Il fazzoletto,
un vezzo Nei
dipinti delle epoche passate il fazzoletto era un elemento decorativo, un accessorio importante che mostrava insieme al ventaglio,
guanti, polsini, gorgiere, colli, ombrellini, gioielli, acconciature, tessuti ricami e merletti, lo stato sociale e la ricchezza di una persona. Dimostrare la potenza anche attraverso l’apparire era importante, anche nei tempi odierni la cura negli accessori è ancora simbolo di appartenenza. Per molti anni è stato anche oggetto
di comunicazione e seduzione,
le dame flirtavano con il
fazzoletto tra le mani trasmettendo messaggi amorosi.
Fazzoletti
di provenienza brasiliana datati 1850, donati nel 1954 da Sylvia Delano Hitch al Museo
“The Met”, New York. Il bordo interno
può essere stato ricamato con la tecnica dello sfilato oppure eseguito a filet, il bordo esterno
è un merletto a fuselli.
Questo
fazzoletto, datato 1865,
è realizzato interamente
a fuselli, un’esecuzione magistrale proveniente dal convento di Nostra Signora della Visitazione di Ghent in Belgio. Nel
1852 Suor Marie-Joseph brevettò una nuova tecnica
per eseguire il merletto che attualmente si chiama “Ghent
Lace”. Questa tecnica consentiva di impiegare
merlettaie con vari livelli di abilità e di assemblare velocemente pezzi di
grandi dimensioni usando motivi che potevano essere preparati in precedenza.
L’uso del monogramma reale di re Leopoldo II e la ripetizione del motivo
della corona suggeriscono che questo fazzoletto possa essere stato eseguito
per celebrare la sua ascesa al trono nel 1865. Potrebbe essere stato un dono
per sua moglie, Marie-Henriette,
che era una protettrice del convento stesso e dell’industria del merletto
belga. Attualmente questo esemplare si trova al museo “The Met” di New York, donato nel 1924 da ”The
Needle and Bobbin Club”.
Motivo
della corona che si ripete per 8 volte attorno alla stella centrale © Metropolitan Museum, New York Questo
fazzoletto è eseguito a fuselli, ad ago nei 4 medaglioni agli angoli, fu
realizzato in occasione delle nozze di Leopoldo, duca di Brabante
(in seguito re Leopoldo II del Belgio), e di Marie-Henriette,
arciduchessa d'Austria, nel 1853. Il suo design comprende gli stemmi degli
stati degli sposi e le loro iniziali, L e M, intrecciate e sormontate da una
corona. Le mani delle merlettaie che hanno prodotto questa opera sono ”mani
di fata”, tutto è minuto, curato nei minimi dettagli se si pensa che le
misure sono cm. 45xcm. 45. © Metropolitan Museum, New York Stemma della
casa imperiale austriaca Stemma casa reale
belga con ingrandimento
del leone centrale, da notare i
piccoli nodi creati per dare movimento e rilievo, un dettaglio che racconta l’arte di questa
opera nel disegno e nella manifattura. Le iniziali
degli sposi Fazzoletto
della metà del XIX secolo realizzato con la tecnica del merletto a fuselli di Honiton.
Acquistato nel 1909 da “The Met” di New York è ancora oggi in mostra al museo. Il disegno e l’esecuzione vengono attribuiti con qualche riserva a Emma Radford, anche
al “V&A” di Londra si trova un’opera
di questa artista. Ingrandimento
di un motivo © Metropolitan Museum, New York Bordo
di fazzoletto, tecnica Valenciennes a maglia quadrata Bordo
di fazzoletto, tecnica Torchon Bordo
per fazzoletto proposto dalla rivista “ La Fantasia”
del 1867 Bordo
per fazzoletto proposto dalla rivista “ La Fantasia”
del 1867, da eseguire a chiacchierino. “Opera coronata
col primo premio di 50 zecchini al concorso per lavori femminili”^ Bordo
per fazzoletto da eseguire a fuselli con tecnica Valenciennes e ricamo in bianco, proposto dalla rivista “ La Fantasia” del 1867. Fazzoletto
da taschino, proposto dalla rivista “ La Fantasia” del 1867 Modulo del fazzoletto
da eseguire a chiacchierino Angolo
di fazzoletto con intarsi e monogramma ricamato, proposto da “La Mode illustrée: journal
de la famille”, 1862. Catalina de Alvarado, marchesa
di Montejaso, Antonio Rizi 1617 (Convento delle monache agostiniane, Pamplona). Il fazzoletto,
i polsini e la gorgiera donano al dipinto grazia ed eleganza,
vaporosi elementi che si aggiungono
alla raffinatezza dell’abito e dei gioielli. Ritratto
della Regina Vittoria,1897 © Trustees of the British
Museum Alla
regina Vittoria sono sempre piaciuti
i merletti, nei suoi ritratti
c’è pizzo a volontà come in questa imagine
dove tiene tra le mani un delizioso fazzoletto tenuto con molta grazia insieme al ventaglio. Probabilmente è un ritratto che evoca il
giubileo della regina. Cornelis
de Vos “ Ritratto di donna” Collezionisti Damiano
Pellicano di Firenze possiede una collezione unica e di altissimo valore storico artistico che ricopre un arco temporale dalla fine del '700, agli anni '40 del 1900. La sua passione per le trine e i ricami è scoppiata all’età di 22 anni e da allora
non si è mai placata. Il libro
“I fazzoletti. Breve storia d'un amore” contiene le foto e i racconti
sugli esemplari più importanti della sua collezione
di fazzoletti antichi. La curatrice, Adriana Armanni, è la catalogatrice che ha completato il libro aggiungendo
disegni e alfabeti da ricamare. Su YouTube si può vedere
una sua intervista (https://www.youtube.com/watch?v=dFW4DdH9c8A).
^didascalia
tratta dalla rivista |