Cravatte di
F.Nevill Jackson Cravats,
Jackson, Mrs.Nevil.The Connoisseur, Vol.9 (1904) In
questa traduzione si è cercato di mantenere le espressioni del testo
originale, sfumature della lingua inglese di una storia affascinante.
La
cravatta di merletto dalla seconda metà del XVII secolo diventò un accessorio
alla moda in tutta Europa. In Inghilterra fece la sua prima comparsa nella
seconda metà del ‘600 alla fine del regno di Carlo II,
principe dei “dandies”, era interamente di merletto o di fine lino con
merletto sui bordi oppure su un solo margine. Carlo II, 1680 La
moda arrivò dalla Francia, dove Colbert
aveva accuratamente stabilito alcune “Manifatture di Francia”, di raffinato
merletto e Luigi XIV
assai contento del successo dell’impresa ne promise una grande vendita nel
paese incoraggiando le manifatture reali attraverso una
ordinanza. Tutto questo grazie al suo abbigliamento fatto di costumi sontuosi, oltre alla notifica che nessun
merletto eccetto il “ Punto di Francia” poteva essere portato a Corte. La
teoria che le cravatte fossero portate per prime in Germania non è ben accettata,
in quel paese non è mai stato famoso lanciare una moda. Invece
ai Croati venne dato l’onore dell’origine della moda della cravatta: essi
portavano uno speciale fazzoletto al collo e gli ufficiali francesi nel 1636
(durante la guerra dei 30 anni, dove i Croati combatterono per la Francia )
videro questa novità e l’adottarono con entusiasmo
nel loro abbigliamento. Così
nacque la cravatta, questa parola deriva dal francese Crabbat o Cravates. Si
deve ricordare che la moda nei gentiluomini prima della cravatta era
costituita da colletti flosci, i quali
avevano sostituito i collari; così non ci siamo stupiti di scoprire che le prime cravatte cadevano
sul davanti come le punte dei colli ed erano a farfalla o a nodo (vedi
Colbert). Cravatta a nodo (Christian Ludovic, principe Vandalorum) Bisogna
anche aggiungere che le parrucche troppo lunghe ed opulente che si portavano
nella seconda metà del ‘600, dovettero essere accorciate per poter far notare
la ricercatezza dei merletti nei colli, che altrimenti sarebbero stati
completamente celati dai capelli eccetto davanti; così si accelerò
l’universale adozione della cravatta.
Cravatte in merletto a fuselli - XVI secolo Non
possiamo sostenere comunque che il proporre di portare la cravatta fosse solo
una dimostrazione di ricchezza, anche se il merletto veniva cucito alla fine
della cravatta invece di guarnire l’intero colletto: la ricchezza del
merletto era un segno di stravaganza. Carlo
II pagò 20 sterline e 12 scellini in accordo con il “Great Wardobe Account”,
per una cravatta che doveva essere indossata per il compleanno del “caro
fratello” Giacomo II,
il quale pagò 36 sterline e 10 scellini per una cravatta da indossare il giorno della sua incoronazione. E’
interessante notare che questa cravatta
venne eseguita a ”Punto Venezia “, tanto che lo splendido, rigido,
bombato, punto italiano ( punto a rilievo di Venezia) fu nell’occasione molto
stimato.
Questo
fatto è stato sostenuto in modo sorprendente da uno studio recente sui
ritratti. Nei
primi anni della moda della cravatta si vide poco l’inimitabile “Punto
Venezia”, che non era adatto ad essere pieghettato come richiedeva la
sistemazione della cravatta
dell’epoca, ricorrendo a piegature, arricciature o annodature.
