Merletto Genovese Jourdain,M.The Connoisseur,
Vol.15( 1906). In
questa traduzione dall’inglese si è cercato di mantenere le espressioni del
testo originale: sfumature di fascino e di storia. Genova imitò
all’inizio i fili d’oro di Cipro e i suoi lavori, poi cominciò a produrre passamanerie,
largamente usate per la biancheria da letto e per guarnire gli abiti. Verso il 1420 questa
industria declinò rapidamente e le sue lavoranti emigrarono. Il filo del merletto a
fusello sembra aver conservato la pesantezza inseparabile derivata dalle
passamaneria in metallo e non appare in ritratti o inventari fino alla prima
metà del XVI secolo. Vulson
de la Colombière afferma che il merletto genovese non era usato nel 1597. Il
ritratto di Enrico II Duca di Montmorency ( datato
1632), uno dei primi esempi, mostra un elaborato colletto smerlato sul
bordo con grandi inserti e la
popolarità del merletto genovese coincise senza dubbi, con la prima
introduzione del colletto floscio. La moda del collare
finì con la comparsa della cravatta nel 1660 ( la
moda della cravatta comparve quando ci fu la moda della parrucca che sembrava
essere di moda in Francia, verso il 1660. In Inghilterra, Il Duca di York la
indossò per primo nel 1663-64 ). Il merletto, come è stato detto era
solido e comune, una caratteristica fatta notare anche nella “ Rivolta dei Merletti” ( 1660 -Satira scritta dalle
merlettaie francesi (?) in risposta alle leggi suntuarie reali di Francia)
dove si accenna alla sua apparenza “ ……ha il corpo
un po’ grosso………….”. Questa grande pesantezza e solidità veniva
usata considerevolmente nei bordi degli stivali, nelle giarrettiere,
allestimento per carrozze, guarnizioni delle scarpe, colli, cravatte,
grembiuli, ecc.. In un campione si puo’ notare i fili che formano la frangia annodati come
il primo “ punto a groppo” di Genova e mostra il “punto-grano” o punto spirito, che sarà il futuro,
punto maltese (Nel 1883 Lady Hamilton Chicester
introdusse il merletto a Malta, invitando alcune merlettaie genovesi. Il
merletto maltese è l’evoluzione del disegno genovese. Questi ornamenti
appaiono nei vari esempi assemblati con i “merletti a piombini di Van Dick”. Come regola generale il merletto usato
per decorare i collari di quel periodo sembra essere di due distinti tipi: 1°- Un
merletto smerlato (il quale era usato contemporaneamente con il bordo
fiammingo, nei collari del XVII secolo), con un disegno che consiste in un
nastrino che gira in modo molto semplice ed è attaccato da piccoli punti. Lo
smerlo è costituito dal profilo di un garofano a testa in giù. La successione
di questa forma di garofani uguali, produce l’effetto di merlature ornamentali
sul bordo. Questo merletto era in voga nel 1640 e sostituiva la convenzionale
merlatura degli inizi dello stesso secolo. 2°- Il
“Punto Genova a ricci” è fatto interamente di trecce a 4 fili: ciascuna segue il disegno che è caratterizzato da
piccoli allargamenti ovali assomiglianti a grani di frumento xche sono fissati talvolta come perline su un filo e qualche volta composti a trifoglio o quadrifoglio o come
raggi che partono da un centro comune. Questo merletto, fatto con un un inserto e una bordatura e di accentuate merlature
arrotondate , si puo’ ben notare nel ritratto che Lenain fece a Cinq Mars.Il bordo smerlato e l’inserto erano fatti
separatamente , ma poi composti in un armonioso disegno. In una vecchia commedia di Corbeille”
La galleria del palazzo”, c’è un passaggio critico sul punto genovese”.. il
merletto è forte, mal assortito con i
passamani”. In un
ritratto del Duca di Montmorency, si puo’ notare un raro esempio di di
merletto molto diverso dal disegno geometrico che è stato introdotto dal “
Punto genovese a ricci” (questo nome è molto vecchio. Nell’abbigliamento di
Caterina De Medici è stato conteggiato un fazzoletto in punto genovese a
ricci – Garderobe de feue
Madame 1646) Un tipo di
merletto con un bordo dritto e con uno sfondo di maglie e barrette, venne
fatto successivamente a Genova e c’è da notare che dove la fettuccia si
potrebbe sormontare, essa viene spesso fermata e tagliata dietro a se stessa. |