Cravatte

di F.Nevill  Jackson

 

Cravats, Jackson, Mrs.Nevil.The Connoisseur, Vol.9 (1904)

In questa traduzione si è cercato di mantenere le espressioni del testo originale, sfumature della lingua inglese di una storia affascinante.

 

   

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André Le Nôtre, architetto dei giardini di Luigi XIV

 

 

Ritratto di Adam Frans van der Meulen,  di Nicolas de Largillière, 1680

 

La cravatta di merletto dalla seconda metà del XVII secolo diventò un accessorio alla moda in tutta Europa. In Inghilterra fece la sua prima comparsa nella seconda metà del ‘600 alla fine del regno di Carlo II, principe dei “dandies”, era interamente di merletto o di fine lino con merletto sui bordi oppure su un solo margine.

Carlo II, 1680

 

La moda arrivò dalla Francia, dove Colbert aveva accuratamente stabilito alcune “Manifatture di Francia”, di raffinato merletto e Luigi XIV assai contento del successo dell’impresa ne promise una grande vendita nel paese incoraggiando le manifatture reali attraverso una ordinanza. Tutto questo grazie al suo abbigliamento fatto di costumi sontuosi, oltre alla notifica che nessun merletto eccetto il “ Punto di Francia” poteva essere portato a Corte.

La teoria che le cravatte fossero portate per prime in Germania non è ben accettata, in quel paese non è mai stato famoso lanciare una moda.

Invece ai Croati venne dato l’onore dell’origine della moda della cravatta: essi portavano uno speciale fazzoletto al collo e gli ufficiali francesi nel 1636 (durante la guerra dei 30 anni, dove i Croati combatterono per la Francia ) videro questa novità e l’adottarono con entusiasmo nel loro abbigliamento.

Così nacque la cravatta, questa parola deriva dal francese Crabbat o Cravates.

Si deve ricordare che la moda nei gentiluomini prima della cravatta era costituita da colletti flosci, i quali avevano sostituito i collari; così non ci siamo stupiti di scoprire che le prime cravatte cadevano sul davanti come le punte dei colli ed erano a farfalla o a nodo (vedi Colbert).

Cravatta a nodo (Christian Ludovic, principe Vandalorum)

 

Bisogna anche aggiungere che le parrucche troppo lunghe ed opulente che si portavano nella seconda metà del ‘600, dovettero essere accorciate per poter far notare la ricercatezza dei merletti nei colli, che altrimenti sarebbero stati completamente celati dai capelli eccetto davanti; così si accelerò l’universale adozione della cravatta.

 

                                                               Cravatte in merletto a fuselli - XVI secolo

 

Non possiamo sostenere comunque che il proporre di portare la cravatta fosse solo una dimostrazione di ricchezza, anche se il merletto veniva cucito alla fine della cravatta invece di guarnire l’intero colletto: la ricchezza del merletto era un segno di stravaganza.

Carlo II pagò 20 sterline e 12 scellini in accordo con il “Great Wardobe Account”, per una cravatta che doveva essere indossata per il compleanno del “caro fratello” Giacomo II, il quale pagò 36 sterline e 10 scellini per una cravatta da indossare  il giorno della sua incoronazione. E’ interessante notare che questa cravatta  venne eseguita a ”Punto Venezia “, tanto che lo splendido, rigido, bombato, punto italiano ( punto a rilievo di Venezia) fu nell’occasione molto stimato.

 

 

 

 

Cravatte, merletto ad ago veneziano XVII secolo

 

Questa cravatta in merletto veneziano è priva di barrette di giunzione, chiamati “sbari” ed è pervenuta al museo su una tela cerata di supporto, quindi era ancora in lavorazione, palazzo Davanzati, Firenze.

 

 

Punto venezia, merletto ad ago, inizi XVIII secolo, collezione M.me Doisteau

 

                                                                                 

 

Merletto fiammingo in lino, tecnica a fuselli 1720 – 1740,

Brooklyn Museum Costume Collection al The Metropolitan Museum of Art, dono of del Brooklyn Museum nel 2009; dono di Charlotte R. Stillman nel 1951.

 

Questo raffinato esemplare racchiude un eccezionale livello di dettagli a tema musicale. La musica in quel periodo era una forma comune di intrattenimento e utilizzarla come tema per un accessorio elegante è stata una buona idea.

 

Cravatta in filato di lino,merletto a fuselli, Bruxelles, XVIII secolo, ( dono al museo di Mrs. Edward S. Harkness nel 1948), Metropolitan Museum of Art, New York

 

Particolare ingrandito

 

 

 

Merletto a fuselli in lino, secondo quarto del XVIII secolo, Belgio, Brooklyn Museum Costume Collection al Metropolitan Museum of Art, dono del Brooklyn Museum nel 2009; Gift of Robert B. Woodward nel 1915

 

 

Particolare ingrandito

 

 

Rabat, epoca Luigi XV, merletto ad ago, Museo delle Arti decorative, Parigi

 

 

Rabat , Punto di Francia detto di Sedan, inizi XVIII secolo, Museo delle Arti decorative, Parigi

 

Questo fatto è stato sostenuto in modo sorprendente da uno studio recente sui ritratti.

