Punto Maglie a Lecce

 

 

Antichi campioni di Punto Maglie esibiti nella Mostra “Le anime del tessile” 4 maggio 2023

 

 

 

 

 

La Cooperativa Nazionale "Industrie Femminile Italiane" nel 1906 raccolse le realtà artigianali femminili dei laboratori tessili del territorio italiano, in occasione della Mostra Internazionale Milano 1906, con la seguente prefazione:

 

LA NOSTRA ESPOSIZIONE, INAUGURATA IL 3 MAGGIO 1906 DALLE LL. MM. IL RE E LA REGINA D'ITALIA, E’ STATA INTIERAMENTE DISTRUTTA DALL’INCENDIO NELLA NOTTE DEL 3 AGOSTO. LE PAGINE DI QUESTO LIBRO, RACCOLTE MENTRE LE NOSTRE SALE SI OFFRIVANO AL PUBBLICO COME UNA GENIALE RIVELAZIONE D’ARTE E DI LAVORO ITALIANO, ASSUMONO OGGI PREGIO PARTICOLARE DI DOCUMENTO E RIMANGONO A RICORDARE L’OPERA COMPIUTA, IL PENSIERO E L’AMORE DI CHI L’AVEVA PROMOSSA ED ORDINATA.

 

 

Con riferimento all’attività fondata e svolta a Maglie si riporta fedelmente questa relazione:

 

“Nella sua breve dimora in Casamassella nel Natale del 1901, e nella rapida escursione pei paesi circonvicini, la marchesa De Viti de Marco fu colpita dall'estrema miseria in cui sono lasciate quelle popolazioni, e insieme ad altre persone che conoscevano a fondo il luogo, si cercò un mezzo efficace onde aiutare l'interessante paese. Esclusi, per mancanza di risorse, i progetti grandiosi, si pensò invece di trarre profitto delle piccole industrie paesane esercitate dalle donne, e tanto per incominciare si affidò ad esse ordinazioni di lavori adatti alla loro capacità. I primi tentativi ebbero esito felicissimo; il lavoro piacque, se ne aggiunse altro, poi altro ancora. Dal lavoro di cucito si passò al ricamo in reticella, e i vari punti antichi di pizzo ad ago, punto in aere, punto avorio, ecc.

Cosi si formarono sotto la direzione intelligente ed amorevole di donna Carolina Starace, nata De Viti de Marco, figlia della loro terra e sempre vissuta in mezzo a loro, allieve straordinariamente intelligenti, che a volo afferrarono i segreti tecnici di ricami difficili e complicati. Così nacque e s'iniziò la Scuola di Casamassella, di cui la signora Starace è il perno, sicché laddove lei dimora, ferve maggiore l'attività e la produzione: d'inverno a Maglie, l'estate a Casamassella stessa, estendendosi però a tutti i paesi vicini.

È Maglie una cittadina con poco più di 10.000 abitanti, a trenta chilometri di Lecce, sulla via di Otranto. La popolazione si dedica specialmente all'agricoltura ma vi si contano operai intelligenti ed abili in qualsiasi mestiere. In questa cittadina si verifica più che altrove un enorme disquilibrio nella divisione della proprietà, ed è frequente il caso di vedere accanto a ricchi borghesi e grandi proprietari, la miseria più squallida e degradante.

La Scuola non fa distinzione alcuna di classe sociale di provenienza. Essa raccoglie i suoi elementi da Casamassella, da Maglie, da Galatina, Nardo, ed altri paesi limitrofi. Riceve alunne dalle famiglie di possidenti, di operai, di campagnoli, e pure da una quarta classe di persone, da quelle cioè che, col ricordo di un passato più lieto, sopraffatte dalla crisi della disoccupazione e del bisogno, soffrono spesso gli stimoli della fame senza muovere lamento.

Le allieve sono ricevute a scuola, e vi restano fino a che non hanno imparato. Dopo prendono il lavoro e vanno ad eseguirlo a casa. La scuola paga per intero il prezzo del lavoro eseguito, fornendo essa stessa refe, tela e ogni materia prima. Tutte le spese rimangono a carico delle promotrici.

I ricami a reticella e a punto in aere, i pizzi ad ago, erano un tempo i lavori preferiti della regione, ma andati in disuso poiché tanto secol vi corse sopra, se ne smarrirono completamente le tracce, e i primi passi per riprodurli presentarono non lieve difficoltà.

Anche la tessitura del lino, nonché la tessitura detta a fiocchi, in lana, ed in seta, fu tentata dalla scuola con esito più che soddisfacente. Del resto, era anche questa già un'arte casalinga nel paese, ma andata perduta come quella dei pizzi.

L'Italia è una sorgente inesauribile d'ispirazioni classiche ed artistiche, un museo perenne di modelli e di disegni la cui ricerca dai monti al mare è in se stessa un godimento dei più raffinati.

In questa ricerca le due promotrici sono state assai fortunate, e la Scuola possiede un tesoro ricco e vario. Molti di questi disegni sono stati presi sul luogo, sottratti ai ripostigli più reconditi, e con intelletto d'amore reintegrati, riordinati, studiati e richiamati a vita novella, riapparendo sotto forma leggiadra.

Una parte interessante, e non sempre facile in questo risveglio di antichi disegni, è stata la loro pratica applicazione agli usi moderni, rispettandone artisticamente il carattere.

Su queste basi, e su queste norme, la Scuola di Casamassella, in soli tre anni di vita, ha saputo vincere ostacoli che parevano insormontabili, ed ha raggiunto un grado soddisfacente di sviluppo. Sono oltre 500 le fanciulle che hanno lavoro in questa scuola, tra allieve e operaie provette. Com'è facile a comprendere, questo lavoro non è solo un mezzo di produzione, ma è altresì un grande strumento di moralità e di educazione.

Le iniziatrici si lodano sovente delle loro allieve e dichiarano di avere trovato in esse delle cooperatrici abili e valenti, pronte nell’apprendere, e breve nell'eseguire. diversamente potrebbe spiegarsi il grande incremento preso da questa nascente industria femminile. E questo era il desiderio che ha mosso all'opera.”

 

 

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