Elisabetta I
Elisabetta I Tudor, figlia di Enrico VIII e della seconda moglie Anna Bolena, regina d’Inghilterra e d’Irlanda nacque a Londra
nel 1533 e morì nel 1603; il suo regno durò dal 1558 al 1603. Fu l'ultima regnante
della dinastia Tudor. Ritratto di
Elisabetta I, 1585 (attribuito a William Segar) La gorgiera e gli alti polsini sono
realizzati in reticello
e il bordo a lunghe punte è in punto in aria. Il pittore ha realizzato questi
merletti con il pennello ma sembrano realizzati con l’ago. Federico Zuccaro, 1585
John Bettes il giovane, 1585-1590 circa, collezione privata Hever Castle, Inghilterra
John Bettes il giovane, 1585-1590 circa Elisabetta I,
Oliver Isaac- 1600 Oliver
era un allievo di Nicholas Hilliard, il pittore
preferito da Elisabetta. Marcus Gheeraerts il Giovane,1592 Nel 1592, un cortigiano di Elisabetta, Sir
Henry Lee, la ospitò nella sua casa a Ditchley,
nell’Oxfordshire. Questo ritratto venne fatto per
commemorare questa visita e ritrae la regina come la padrona del suo
regno. Lei sta sopra la mappa dell’ Inghilterra con un piede appoggiato
vicino a Ditchley. Una sfera celestiale simboleggia
potere e saggezza. Ritratto con l’armata, 1588 –
attribuito a John Bettes il giovane Museo Nazionale
Marittimo, Londra.
In questo ritratto ci sono dei simboli
importanti: le perle sul capo e sull’abito che simboleggiano la purezza,
sulla sinistra la corona imperiale e la mano appoggiata sul globo, le dita
sono appoggiate sull’America. Ritratto con setaccio, Pinacoteca
di Siena Quentyn Metsys the Younger, 1583? Particolare della gorgiera Come tutti i ritratti di
Elisabetta anche questo ritratto è allegorico. La regina viene raffigurata
come la vestale Tuccia che venne accusata di aver violato il voto di castità e per dimostrare la sua
innocenza raccolse l’acqua del Tevere con un setaccio.
Il setaccio porta la scritta "a terra il ben
mal dimora in sella”. Il quadro fu trovato arrotolato
nel 1895 nel vecchio palazzo dei Medici. Marcus Gheeraerts il Vecchio-1580 In questo ritratto, Elisabetta è messaggera
di pace, tiene un ramo d’ulivo sulla mano destra e ai suoi piedi giace una
spada nel fodero. Tre ritratti
attribuiti a Federico Zuccaro
Due
ritratti molto simili, in entrambi è stata inserita la rosa, simbolo della
dinastia dei Tudor, Nicholas Hilliard ritrattista
di corte di Elisabetta e Giacomo I d’Inghilterra. Il pittore Paul Delaroche, nel 1828, dipinse gli immaginari ultimi istanti
di vita di Elisabetta, evidenziando nella sua tela collari e gorgiere, un
cult della moda del XVI secolo. Leggendo
la biografia di questo personaggio ho incontrato alcuni tratti molto
importanti, che descrivono la propensione di Elisabetta per le arti manuali e
il modo di vestire di quel tempo. Elisabetta
I Carolly Erickson, Oscar Mondadori Pag.
36 Sin
dall’infanzia le bambine venivano abbigliate come donne, indossando scomodi
corsetti e tutti gli strati di sottovesti e sottogonne che le dame portavano
sopra di essi. Sgambettavano in lunghe vesti voluminose irrigidite dai ricami
e lottavano con importune maniche a sbuffo staccabili che rendevano le
braccia troppo pesanti da sollevare. I ritratti dell’epoca mostrano fanciulline che a stento avevano mosso i
primi passi, i visi tondi cinti da lacci stretti delle cuffie, i corpicini
sepolti sotto strati di gonne e sopravvesti fasciate strette alla persona, i
colli grassocci arrossati sotto le gorgiere indurite dall’amido. Pag.
40 Le ragazze, fragili creature quali erano..
Il ricamo era il loro passatempo tradizionale e impiegavano anni di diligente
applicazione per passare dai semplici punto croce, punto erba e punto spiga dei
primi campioni, ai punti ritorto, indietro, pieno e catenella richiesti dagli
intricati lavori decorativi. Le bambine imparavano a ricamare l’alfabeto e
moraleggianti proverbi da appendere alle pareti; all’età di sei o sette anni
erano passate a decori più elaborati e sapevano ornare abiti e cuscini.
C’erano decine di stili da apprendere e un’esperta ricamatrice di dieci o
dodici anni poteva trascorrere la maggioranza del suo tempo libero nascosta
dietro un telaio, le matasse di filo avvolto intorno al collo, l’abito irto
di aghi. I genitori trovavano rassicuranti le ore passate a ricamare. Un
nobiluomo scrisse che tutte le fanciulle avrebbero dovuto essere destinate a
vasti progetti di ricamo “ che sono eternamente all’inizio e non finiscono
mai”. Kat Ascley (la
governante che si occupò dell’educazione di Elisabetta) sembrò attenersi a
questa linea, almeno per un certo periodo, dato che a sei anni Elisabetta
donò al fratello Edoardo, di due anni, una camicina
in cambrì ”fatta con le sue mani” e l’anno successivo gli regalò un altro
lavoro d’ago ^. Pag 49 Come
regalo per il nuovo anno, alla fine
del 1544 Elisabetta inviò alla matrigna un dono che metteva in bella mostra
tutti i suoi progressi. Si trattava di un libro scritto di suo pugno, la cui
copertina, splendidamente ricamata con fili d’argento e blu, con gruppi di
fiori viola e le iniziali della regina intrecciate, proclamava la perizia
della donatrice nell’arte del cucito. Pag.54 Probabilmente
disse poche parole, immergendosi con diligenza nello studio e nella laboriosa arte del
ricamo. ^Letters and Papers , Foreign and domestic , of de
Reign of Enry VIII , a cura
di J.S. Brewer, R.H. Brodie
e James Gairdner,21 voll.., London, Her Majesty’s
Stationery Office, 1862-1910 I
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