Friuli Venezia Giulia     

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Merletto che riproduce il castello di Miramare di Trieste, commissionato in occasione della visita in Friuli Venezia Giulia della regina Noor di Giordania alla quale è stato donato dalla regione. Progettazione grafica: Rosita D'Ercoli, realizzato con fili di lino policromi, filati metallici in poliestere, filo di canapa, fili d'argento.

Gorizia

Nel 1672 si insediarono a Gorizia sei suore dell'ordine delle Orsoline provenienti da un convento di Vienna: due di loro provenivano da Liegi e Madre Catherina Lambertina de Pauli Stravius  conosceva molto bene l’arte del merletto.  Le sei suore fondarono un convento e un collegio, aprirono la prima scuola femminile della città e avviarono le giovani alla lavorazione del merletto a fuselli. I merletti delle Orsoline ebbero una grande richiesta, specialmente per la realizzazione di paramenti sacri. Dal '700 in poi il merletto si diffuse anche nella vicina Istria. A quel tempo tale  lavorazione era eseguita negli ospizi e conventi e non era usuale per le donne lavorare il merletto in casa come sostentamento. Divenne comunque utile apprendere tale arte anche per superare i momenti di carestie e miseria. Tra la fine del 1800 e i primi del 1900 la Contessa Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà diede rilancio al merletto con le sue scuole a Brazzaco, Fagagna, Martignacco e nei paesi collinari del Friuli. Nel 1903, venne fondata la cooperativa "Le Industrie Femminili Italiane", di cui lei fu presidentessa, questa cooperativa fu posta sotto il Patronato della Regina Margherita.

 

Gruppo di merlettaia della scuola della Contessa Cora Slocomb, Torreano di Martignacco (Friuli-Venezia-Giulia)

 

Merlettaie durante una sosta nel parco del castello Brazzà§

A Farra d’Isonzo nell’anno 2003 presso il Museo della Civiltà Contadina Friulana, si è svolta la Mostra “Il merletto nel Centro Europa: un percorso comune”. In esposizione molte opere di merlettaie della Scuola Merletti di Gorizia: un grande centro ovale realizzato in Fiandra a tre paia (classico punto goriziano), applicazioni  fantasiose e moderne su abiti eleganti, un colletto fatto di foglie di merletto e persino un bracciale con orecchini, un grande leone in canapé e juta e merletti provenienti da vari paesi d’Europa. Una mostra raffinata, una rassegna di merletti anche datati, ma di concezione molto moderna, ogni pezzo da valutare con molta attenzione. Tra tutti questi capolavori spiccava un’opera d’eccezione presentata da una giovane merlettaia diplomata alla scuola merletti; Antinisca Vicentini, giovane promessa del merletto, con idee e capacità all’avanguardia, ha presentato un suo progetto in fase di realizzazione. Si è presentata in questa mostra con un lavoro di non facile esecuzione: una figura  femminile orientale con un abbigliamento ricco di particolari.

Scuola merletti Gorizia

Dal 1979 la scuola merletti di Gorizia è divenuta Scuola Regionale. Qui vengono istruite molte giovani e appassionate della trina di tutte le età che alla fine dei corsi possono ottenere il diploma di maestra merlettaia. Per poterlo conseguire si deve frequentare un corso di 6 anni: nei primi tre anni si lavora solo al tombolo, apprendendone la tecnica e la pratica eseguendo 31 campioncini (passo obbligatorio per poter passare ai successivi tre anni). Durante l'ultimo triennio si continuano gli esercizi e si realizzano 59 campioncini, si apprende la storia dell'arte, del merletto (particolarità di esecuzione, disegni, punti......) del costume, del disegno e della progettazione artistica. L'esame viene sostenuto davanti ad una commissione regionale, presentando una tesi sulla storia dell'arte o del merletto,  l'esecuzione di un disegno e di un merletto (8 ore). C'è anche un corso di specializzazione che consiste in un altro anno di frequenza. Oggi la scuola mira a formare dei veri propri artisti  con una ricerca continua, proponendo uno stile innovativo. I merletti goriziani sono recentemente entrati a far parte dei prodotti tipici, per la loro promozione è previsto un Consorzio. In occasione del Millenario di Gorizia è stata realizzata da Rosita D’Ercoli con la tecnica del merletto a fuselli lo stemma del Comune,  un'opera d'arte intrecciata anche con fili metallici.