Per questo era più adatto
il merletto di Mechlin, usato per guarnizioni perché era più sottile. Facendo
riferimento alle cravatte piatte e alle loro estremità ben piatte e dritte e
del modo di “cadere” ( Trattato sulla moda o commiato del gusto francese”
scritto da John Harris, vescovo di Llandaff e pubblicato nel 1715), si dice
che le cravatte per correggere la
rigidezza della mussolina, venivano
allacciate delle collane (cordicelle) alle estremità delle cravatte. A quel
tempo le estremità delle cravatte si erano notevolmente allungate, la loro
somiglianza al colletto intero stava scomparendo e spesso sotto al mento
venivano annodati elaborati fiocchi di mussola o cambrì. Si
può ritenere che le estremità della cravatte si sono allungate per una casuale
circostanza che come tante altre, ha determinato la moda. Nella
battaglia di SteinKerque, 3 agosto 1692, gli ufficiali francesi vennero convocati in fretta e
furia alla battaglia e non avevano il tempo di annodare le loro elaborate
cravatte alla moda. Invece di fare un fiocco con le estremità, le
incrociarono alla meglio e infilarono il merletto dentro l’asola della giacca
andandosene rapidamente. La popolare vittoria del maresciallo di Luxembourg
sul principe d’Orange fu commemorata a corte da tutti con il nuovo modo di
portare la cravatta. Per
dozzine di anni la “Steinkerque”
fu indossata da uomini e donne non solo in
Francia ma in Inghilterra e in tutte le corti europee dove si seguiva la moda
francese. La
cravatta alla Steinkerque portata dalle signore era una sciarpa di merletto
molto piccolo, veniva incrociata attorno al collo e le estremità passate
attraverso un’asola o prese in un punto da una lunga e stretta spilla;
qualche volta un fazzolettino di lino o di merletto veniva arrotolato sul
davanti. Questo gradevole accessorio nell’abbigliamento femminile era di
merletto o di cambrì ornato di merletto. Isabella
duchessa di Grafton nel 1708, acquistò una Steinkerque verde per una ghinea (
una moneta d’oro). Non
sarebbe irrilevante descrivere gli altri dettagli dell’abbigliamento dove la
cravatta si preparò un grande futuro. Le corte giacche che erano state di
moda alla corte di Francia, durante la seconda metà del XVII secolo, furono
rimpiazzate dalle vesti chiamate in Inghilterra giacca e panciotto; entrambi
questi indumenti erano molto lunghi rispetto alle giacche portate ai nostri
giorni, allungate spesso fino al ginocchio. Si può dire che il panciotto ha
avuto la sua gloria nel XVIII secolo. Durante
i primi anni del regno di Luigi XIV andavano di moda ricche e sontuose
stoffe. Quando le cravatte divennero molto popolari, iniziarono a comparire
per le giacche, materiali più modesti. Le stoffe costose rimasero di moda per i panciotti per lungo
tempo, in seguito essi vennero foderati con rasi colorati. I tessuti di
popeline o in lana di cammello vennero usati per le giacche e come
consuetudine si portava sulla spalla destra un gruppo di nastrini come
decorazione. Le
spade erano portate in grandi bandoliere, le quali erano spesso frangiate con seta, una fascia o sciarpa veniva
annodata attorno alla vita, sopra la bandoliera e in inverno un manicotto di
pelo o broccato era sospeso o attaccato al collo per mezzo di un nastro.