Nei primi anni della moda della cravatta si vide poco l’inimitabile “Punto Venezia”, che non era adatto ad essere pieghettato come richiedeva la sistemazione della cravatta  dell’epoca, ricorrendo a piegature, arricciature o annodature.

 

Cravatta ad ago, punto a rilievo di Venezia. Questa cravatta ha una balza di merletto e la parte iniziale è di tessuto leggero per poterla arricciare.

 

Agostino Chigi, Jacob Ferdinand Voet, 1670, Questa cravatta è interamente di merletto ad ago, punto a rilievo di Venezia. Sotto il merletto fuoriescono due fiocchetti che sono le estremità delle cordicelle che sorreggono la cravatta, come nella moda dei colli flosci.

 

Per questo era più adatto il merletto di Mechlin, usato per guarnizioni perché era più sottile.

Facendo riferimento alle cravatte piatte e alle loro estremità ben piatte e dritte e del modo di “cadere” ( Trattato sulla moda o commiato del gusto francese” scritto da John Harris, vescovo di Llandaff e pubblicato nel 1715), si dice che le cravatte  per correggere la rigidezza  della mussolina, venivano allacciate delle collane (cordicelle) alle estremità delle cravatte. A quel tempo le estremità delle cravatte si erano notevolmente allungate, la loro somiglianza al colletto intero stava scomparendo e spesso sotto al mento venivano annodati elaborati fiocchi di mussola o cambrì.

Si può ritenere che le estremità della cravatte si sono allungate per una casuale circostanza che come tante altre, ha determinato la moda.

Nella battaglia di SteinKerque, 3 agosto 1692, gli ufficiali francesi vennero convocati in fretta e furia alla battaglia e non avevano il tempo di annodare le loro elaborate cravatte alla moda. Invece di fare un fiocco con le estremità, le incrociarono alla meglio e infilarono il merletto dentro l’asola della giacca andandosene rapidamente. La popolare vittoria del maresciallo di Luxembourg sul principe d’Orange fu commemorata a corte da tutti con il nuovo modo di portare la cravatta.

Per dozzine di anni la “Steinkerque” fu indossata da uomini e donne non solo in Francia ma in Inghilterra e in tutte le corti europee dove si seguiva la moda francese.

La cravatta alla Steinkerque portata dalle signore era una sciarpa di merletto molto piccolo, veniva incrociata attorno al collo e le estremità passate attraverso un’asola o prese in un punto da una lunga e stretta spilla; qualche volta un fazzolettino di lino o di merletto veniva arrotolato sul davanti. Questo gradevole accessorio nell’abbigliamento femminile era di merletto o di cambrì ornato di merletto.

Isabella duchessa di Grafton nel 1708, acquistò una Steinkerque verde per una ghinea ( una moneta d’oro).

Non sarebbe irrilevante descrivere gli altri dettagli dell’abbigliamento dove la cravatta si preparò un grande futuro. Le corte giacche che erano state di moda alla corte di Francia, durante la seconda metà del XVII secolo, furono rimpiazzate dalle vesti chiamate in Inghilterra giacca e panciotto; entrambi questi indumenti erano molto lunghi rispetto alle giacche portate ai nostri giorni, allungate spesso fino al ginocchio. Si può dire che il panciotto ha avuto la sua gloria nel XVIII secolo.

Durante i primi anni del regno di Luigi XIV andavano di moda ricche e sontuose stoffe. Quando le cravatte divennero molto popolari, iniziarono a comparire per le giacche, materiali più modesti. Le stoffe costose  rimasero di moda per i panciotti per lungo tempo, in seguito essi vennero foderati con rasi colorati. I tessuti di popeline o in lana di cammello vennero usati per le giacche e come consuetudine si portava sulla spalla destra un gruppo di nastrini come decorazione.

Le spade erano portate in grandi bandoliere, le quali erano spesso frangiate con seta, una fascia o sciarpa veniva annodata attorno alla vita, sopra la bandoliera e in inverno un manicotto di pelo o broccato era sospeso o attaccato al collo per mezzo di un nastro. Spesso un cappello a tre punte frangiato, completava il costume dell’uomo alla moda francese.