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Stemma del Comune di Gorizia, opera di Rosita D’Ercoli

La Scuola ha partecipato a vari concorsi e manifestazioni aggiudicandosi prestigiosi premi. Nell'ambito di un progetto: "Applicazione della tradizione del merletto nel turismo e nella politica europea", inserito nel programma europeo "Leonardo da Vinci", la Scuola ha dato il suo contributo, insieme alla "Scuola di Idrija", "Atelier Moravia"(Danimarca) e alla "Scuola di Belle arti "di Gozo (Malta). La Scuola è sempre più richiesta, presso le scuole dell'obbligo e le università della terza età.

 

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Merletto della Scuola di Gorizia

 

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La Scuola Merletti era presente alla 2° edizione del Forum Internazionale del merletto e del Ricamo.

 

Fagagna (Udine)

 

Contessa Cora di Brazzà

L’otto settembre 1892, la contessa Cora di Brazzà e il Senatore Gabriele Luigi Pecile istituirono le “Scuole Cooperative di Brazzà”, e Fagagna né fu la capostipite. Il 14 febbraio 1892 il magazine “L’illustrazione” dava notizia dell’Esposizione artistico Industriale a Roma. “Quest'esposizione in Piazza di Spagna contiene mosaici, merletti, ricami, vasi di smalto lavorati al tornio con diamante. Fanno bella mostra le due collezioni di merletti, una della scuola fondata dalla contessa Pasolini in Coccolia (Ravenna), e l’altra della scuola istituita, l'8 settembre scorso, nel castello di Brazzà (Udine) dalla contessa Cora di Brazzà Savorgnan e da essa diretta.” La scuola si specializzò e si diffuse per la produzione di un merletto che per la sua bellezza faceva concorrenza a quello di Burano.

Scuola di merletto a S. Vito di Fagagna§

La scuola produceva merletti anche per la casa reale e le merlettaie fagagnesi acquisirono il titolo di "Merlettaie della regina", ebbe il suo massimo splendore fino agli anni '50 per poi decadere e chiudere verso gli anni '60. Dal 1994 si può visitare il museo della vita contadina, "Cjase Cocèl" dove si sono recuperate le arti e i mestieri di un tempo.

       

Merlettaie della scuola di merletto al castello di Brazzà, 1906

 

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Nella "Cjasa Cocèll", si è ricostruita la stanza dei merletti che ricorda la vecchia scuola e con l'ausilio di immagini documenti e manufatti si percorre un percorso a ritroso nel tempo tuffandosi nella realtà di atmosfere ormai lontane. Il grande armadio della scuola, aperto, rivela la storia dei fuselli e altri campionari. Una cesta raccoglie i grembiulini bianchi delle merlettaie, così come si vedono nelle fotografie che completano questo settore.

Brazzà, storie al castello di Betty Risaliti, Intervista ad una pronipote della Contessa Cora

Se lei va a Fagagna, al museo contadino di Cjase Cocèl, troverà una stanza che la ricorda. Dunque arriva, dopo le nozze, e subito mette mano alla villa, ridisegna il parco. Ma promuove, soprattutto, il lavoro delle donne, qui e in Italia. Fonda le Scuole Cooperative di Brazzà, sopravvissute – appunto a Fagagna – fino ai primi Sessanta: vi si fa il merletto al tombolo, un’arte che lei stessa insegna alle allieve. E quelle trine diventano celebri: in mostra, come Made in Friuli, all’Expo di Chicago del 1893, vendute da New York a New Orleans, amate da Margherita di Savoia e dalle dame di corte. E con il patrocinio di Margherita istituisce le Industrie Femminili Italiane... tappeti, ricami, cuciti... Funzionano ancora alla fine degli anni Venti, e io ricordo un negozio romano al Corso, con la sua fotografia. E promuove, non lo sa?, anche i biscotti Delser. Sì, proprio i biscotti Delser, che non esistevano. L’anziana Delser li preparava per sé, in casa. Un giorno Cora ci si ferma, esausta. Non c’era granché, a quel tempo, sulla strada di Martignacco. Chiede un caffellatte, la donna lo accompagna con un paio di biscotti. Le sembrano squisiti, e li presenta con successo alla mostra agricola che sta organizzando. Pensa a una fabbrica, suggerisce ai Delser una piccola industria... Che poi si fa, come tutti sanno, ma forse ben pochi ormai sanno che il primo biscotto si chiamò, in omaggio a lei, proprio Brazzà". [da Il Messaggero Veneto, domenica 3 novembre 2000]