Spesso un cappello a tre punte frangiato, completava il costume dell’uomo
alla moda francese. In
Inghilterra durante il regno di William e Mary
(1689-1702), le parrucche erano diventate più voluminose e la cravatta venne
riconosciuta come capo d’abbigliamento da portare al collo. L’ampiezza delle
maniche e specialmente dei polsini fu la principale caratteristica del
costume maschile inglese. Il largo e pendente polso
con gala di merletto, continuò nella moda anche nel regno della regina
Anna, le giacche erano di taglio squadrato e le gonne erano rinforzate con
filo metallico o tessuto rigido. Le calze di seta venivano portate fino al
ginocchio, erano spesso blù o scarlatte ed avevano elaborate “baguette”
ricamate d’oro o d’argento, sulle scarpe si mettevano dei puntali quadrati,
fibbie e tacchi rossi. I cappelli erano
piccoli e il tricorno veniva spesso allacciato con galloni d’oro. Verso
il XIX secolo la cravatta di merletto veniva ancora portata alla corte di
Francia e per i francesi, quando gli Stati Generali prescrissero
nell’abbigliamento i costumi per i tre ceti (clero, nobiltà, popolo), era un
capo che distingueva la nobiltà, eccetto
per le occasioni; in seguito cominciarono a nascere gli abiti più semplici. Si
dice che Luigi XVI portasse il giorno della sua incoronazione (1774) una cravatta di merletto ,
realizzato in uno speciale punto treccia. Questa
sarebbe stata di seta bianca e di capelli umani ed è stata così apprezzata
che se ne parlò fino ai giorni attuali. Fu molto difficile manipolare quei
fragili capelli per ottenere una sufficiente lunghezza per fare il merletto. Guglielmo
III D’Inghilterra, si dice fosse estremamente affezionato al bel merletto e
tra i suoi conti appaiono, tra tante altre spese per il merletto, un
pagamento di 158 sterline per 6 cravatte. Il
collezionista di merletti troverà occasionalmente del bel merletto sulle
estremità delle cravatte, si conosce l’esistenza di un esemplare di raffinato
merletto in punto di Francia, delle prime produzioni del centro di Chateau
Longay. Lì,
le merlettaie veneziane, invitate da Colbert, insegnarono alle merlettaie
francesi e nei bordi delle cravatte noi possiamo notare l’influenza della
loro tecnica in ogni punto. La foggia del punto di Alençon
non era ancora così famosa per il suo fondo leggero e per la sua bellezza. Questo esempio di merletto è
accurato ed elaborato, alle estremità appaiono delle figure umane con corti
costumi, degli strumenti musicali, uccelli e medaglioni tutti uniti da una
rete di fondo a “brides picotées”( gli sbari caratteristici veneziani). A Munich nel Museo Nazionale (Germania), si può vedere la bella
lavorazione di una cravatta dei primi del ‘700, che testimonia il lavoro del
merletto a fuselli; è bordata su 3 lati e sul bordo si nota fatta a mano, una
intestazione sulla quale il tessuto di cambrì viene annodato. Il disegno è
costituito dai tradizionali fiori e fogliame, uniti da Brides (attaccature ). Dello stesso periodo c’è una bellissima cravatta fatta ad ago, sia nei
fiori e palme e tutto lo sfondo. Questo esemplare di cravatta ha una
bordatura smerlata sui tre lati. Cravatta a punto rosa, scuola francese, Galleria Nazionale di Arte
Antica- Galleria Corsini-Roma
Ritratto di Cravatta
in legno di tiglio a grandezza
naturale con intaglio a rilievo e traforato, Gibbons Grinling, 1690 La cravatta è scolpita a imitazione del merletto ad ago veneziano
dono The Hon. Msr. Walter Levy. La sua virtuosa delicatezza e
l'affascinante illusione del pizzo scolpito nel legno hanno ispirato
meraviglia per oltre tre secoli, e lo fanno ancora oggi. Nessuna menzione
documentata della cravatta sopravvive dai tempi di Gibbons, ma sembra molto
probabile che l'abbia realizzata come dimostrazione del suo genio artistico e
abilità tecnica, da mostrare ai potenziali clienti. La cravatta è ricavata da
un unico blocco di legno di tiglio, ma pesa meno di 150 grammi, non più di
una mela. Gibbons ha distinto con cura gli elementi che compongono la
cravatta: la tridimensionalità del merletto con le diverse sovrapposizione
dei punti, la morbidezza delle pieghe, il fiocco di seta rigido e il nodo di
mussola leggera. È una metamorfosi di un materiale, il legno massiccio, in
tessuti morbidi e realistici. Particolari della cravatta
Un’altra cravatta scolpita sempre su legno di tiglio, Gibbons Grinling Chatsworth House, Bakewell |
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Cravatte da realizzare in seta con la tecnica del tricotage,
presentate nel manuale “Pearsall's illustrated handbook for knitting in silks”
pubblicato da Pearsall nel 1906. Cravatta realizzata con filo metallico nella tecnica del tricotage
dall’artista Americana Arline Fish, 1980. V&A Museum, Londra Cravatte
moderne in merletto a fuselli |