In Inghilterra durante il regno di William e Mary (1689-1702), le parrucche erano diventate più voluminose e la cravatta venne riconosciuta come capo d’abbigliamento da portare al collo. L’ampiezza delle maniche e specialmente dei polsini fu la principale caratteristica del costume maschile inglese. Il largo e pendente polso con gala di merletto, continuò nella moda anche nel regno della regina Anna, le giacche erano di taglio squadrato e le gonne erano rinforzate con filo metallico o tessuto rigido. Le calze di seta venivano portate fino al ginocchio, erano spesso blù o scarlatte ed avevano elaborate “baguette” ricamate d’oro o d’argento, sulle scarpe si mettevano dei puntali quadrati, fibbie e tacchi rossi. I cappelli erano piccoli e il tricorno veniva spesso allacciato con galloni d’oro.

Verso il XIX secolo la cravatta di merletto veniva ancora portata alla corte di Francia e per i francesi, quando gli Stati Generali prescrissero nell’abbigliamento i costumi per i tre ceti (clero, nobiltà, popolo), era un capo  che distingueva la nobiltà, eccetto per le occasioni; in seguito cominciarono a nascere gli abiti più semplici.

Si dice che Luigi XVI portasse il giorno della sua incoronazione (1774) una cravatta di merletto , realizzato in uno speciale punto treccia.

Questa sarebbe stata di seta bianca e di capelli umani ed è stata così apprezzata che se ne parlò fino ai giorni attuali. Fu molto difficile manipolare quei fragili capelli per ottenere una sufficiente lunghezza per fare il merletto.

Guglielmo III D’Inghilterra, si dice fosse estremamente affezionato al bel merletto e tra i suoi conti appaiono, tra tante altre spese per il merletto, un pagamento di 158 sterline per 6 cravatte.

Il collezionista di merletti troverà occasionalmente del bel merletto sulle estremità delle cravatte, si conosce l’esistenza di un esemplare di raffinato merletto in punto di Francia, delle prime produzioni del centro di Chateau Longay.

Lì, le merlettaie veneziane, invitate da Colbert, insegnarono alle merlettaie francesi e nei bordi delle cravatte noi possiamo notare l’influenza della loro tecnica in ogni punto. La foggia del punto di Alençon non era ancora così famosa per il suo fondo leggero e per la sua bellezza.

Questo esempio  di merletto è accurato ed elaborato, alle estremità appaiono delle figure umane con corti costumi, degli strumenti musicali, uccelli e medaglioni tutti uniti da una rete di fondo a “brides picotées”( gli sbari caratteristici veneziani).

A Munich nel Museo Nazionale (Germania), si può vedere la bella lavorazione di una cravatta dei primi del ‘700, che testimonia il lavoro del merletto a fuselli; è bordata su 3 lati e sul bordo si nota fatta a mano, una intestazione sulla quale il tessuto di cambrì viene annodato. Il disegno è costituito dai tradizionali fiori e fogliame, uniti da Brides (attaccature ).

Dello stesso periodo c’è una bellissima cravatta fatta ad ago, sia nei fiori e palme e tutto lo sfondo. Questo esemplare di cravatta ha una bordatura smerlata sui tre lati.

 

 

 

Cravatta a punto rosa, scuola francese, Galleria Nazionale di Arte Antica- Galleria Corsini-Roma

 

 

 

Ritratto di Giovanni Carlo Pirovano, Salomon Adler. La cravatta è realizzata a punto in aria a rilievo.

 

Ritratto di giovane, Salomon Adler

 

 

Ritratto di

Cravatta in legno di tiglio a grandezza naturale con intaglio a rilievo e traforato, Gibbons Grinling, 1690 La cravatta è scolpita a imitazione del merletto ad ago veneziano dono The Hon. Msr. Walter Levy. La sua virtuosa delicatezza e l'affascinante illusione del pizzo scolpito nel legno hanno ispirato meraviglia per oltre tre secoli, e lo fanno ancora oggi. Nessuna menzione documentata della cravatta sopravvive dai tempi di Gibbons, ma sembra molto probabile che l'abbia realizzata come dimostrazione del suo genio artistico e abilità tecnica, da mostrare ai potenziali clienti. La cravatta è ricavata da un unico blocco di legno di tiglio, ma pesa meno di 150 grammi, non più di una mela. Gibbons ha distinto con cura gli elementi che compongono la cravatta: la tridimensionalità del merletto con le diverse sovrapposizione dei punti, la morbidezza delle pieghe, il fiocco di seta rigido e il nodo di mussola leggera. È una metamorfosi di un materiale, il legno massiccio, in tessuti morbidi e realistici.

  
Particolari della cravatta
 

      

Un’altra cravatta scolpita sempre su legno di tiglio, Gibbons Grinling

Chatsworth House, Bakewell

 

 

Cravatte da realizzare in seta con la tecnica del tricotage, presentate nel manuale “Pearsall's illustrated handbook for knitting in silks” pubblicato da Pearsall nel 1906.

 

Cravatta realizzata con filo metallico nella tecnica del tricotage dall’artista Americana Arline Fish, 1980.

V&A Museum, Londra

 

     

 

    

Cravatte moderne in merletto a fuselli

 

 

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