Martignacco e Caporiacco

Il quotidiano “La Patria del Friuli” del 14 settembre 1909, pubblicò un articolo dedicato ad una mostra artigianale svoltasi a Martignacco dal titolo “Fra I merletti e le pupattole”: “Una relazione speciale meriterebbero i merletti. Dei quali, parecchi — e forse il più distinto — sì trovano sparsi sui tre lunghi tavoli di cui già parlammo. Sono lavori di qualche scuola, dove (come a Martignacco, a Caporiacco e anche in altre) s'insegna pure a lavorare il merletto; o lavori di ex allieve delle scuole che più numerose un giorno fiorivano nella zona da Brazzacco a Fagagna. Forse il più distinto lavoro, dicemmo, sì trova sui banchi: sono anzi due lavori della stessa mano, insuperabili; due «contorni» a punto «mariage» (salvo errore), della signora Emma Generini Ermacora di Martignacco.

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Una scuola di merletti, articolo tratto dal quotidiano “”, 17-giugno 1905

La nostra concittadina, Teresina Pegolo, recentemente abilitata a Fagagna per l'insegnamento della industria merletti, ha aperta la scuola, alla quale possono accedere tutte le ragazze volonterose del paese. Molte si sono già iscritte alla proficua istituzione, che è affidata alla vigilanza di distinte signore cittadine, le quali, seguendo la nobile iniziativa della nobildonna contessa Cora di Brazzà e della solerte ispettrice Noemi Nigris, assicurano alla scuola stesso un duraturo successo.

Tolmezzo

Il 2 Settembre 2005, presso il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari Michele Gortani di Tolmezzo, si è inaugurata la mostra "Il merletto in Croazia", un’esposizione di grande rilievo culturale che ha proposto un’ampia visione dell’antica arte del merletto con lavori provenienti dai più importanti centri di realizzazione croati come Lepoglava e le isole di Pag e Hvar. Organizzata in collaborazione con il Museo Etnografico di Zagabria, ideatore dell’esposizione, la mostra è giunta nel museo carnico dopo esser stata ospite di altri importanti musei europei. L’antica arte del merletto, che costituisce una componente significativa del patrimonio culturale popolare, risale in Croazia all’epoca rinascimentale e la sua origine deriva dalla manifattura tessile rurale destinata alla realizzazione di costumi femminili tradizionali, alcuni rari esempi dei quali si sono potuti ammirare lungo l’itinerario espositivo della mostra. Al Museo Carnico si trovano in esposizione permanente, specifiche sezioni dedicate ai lavori tradizionali, ai ferri battuti, ai pesi e misure, ai costumi popolari, alla tessitura, ai ricami ed ai pizzi.

Grado

Nella bella isola di Grado, c'è un centro per l'insegnamento e la diffusione del merletto. Per dimostrare come le merlettaie gradesi si ritrovano, Gianfranca (la prima maestra merlettaia che ha “diretto”un corso di merletto attraverso una chat in Internet ), ha scritto per noi un articolo.

“La sede del corso di merletto di Grado, è situata in Auditorium Biagio Marin ex "Casa Balilla". Il corso fa parte della "Scuola Merletti di Gorizia", la maestra si chiama Ines Maccaro, ma per tutti Valentina; le "allieve", molte delle quali maestre, vanno dai dieci ai sessant'anni circa e sono tutte delle persone molto simpatiche e spiritose e anche delle ottime pasticcciere! Nei nostri corsi, alle ore 16, c'è la pausa caffè o the, che la nostra Maria Augusta prepara a casa e c'è sempre qualcuna di noi che porta un dolce rigorosamente casalingo, famosa è la crostata di Mariarita!” (Gianfranca, 2004)

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”Tombolo e fuselli ”, Manuali a  cura di Gianfranca Tolloi

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" Preziosa Fedeltà ", 2003, Gianfranca Tolloi, questa opera, ha vinto il fusello d'oro Offida 2003

Nella primavera del 2005, Gianfranca ha aperto un negozio-laboratorio, interamente dedicato al merletto dove si possono trovare tutti i materiali e strumenti per la sua realizzazione.

