Oro e argento
Maria
Luisa Elisabetta di Francia, Jean Marc Nattier,
XVIII secolo.Tutta la rouche
di merletto è realizzata in filo d’oro e il pittore l’ha ben rappresentata.
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Cristina di
Danimarca, duchessa di Milano e Lorena, 1560 circa, Gillis
Claeissens. Merletto a fuselli in oro e argento.
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Storia
Fin
dai tempi più remoti i potenti della terra hanno amato arricchire i propri
abiti di pietre e metalli preziosi.
Gli
egiziani avevano giacimenti dove abbondava l’oro e l’argento: l’oro veniva
usato per collane, monili, acconciature per capelli e decorazioni per gli
abiti da parata. Gli etruschi invece cucivano
delle piastrine d’oro nelle loro tuniche e i bizantini realizzavano
magnifiche stoffe con inserti d’oro e d’argento.
Nel
1968 In
Cina, una scoperta archeologica ha portato alla luce in una tomba due abiti
funebri, sono armature di tessere di giada, unite con fili d’oro (2498
tessere e 1100 grammi
di fili d’oro), indossate durante la dinastia Han dall’imperatore Liu Sheng, re di Zhongshan e della moglie Dou Wan. Questo abito era chiamato “ abito di giada e fili
d’oro”. Secondo i documenti storici, nel 154 a.C. Liu Sheng divenne re di Zhongshan, rimanendo sul trono per 42 anni. La
credenza nella trasmissione delle virtù dell’immortalità della giada ai corpi
dei defunti portò alla costruzione di sudari o armature di giada riservate
agli imperatori o all’alta aristocrazia. Si ritiene che questa sia la più
importante scoperta archeologica del XX secolo, infatti pur conoscendo
l’esistenza delle armature di giada e oro per deporre le salme dei dignitari,
nessun ritrovamento ne aveva dato conferma. I due abiti si trovano presso il
Museo Hebei, Habei è la
provincia dove sono stati ritrovati.
“Abito di giada e fili d’oro”, Museo Hebei, Shijiazhuang, Cina
C’è da premettere che l’oro è un materiale che non si presta ad
essere ridotto in filo sottilissimo per poterlo poi tessere. S’impiegava
quindi per tale scopo l’argento dorato a titolo altissimo. In una lista di
“Commercio d’opere nobili” ci viene descritto che nel 1364 per conto di Pier Gerbais venne acquistato “ Pizzo d’oro (biseta auri) 36 ulne (XII florenos boni ponderis- 12 fiorini di
buon peso) e nel 1366 “Un braccio di pizzo d’oro detto jaques (10 soldi)*. Sempre
della stessa lista troviamo:
Thomas Garzoni scrisse nel 1592 qualcosa su questo argomento e
anche il Savary sul “Dictionaire
universal de Commerce”
alla voce “ filé d’or, filé
d’argent, filiere, or, lame, ci racconta: “La verga
d’argento veniva ridotta in forma cilindrica e poi dorata con foglia oro; la
doratura era così bella e perfetta che nel tempo sarebbe durata a lungo e
sarebbe stato difficile capire che non fosse un filo interamente d’oro. Il
filo così dorato, passava attraverso la filiera per 140 volte, occorrevano 5
trafile di diverse misure. Alla fine il filo d’oro era sottile come un
capello, si aveva ottenuto l’oro tirato. Il filo comunque aveva una forma
rotonda e quindi lo si batteva tra due cilindretti d’acciaio per trasformarlo
in una lama dorata. La lamina veniva avvolta o filata attorno alla
seta, in questo modo si aveva ottenuto l’oro filato. Nei tessuti più pregiati
si introduceva la lamina così come stava.”
I “ Batti oro” e i “ tira oro erano due professioni ben
diverse, ma a Venezia erano consociate ed ecco che si fondarono le Scuole dei Battitore e Tiraoro.
A Venezia, i tessuti i ricami le passamanerie e tutte le
guarnizioni ricercate sono state soggette alle leggi
suntuarie, emanate dal magistrato alle Pompe.
Aggiungiamo che nel Medio Evo l’oro che si filava a Cipro
aveva raggiunto grandissima fama. De Mas Latrie (Histoire
de l’ile de Chypre)
scrive su questo argomento : « aurum
filatum, or fillé de Chypre, cordonnets ou fils d’or passés sur la soie »(oro
filato, o oro di Cipro, cordonetto di filo d’oro passato sulla seta).
Nel XIII secolo, Jean de Meung e Guillaumew de Lorris, scrivevano:
“ Le roman de la
roseӤ
Veste Ricchezza porpora ed oro:
l’abito vale più di un tesoro…
….L’abito rosso tutto frangiato
è interamente istoriato
d’oro e di pietre riluccicanti:
storie di duchi e di regnanti.
