Pizzo di San Gallo (Svizzera)

 

Pizzo meccanico di San Gallo^

 

San Gallo, nel Canton di Ampezzello, deve la sua fama ad un tipico merletto realizzato con un ricamo ad intaglio sul tessuto risalente al XVI secolo. Questo  merletto era famoso per la sua raffinatezza, veniva realizzato su tessuto di cambric (una tela di cotone finissimo).

 

Hans Kaspar Escher nel 1803, costruì a Zurigo la sua prima macchina per filare, in poco tempo iniziò a pieno regime la produzione di filatrici meccaniche in serie e nel 1805 aprì una filanda. Kaspar nel 1831 arrivò a Napoli per dirigere una filanda, l’industria cotoniera era molto fiorente in quegli anni. Ben presto la vendita di questi telai meccanici si impose sul territorio interno e all’estero. Iniziò per la Svizzera un’era nuova.

 

Hans Kaspar Escher

 

 

Interno della sua fabbrica

 

 

 

 

Nel 1829, un uomo d’affari, Francois Mange, introdusse a San Gallo le prime macchine per ricamo, nuova invenzione francese. Esse vennero a diffondersi rapidamente interrompendo in parte l'attività di numerose produzioni artigiane, pur non riuscendo mai a raggiungere, anche nei modelli più moderni e perfezionati la bellezza dei ricami a mano. Procedimenti recenti hanno permesso anche di eseguire ricami con le semplici macchine da cucire.

 

Da un Annale Universale di Statistica datato 1837, si racconta che John Bowring commissario del governo inglese, venne inviato in Svizzera per redigere un rapporto sul “miracolo industriale elvetico”. Testualmente si legge: “Le indagini del Sg. Bowring si sono principalmente rivolte sui cantoni di Zurigo, Basilea, Ginevra, San Gallo, Neuchâtel, Appenzel, Turgovia e Argovia. Nel suo rapporto espresse un giudizio molto lusinghiero anche sul tenore di vita del mondo operaio. “ ………..il lavoratore aveva la sua cucina, nel suo appartamento molte comodità come se ne trovano pochi in altri luoghi e stati.”

Aggiunge poi: ” Il ricamo e il merletto, fin qui opera di centinaia e centinaia di abili mani in quel di San Gallo, Neuchâtel e Ampezzello, negli ultimi tempi vengono realizzati per mezzo di macchine e questa innovazione ha abbassato vistosamente il costo del lavoro manuale. Tuttavia ho visto con i miei occhi nel Canton Turgovia delle macchine per ricamare nelle stesse abitazioni dei lavoratori. Ci racconta che ad Ampezzel e San Gallo dopo la venuta dei telai meccanici i lavoratori si divisero in 4 categorie: imprenditori, tessitori, dipanatori e ricamatori. Il guadagno medio dei tessitori era 5 franchi a settimana, le ricamatrici potevano prendere 12-13 soldi al giorno.

 

Nel 1860 Isaac Groebli, diede inizio all’uso della macchina da ricamo, inventando la Schiffli (piccola nave) o macchina di Groebli. Verso il 1863 gli artigiani avevano già acquisito una buona mano per il ricamo a macchina e per le merlature, adottando in seguito la macchina Schiffli. Nel 1870 c’erano in Svizzera 14 compagnie che producevano ricamo con le macchine.

Nel 1880 i fratelli Leopold, Ernst e Adolph Iklé fondarono a San Gallo-Straubenzell la ditta Iklé Frères, una delle principali ditte di fabbricazione ed esportazione di ricami, la prima fabbrica con macchine da ricamo a navetta della Svizzera orientale. L'azienda ebbe diverse filiali in Europa e negli Stati Uniti, spesso gestite da membri della famiglia.

 

A San Gallo oltre al ricamo meccanico venne introdotto anche il merletto chimico, attualmente insieme al ricamo sul tessuto si abbina il traforo con il taglio laser.

 

Campionari di pizzo San Gallo - si fa riferimento al tessuto in cambric e alla macchina Shiffley (Schiffli), erroneamente scritto§ 1890

 

Immagine tratta dalla rivista di moda “Englishwoman's domestic magazine” 1877, tutto l’abito è ornato di pizzo San Gallo.

 

 

Sturzenegger

 

Questo cognome si lega in qualche modo al merletto di San Gallo e all’America.

 

Eduard Sturzenegger, disegnatore per ricamo, nel 1883 aprì un suo atelier a San Gallo, dove ricamava abiti di lusso. Da qui partì la sua avventura e nel 1888 vinse con i suoi disegni, la medaglia d’oro ad una esposizione Internazionale a Parigi.