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Immagini del negozio-laboratorio

Il laboratorio orafo “Foglianera” di Grado, produce gioielli di foggia contemporanea, tra le molteplici forme ha inserito una serie di gioielli  in pizzo, tra cui un bracciale in filo d’oro fatto al tombolo.

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Bracciale in oro 750, merletto a fuselli

Udine

 Il “giornale di Udine” del 10 agosto 1905, in occasione di una mostra di arti decorative, dava notizia della presenza di un laboratorio di merletti a Udine e delle scuole artistico industriali dove si praticava l’arte del merletto: “Lussuosi ed eleganti l’ombrellino e il ventaglio della signora Follini-Rubini. Si osserva però che il merletto rinascimento è giù di moda. Scuole artistico industriali. Sono considerate tali: le scuole cooperative di Brazzà, la scuola merletti di Fagagna, il laboratorio sorelle Farinelli che hanno un lodevole  indirizzo artistico in oggetti commerciabili. Le signore Farinelli presentano due allieve: la signorina Gemma Franco con un lenzuolo magnifico e originale e la signorina Nella Provvisionato con ricami tipo “ Aemilia Ars”.

Le sorelle Farinelli nel 1923 parteciparono alla Fiera Campionaria di Milano. Nella rivista “La Panarie “, commentando gli espositori del Friuli presenti alla Fiera si legge: “Fra le industrie varie, notevole è l’affermazione delle Sorelle Farinelli che espongono lussuosi lavori in merletto, due artistici ventagli ed un cestino da lavoro in seta”.

E sempre nella stessa rivista nel 1925 in occasione di un’altra esposizione, troviamo scritto: “Le sorelle Farinelli di Udine, ditta premiatissima con 35 anni di vita, espongono a dovizia i loro prodotti: merletti antichi, fazzoletti, tende e un’infinità di bellissimi lavori”. Nell’annuario generale del 1933 troviamo l’attività ancora operosa.

Annuario generale d’Italia 1933

 

Indicatore provinciale di Udine del 1935-36

La biblioteca del Metropolitan Museum of Art di New York conserva il catalogo degli oggetti prestati dai collezionisti newyorkesi nella World's Columbian Exposition svoltasi dal 5 maggio al 31 ottobre 1893. L’esposizione universale tenutasi a Chicago, per celebrare il 400º anniversario dell'arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo nel 1492. L'esposizione fu un influente evento sociale e culturale ed ebbe un profondo effetto sull'architettura americana, sulle arti, sull'ottimismo industriale americano e sull'immagine di Chicago. Il catalogo comprende merletti, ricami, ventagli, orologi e tabacchiere. Tra una moltitudine di manufatti italiani troviamo citati due merletti provenienti da Udine: “ Iarda di merletto di Udine, 1600 circa, prestato dalla signora Arthur Murray Doddge, New York. Piccolo merletto di Udine chiamato Raphael-merletto, 1650 circa, prestato dalla signora Frederick Goodridge, New York

Merlettaie friulane

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“La ninfea” di Mariagrazia Angelici, vincitrice del primo premio al concorso 2007, “ Ricamo e Merletto tra Arte e Tradizione… una ninfea per Bolsena,  indetto da Bolsena ricama.

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Gallo cedrone, presentato al concorso di Offida nel 2004 e “fiuri de tapo”, Valentini Maria Rita

Costume popolare

“La Mandriera” è il costume popolare del Friuli e della Val Canale, in testa le donne portavano un grande fazzoletto bianco ricamato e bordato di merletto a fuselli, sulle spalle c’era uno scialle similare a quello portato in testa, sempre bordato di merletti. Ai polsi affioravano i merletti del corpetto.

“La Scruola” è sempre un costume triestino, in testa si portava sempre un grande fazzoletto bianco bordato di merletto e le ampie maniche della camicia erano bordate di merletto a fuselli.

Onore alle maestre d’altri tempi

Emma Kocevar

Emma Kocevar viene citata nell’annuario dell’insegnammento artistico-industriale del 1920-1921 come maestra di merletto presso la scuola industriale femminile di Gorizia

Ines Nekrly-Maffei 

Ines Nekrly-Maffei viene citata nell’annuario dell’insegnammento artistico-industriale del 1920-1921 come maestra di merletto presso la scuola industriale femminile di Trieste

Malner Kocevar

Malner Kocevar viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1940 come maestra di laboratorio per trine e merletto presso la “Regia Scuola Professionale Femminile”, Via Croce, 3, Gorizia. In quell’anno c’erano 24 alunne che frequentavano la scuola.

