i mantelli o con i cappelli e dal
sole invece con l’ombrellino. Il parasole nasce dall’esigenza delle nobildonne
per ripararsi dal sole e conservare il pallido incarnato distinguendosi dalle
contadine che lavoravano nei campi ed avevano una pelle abbronzata. I
parasoli venivano usati da donne di elevati ceti sociali e quindi erano
preziosi dei veri gioielli, realizzati con sete ricamate, velluti, oppure
bordati di merletti, frange, piume di marabù,
fiocchi, passamanerie, rouche, o ricoperti interamente di merletto. Le
impugnature potevano essere in avorio, madreperla, osso, argento, oro,
ceramica di Sèvres o essenze legnose pregiate. Ce n’erano di varie dimensioni
per ogni ora della giornata, per ogni gradazione della luce un apposito
ombrellino. Questa moda attraversò un secolo, dal primo
decennio dell’800 fino ai primi del ‘900. Ombrellino, ventaglio
e fazzolettino erano una civetteria, un vezzo
per esaltare la femminilità che ebbe la massima espressione nell’epoca
vittoriana. “Mattino”, Luigi Nono, 1892 In questo dipinto
vediamo un parasole prezioso con ampia balza svolazzante e anche la dama, che
si trova dietro al personaggio in primo piano, ha un ombrellino in merletto. La
bimba indossa un abito interamente di merletto e una importante cuffietta
riccamente bordata da una balza arricciata in merletto. immagine tratta da “Myra’s journal” del 1879 Coppia di ombrellini parasole, collezione Bertha Pappenheim, MAK Vienna. A destra, ombrellino realizzato all’uncinetto,
“Merletto d’Irlanda”, a sinistra ombrellino
realizzato a fuselli Parasole ricamato
ad intaglio, Museo dell'Ombrello e del Parasole, Gignese (VB)
Parasole in velluto bianco e merletto tipo San Gallo, manico e puntale in legno, collezione
Europea. Credit
The Elizabeth Day McCormick Collection Photograph
© Museum of Fine Arts, Boston* Particolare del merletto Immagine tratta dalla rivista di moda
“Englishwoman's domestic magazine” 1861 Immagine tratta da “Englishwoman's domestic
magazine” 1863 Ombrellino in seta bordato di merletto, 1850 ” Parasole, tratto dalla mostra "In quelle
trine morbide", Merletti dell'Ottocento dalla collezione Arnaldo Caprai Parasole in taffetas e merletto meccanico,
manico in avorio Provenienza Italia o Francia, terzo quarto del
XIX secolo - Palazzo Bianco, Genova Ombrellino parasole in merletto a fuselli con
una miriade di foglioline a punto spirito,
Inghilterra 1870^ Ombrellino in merletto a fuselli, Museo dell'Ombrello e del Parasole, Gignese (VB) Ombrellino parasole
di Sissi, Sisi Museum Vienna Copertura di un
parasole realizzato a chiacchierino con filato di lino, probabilmente di
provenienza britannica, 1875. Brooklyn Museum
Costume Collection al Metropolitan Museum of Art, dono del Brooklyn Museum,
2009; dono di Lillian G. Peirce, 1966. Particolare della
lavorazione eseguita con una miriade di moduli uniti in successione durante
lo svolgimento del lavoro © Metropolitan
Museum, New York Copertura per
parasole eseguito in Irlanda, metà XIX secolo- esecuzione con l’uncinetto
realizzando fiori e foglie con la tecnica del merletto d’Irlanda Victoria and Albert
Museum, Londra Parasole in seta con manico e puntale in avorio di Dieppe (Dieppe è una località francese dove un tempo si scolpiva artisticamente l’avorio e non solo, è famosa per un punto rete di fondo che viene usato nel merletto a fuselli, ”Fond Dieppe”. Figurini di abiti da
passeggio con piccolo ombrellino che
poteva fungere da bastone Serie di ombrellini- bastone e cinture
proposti sulla rivista “Milliner and Dressmaker”, 1874 “Lisa con parasole”, Pierre-
Auguste Renoir, 1867 Renoir ha curato con dovizia
di dettagli il parasole, si comprende chiaramente che si tratta di una copertura
di pizzo chantilly con fodera in seta cruda, il manico sarà stato certamente
di avorio. Parasole similare a quello dipinto
da Renoir Una serie di ombrellini proposti
dalla rivista ”Harper’s Bazar” del 1870 Una serie di ombrellini proposti
dalla rivista ”Harper’s Bazar” del 1871 Serie di cinque ombrellini, i due con la
copertura in merletto sono parasoli marquise della metà dell’800 con manici
in avorio intagliato e merletto a fuselli con filato nero, la fodera è in
seta. Gli altri tre sono in seta ricamata del XIX secolo uno ha il manico in
corno, gli altri due in avorio. Il parasole Marquise, brevettato nel 1839,