 

On-line si trova un bellissima pagina scritta da Katharina Strurzenegger Liecthy, nata a San Gallo nel 1897 (non si sa se era parente di Eduard), c’è un passo dove si cita la lavorazione del pizzo con ricamo a macchina:

“In casa avevamo una macchina per fare il merletto. Oggi in quelle case non si pratica più questa attività, ma molta gente lo faceva , quando abitavamo ancora lì. Le macchine avevano grandi dimensioni, circa 34 piedi. Da un lato c’era un sedile, e un grande schema con il disegno da realizzare. L’operatore adulto usava sia le mani che i piedi lavorando sulla macchina, i bambini infilavano il filo sugli aghi che erano 104 in totale. Avevamo anche una piccola macchina per infilare gli aghi. Bisognava stare molto attenti al filo che non si spezzasse, altrimenti avrebbe compromesso tutto il lavoro. Si lavorava tutto l’inverno e d’estate invece nei campi, ma quando arrivava il temporale si correva subito alla macchina. La società ci forniva tutto il materiale, filo e disegni, e si eseguivano lavori anche molto difficili con il filato sottile.” In seguito Katharina emigrò in America.§

 

Nel 1890, Edmund Sturzenegger della città di New York, acquistò una casa a Hillside( Chester) per la madre Regina Sturzenegger. Questa signora aveva in quella zona una fabbrica di merletti di San Gallo.°

 

Un altro personaggio legato all’America è Alphonse Kursheedt che nel 1873 importò da San Gallo 12 telai meccanici per ricamare, facendone il primo americano ad usare il processo meccanico di ricamo. Nel 1876  sempre Kursheedt importò parecchie machine Schiffli, fondando l’industria dei merletti Schiffli degli Stati Uniti.

 

 

Nel periodo d’oro del pizzo di San Gallo molti italiani emigrarono in Svizzera. Uno storico molto autorevole, Ernst Menolfi, professore sangallese docente all’Università di Basilea, si è detto convinto che con la nuova storia di San Gallo, che sarà pubblicata fra un anno, in occasione del Giubileo, si scopriranno molte cose di valore storico sugli stranieri vissuti a San Gallo, soprattutto sugli italiani arrivati in massa quando l’industria del merletto era al suo massimo splendore.

A San Gallo, alcuni quartieri erano stati ribattezzati "Piccola Italia" e "Piccola Venezia". Il prof. Menolfi, ha fatto riferimento anche alla differenza tra i protestanti e i cattolici svizzeri nel loro rapporto con gli stranieri. Infatti, ha detto lo storico, nel centro di San Gallo, a forte maggioranza protestante non si vivevano i problemi di convivenza che si verificavano in periferia. Un altro dato offerto dal prof. Menolfi, è quello che vede diminuire costantemente il numero degli italiani residente nel cantone di San Gallo: 300 unità in meno ogni anno. Con questo andamento, ha concluso lo storico sangallese, nel 2030 non ci saranno più italiani.

 

 

Si racconta che tre dozzine di maestre merlettaie sangallesi lavorarono un anno e mezzo nel realizzare un abito di pizzo per l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III.

 

Nel 1902 la Svizzera partecipò alla prima esposizione internazionale d'arte decorativa moderna svoltasi a Torino.

“Visitiamo ora la Galleria della Svizzera. Tutta la parte sinistra di questa sala, è occupata dalla Mostra di cortine (tendine) ricamate, pizzi ecc., di Rannacher di San Gallo.”*

 

Ritornando ai tempi odierni possiamo dire che stilisti di alta moda come Prada, Chanel e Dior si forniscono di tessuti e trine dalla maison sangalleseAkris”, che ha una sua succursale anche a Parigi.

 

Museo e biblioteca

 

san gallo

 

A San Gallo si trova il Museo e la Biblioteca del Tessile che offrono un avvincente panorama sulla fabbricazione di pizzi e tessuti fin dai suoi inizi. Il Museo tessile possiede circa 5’000 pizzi del periodo compreso tra il XVI e l’inizio del XX secolo, alcuni di ottima fattura. Gli esemplari più importanti di questa raccolta provengono dalle collezioni di Leopold Iklé e John Jacoby. I pizzi della collezione di Carolina Maraini-Sommaruga sono ospitati nel Museo tessile come prestito permanente da parte della Confederazione.

 

 

 

 

 

§http://freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com/~kwalker/FH%20Liechty/History%20of%20Katharina%20Sturzenegger%20Liechty.pdf

°Tratto da “Chester “di Joan S. Case

* De Spigliati, Riccardo, Guida della Prima Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna 1902, con pianta generale, M. Artale, Torino 1902

§Immagini tratte da un catalogo newyorkese, 1890-91

^ Swiss embroidery and lace industry

 

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