Vedo ch’è ornata la scollatura,
e riccamente, d’una bordura
d’oro intarsiato: smalti e nielli.
Splendono i fili resi più belli.
Tante e poi tante splendide cose ,
ve l’assicuro: pietre preziose,
perle, rubini, ambre, diamanti:
luci e riflessi quasi accecanti
Dettaglio del
codice miniato “Le Très
riche heures du Duc de Bery”,1412-1416-Fratelli Limbourg.
Il tema
del mese di Aprile è il fidanzamento, i personaggi indossano vesti con ricami e tessuti
in oro. Museo Condè, Parigi
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Tornando
a tempi più recenti, Pierre Verhaegen, (avvocato,
dottore in politiche sociali e consigliere provinciale del Belgio) scrisse
nel 1902 un trattato sulle industrie domiciliari in Belgio, e ci racconta che
un’anziana signora sbrogliava tutto il giorno matasse di fili d’oro e
d’argento per poi avvolgerli sui fuselli. Lavorava 12 ore al giorno per
guadagnare 60 centesimi.
Merletto a fuselli in
oro con aggiunta di piccole paillettes, Italia XVI secolo, Museo
industriale e commerciale di San Gallo, collezione Leopold Iklé
Merletto a fuselli in
oro con aggiunta di piccole paillettes, Italia XVI secolo, Museo
industriale e commerciale di San Gallo, collezione Leopold Iklé
Merletto a fuselli
realizzato con filo d’oro avvolto su anima di seta, grazie alla scansione in
alta definizione si vede benissimo la lamina attorcigliata sulla seta.
Questo frammento è
datato metà XVI-XVII secolo, è un lascito di Marian
Hague acquisito dal Cooper-Hewitt
Museum nel 1971.
Merletto eseguito in Italia nel XVI secolo, Detroit Institute of Art, U.S.A.
Merletti storici in filato metallico. Repubblica
Slovacca
Maria Beatrice d’Este, 1722, Anton von Maron, Castello di Versailles Parigi
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Le due balze realizzate in filo d’oro
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Marie Leszczinska reine de France, Carle Van Loo, 1747
L’abito è fastosamente
addobbato di metri e metri di merletto in filato d’oro, così come lo è
anche il ricamo, Palazzo di Versailles, Parigi
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Il Museo della Basilica di Gandino a Bergamo, uno scrigno di
arte tessile e orafa conserva la più importante collezione d’Europa di
merletti d’oro e d’argento.*
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Nel 2012 alla ricca collezione è stata dedicata una pubblicazione
specialistica “Merletti a Gandino. La Collezione
in oro argento e lino del Museo della Basilica”.
Da un articolo di Angelo Pinetti nell’Emporium, agosto 1922 “Sta per aprirsi, in un
palazzetto attiguo alla basilica di Gandino, un
piccolo Museo che raccoglierà le preziose opere d’arte ap-partenenti alla
bella e sontuosa chiesa, cioè magnifici velluti controtagliati,
stoffe seriche di rara bellezza, piviali e paliotti istoriati a ricamo
d’oro e d’argento, pianete d’ogni genere, trine antiche di alto valore,
argenterie dei secoli XV-XVII, statue lignee, intagli e la celebre
collezione di 12 arazzi (9 interi e 3 frammentari), che formano due serie
distinte di 6 arazzi ciascuna, una di soggetto sacro l’altro
dì scene dì caccia. Entrambe provengono da fabbriche di Bruxelles
del ‘500. La serie sacra fu fatta tessere da Bartolomeo Castelli verso il
1580 appositamente per farne dono alla basilica e rappresenta le seguenti
storie di Maria: Natività,
Purificazione, Gabriele, Annunciata, Visitazione Transito.
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In vari racconti mitologici e nelle fiabe popolari spesso
s’incontrano oggetti magici come il “Vello d’oro” o “ragnatele di fili d’oro”
tanto sottili da essere invisibili. Dai miti mesopotamici a quelli greci fino
ad arrivare a fiabe come “Tremotino” dei Fratelli Grimm in cui un personaggio
(alquanto oscuro per la verità) trasforma la paglia in filato d’oro, la
letteratura spesso ricorre a metafore sull’impossibile o soprannaturale dell’oro
trasformato in fibra. In generale comunque qualsiasi oggetto, se fatto d’oro,
acquista poteri magici che vanno oltre all’uso specifico dell’oggetto stesso
(vedi un vaso d’oro, il Vello d’oro stesso, il calice d’oro usato nella Messa
Cristiana o anche solo il falcetto d’oro di Panoramix).
Tessuti d’oro, fino ad ora non sono mai stati realizzati. Quello che vediamo
per esempio nei paramenti sacri, nei tessuti più lussuosi, in alcuni sari
indiani sono generalmente dei nastrini metallici sottilissimi avvolti attorno
ad un filato di cotone o seta. Altrimenti sono sempre dei nastrini tessuti
assieme alla trama o l’ordito di un tessuto di fibre convenzionali.