aveva dimensioni ridotte, con il manico pieghevole e calotta orientabile. Sul
puntale aveva un anello con il quale si poteva portare facilmente al dito o
al polso, una volta ripiegato il manico. (credit “catalogue Drouot”) Dama con ombrellino
Marquise, tratto dal “Corriere delle dame” 1851
Ombrellino anche in una gita in barca, tratto
da "La Mode Illustrée”, 1881 All’esposizione
universale di Parigi nel 1855, la ditta B.Ellam presentò un ombrellino
parasole applicato alla frusta, un grazioso oggetto per le donne che
all’epoca si cimentavano alla guida del calesse, mantenendo la loro
femminilità. Ombrellino realizzato in lino con la
tecnica della rete a filet, 1892§
La rivista “Varietas” nel 1906
introdusse un articolo sul parasole: ”Vi sono ora tre generi diversi di
parasole: l’en-cas, il parasole fantasia e quello di lusso. L’en-cas è il parasole che ripara veramente dal sole e talvolta anche da un
improvviso acquazzone. Gli en-cas sono ricopwerti di seta ad un colore
oscuro: nero, blu, marron, violetto-nero; hanno il fusto di acciaio, su cui
la seta si arrotola tanto bene, e si ottiene così una specie di canna di
scettro sottile, che le donnine eleganti portano e maneggiano con graziosa
disinvoltura. Il parasole fantasia,
lo chiameremo così, è l’emanazione del gusto fine o volgare degli industriali
del genere, I quali, poveretti, non sanno più a qual santo votarsi per soddisfare
l’incontentabilità delle moderne signore, ormai blasèes di ogni cosa. E vediamo quindi i parasoli a tinte ardite
stridenti che difficilmente si accordano con quelle delle toilettes color
verde-lattuga, violetto-prelato, giallo-oro, con impugnature a teste di
volatile, teste di papagallini insolenti, di oche stupide e finanche di dindi
dal collo rugoso e bitorzoluto. Vengono poi i parasoli Pompadour, o in seta
bianca striata da righe nere o in colore intessute nella seta, e quelli a
picoli quadri, a disegni, e infine quelli lingerie.
Il delicato lavoro femminile ha conquistato tutto quanto riguarda il
nostro vestiario ed anche i parasoli sono tormentati da pazienti ricami da
meravigliosi mer letti. Vi sono ombrellini in grossa tela, detta
antica, con ricamo in passato e svolazzo a festoni; altri più leggier, più
simpatico, in batista, foderati di seta con largo bordo a ricamo in passato,
o tutto in ricamo inglese sforato, o istoriati da applicazioni e
incrostazioni di merletti lievi, o limitati all’orlo da parecchi giri di semplici bastine
o da molte file di merlettino Valenciennes arricciato così da formare una
vaporosa guarnizione delicatissima. E seguono ancora modelli diversi in
tessuti appositi con apposita disposizione di disegni o di ricami. Le impugnature
di tutti questi ombrellini ostentano una rustica, rozzamente intagliate in
diverse qualità di legni come fossero rami spezzati dall’albero: legni
naturali di frassino, di magnolia, di acajou, di acero, qualche volta
abbellite da applicazioni d’oro e d’argento. Ed eccoci alla poesia del
parasole, di questo dispensatore d’ombre che vela i dolci visi femminei e dà
loro risalto come una deliziosa cornice Una poesia fatta di trasparenze. Il
parasole di lusso è una nube di merletti, un velo teso in preziose armature
d’argento, un ninnolo alla cui creazione ha concorso l’arte meticolosa della
lavoratrice in merletti, quella sapiente dell’orafo, quella geniale del
miniature, dello smaltatore e così via. Si torna alle magnificenze dei
parasoli classici, ricchi di veri punti di Venezia, di Milano, di Bruges, di
Chantilly e alle impugnature rabescate, aspre di gemme, come l’elsa delle
spade regali; ma la modernità ha attenuato ogni pesantezza colle trasparenze
e le vaporosità della mussolina e degli svolazzi. Non soltanto alle arti
applicate, ma anche alle pure arti del pennello e del verso profonde i suoi
inviti l’ombrellino modern; sono infatti sempre ammirati e invidiati i
parasoli adorni di pitture anche abbozzate, purchè rechino una firma
illustre. Di tempo, in tempo poi, come i ventagli, come il sole, come la
luna, le stelle e i fiori di ogni età, anche i parasoli ispirano lirici voli
a cortesi. (articolo firmato Fidelia) La rivista “La Donna”, nel maggio
del 1910 dava questa descrizione sulla moda degli ombrellini
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