Recentemente la ricerca sulle fibre sintetiche ha potuto creare delle fibre
che conducono l’elettricità in superficie, così da poter essere metallizzate
tramite deposizione galvanica (un deposito sottilissimo di metallo tramite il
passaggio di corrente in una soluzione di sali metallici.
La tecnologia e le conoscenze necessarie per la realizzazione di un tessuto
in metallo sono relativamente recenti. Solo negli ultimi 30-40 anni in fatti
si sono prodotte delle trafile che permettessero la trafilatura del metallo
fino alle dimensioni di una fibra tessile. Prima di allora i fili così
sottili venivano ottenuti attorcigliando delle piccole piattine (era
impossibile realizzarne più di pochi centimetri per volta). Qui vi presento
un tessuto realizzato interamente in oro.
Tessuto sul telaio
La mia idea, ormai da una ventina d’anni era quella appunto di materializzare
il mito, di creare un oggetto che è sempre esistito ma solo nella fantasia e
nell’immaginario umano: il tessuto (e possibilmente in futuro il velo) d’oro.
Non voglio scendere ulteriormente in dettagli tecnici, dico solamente che gli
ostacoli sono stati innumerevoli: dapprima per riuscire a trasformare un
lingotto in un filo così sottile (circa 8 volte più sottile di un capello),
poi per riuscire a creare una certa quantità di questo filo, poi per adattare
le tecniche tessili ad un materiale che ha proprietà fisiche molto diverse
dalle fibre convenzionali (prima di tutto la totale mancanza di elasticità,
poi una tendenza a creare attriti).
La ricerca è stata molto faticosa, spesso ho realizzato e costruito
attrezzature che si sono rivelate inadatte. Ogni “fallimento” però è stato un
passo avanti verso un risultato positivo. In fondo stavo navigando in acque
inesplorate e dovevo accumulare e fondere assieme conoscenza e
sperimentazione.
Qui vi presento un’anteprima del mio progetto: sto realizzando un fazzoletto
in oro 18 carati ed oro 22 carati.
Tessuto in oro 18k (ordito) e oro 22K
(trama)
Ogni
fase della manifattura di questo oggetto è stata eseguita a mano da me,
partendo dalla materia prima (un lingotto d’oro puro è stato legato nelle
giuste proporzioni con rame ed argento, fuso, laminato, trafilato,
intrecciato, tessuto ecc…).
- Il tessuto è realizzato con oro 18 carati per l’ordito e 22 carati per la
trama.
- Il tessuto ha 20 fili per centimetro in ordito e 38 fili per centimetro in
trama.
Fili d’oro
- Ogni filo è stato realizzato intrecciando 291 fibre di oro del diametro di circa
7 micron (una singola bava di seta ha un diametro di 12-15 micron, il
cashmere da 13 a
15,8 micron).
- Per la realizzazione del tessuto del fazzoletto che misura 26x26 cm ho
impiegato 107,4 Km
di filo.
- Il tessuto pesa 77, 88 gr. (1,152 Kg al metro quadro)
- Al tatto il tessuto risulta morbido come la seta ma ovviamente molto più
pesante (circa 15 volte di più).
Nelle immagini si possono vedere alcune delle fasi di tessitura ed alcuni
esperimenti che sto facendo per creare un bordo di merletto al tombolo
attorno al tessuto.
L’immagine sottostante rappresenta l’intrecciatrice: un dispositivo manuale
che ho costruito che fa percorrere a tre fuselli un percorso a 8 creando
appunto una treccina. Ho costruito il telaio delle dimensioni apposite ma senza
licci, la costruzione dei licci avrebbe impiegato più tempo della tessitura
con l’ago.
Le prove di merletto sono eseguite con il filato a 22 carati (è più rosso) ho
dovuto lubrificare il filo con della paraffina (la lampada sul tombolo aveva
la duplice funzione di illuminare e di scaldare il lavoro a 80-90 gradi in
modo da ammorbidire il lubrificante. Prima di iniziare il lavoro dovevo in
pratica “scaldare il tombolo”.
L’immagine mostra le fibre di oro (giallo scuro) e delle fibre di seta
(giallo chiaro) al microscopio.
Le prove al tombolo sono di punto tela, mezzo punto, punto gelosia e le palmette
d’oro.
Tutto questo è il frutto di 20 anni di ricerca nella metallurgia dei metalli
preziosi e nella tessitura. Il lavoro pratico sul fazzoletto mi ha impegnato
a tempo pieno dal 5 maggio 2009. Ora devo fare il filo per il bordo di pizzo,
disegnare il bordo stesso e realizzarlo. (Arachne, 22 Gennaio 2010)
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