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Bronzin Bianca

Bronzin Bianca viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1939 e 1940 come maestra di laboratorio per trine e merletto presso la “Regia Scuola Professionale Femminile”, Via Cesare Battisti, 31, Trieste. In quell’anno c’erano 62 alunne che frequentavano la scuola.

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Trafiletto pubblicitario apparso sul Giornale di Udine del 1896

Musei e Mostre

Museo di vita contadina "Cjase Cocel"

Fagagna ( Udine ) http://www.regionefvg.com/cjasecocel/index.htm

I merletti, così come i numerosi disegni e modelli preparatori, conservati presso il Museo Cjase Cocèl, e tuttora utilizzati dalle merlettaie a tombolo, provengono dalla Scuola dei merletti di Brazzà, sorta nel 1891 per volontà di Cora Slocomb, poi confluita in quella più grande di Fagagna, grazie al sostegno del senatore Gabriele Luigi Pecile.

 

Museo Etnografico di Servola

Via del Pane Bianco, 52  Servola   Trieste

Presso questo museo ci sono dei costumi popolari come la “Mandriera”.

http://digilander.libero.it/lopreda/costumip.htm

 

Museo Friulano delle Arti e Tradizioni Popolari

Via  Viola 3, Udine   tel. 507861 

In questo Museo si può vedere il “Fazzul”, fazzoletto da testa con tramezzi e bordure di merletto a fuselli del XVIII secolo.

Museo della Moda e delle Arti Applicate.

GORIZIA - Borgo Castello, 13 - 34170 - (Gorizia)

Il museo raccoglie abiti, accessori e gioielli dal XVIII al XX secolo. C’è un vestito da sposa di popolana goriziana, datato XIX secolo. L’abito in taffettà azzurro  è abbinato ad un velo meccanico bianco, ornato da un bordo in merletto a fuselli con minuti disegni floreali, di probabile produzione locale, il velo veniva trattenuto, da una ghirlandina di fiori d’arancio. C’è anche un abito popolare sloveno con ampie maniche aventi dei tramezzi in orizzontale e verticale in merletto.

Casa Formentini in borgo Castello a Gorizia ospita due sale dove si trova parte dell’operato del Convento delle Orsoline fondatrici della Scuola che accoglieva ragazze orfane o in difficoltà.

 

Scuole ed Associazioni

"Scuola Merletti di Gorizia"

 Via Roma, 14 (GO)

Tel.0481/386461

https://www.merlettogoriziano.com

 

Negozio- Laboratorio di Gianfranca Tolloi

Viale Martiri della Libertà, 10    34073 Grado ( GO)

Tel. 0431-83374

https://www.tombolodisegnishop.it/

Associazione “Fuselliamo

Gradisca d'Isonzo - Gorizia, in via Colombo n°26

https://www.fuselliamo.it/associazione.html

Laboratorio artistico “ Il filo dei pensieri” di Diana Dussi

Cell. 3497158799

http://www.ilfilodeipensieri.com/home.htm

 

"Università della terza età"

 Insegnante Scuola Merletto di Gorizia

 Via Concordia, 7         33170    (Pordenone)

 https://centroculturapordenone.it/ute/laboratori/ottobre-dicembre-2021/Merletto%20a%20fuselli

 

"Utle"

Insegnanti" Scuola merletto di Gorizia"

P.sso Casa dello Studente  Via S. Francesco  Fiume Veneto (Pordenone)

http://utlefiumeveneto.freeservers.com/about.html

"Università della LiberEtà"

 Insegnante Sg. Benfatto Manuela, Geotti.F

Via Rialto, 5    53100 (Udine)     

Tel.   0432-297909

http://www.libereta-fvg.it

 

 I testi sono dell’autrice del sito frutto di una accurata e laboriosa ricerca. E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le pagine del sito.


Ringraziamenti:

Ringrazio per la loro collaborazione: Il Nuovo Friuli, Rosita D’Ercoli, Maria Rita e

Gianfranca Tolloi,  per le notizie sulla "Scuola Merletto di Gorizia";

per il materiale su Fagagna, il sito http://www.regionefvg.com ,

il laboratorio orafo Foglianera http://www.foglianera.com/home.htm

Bibliografia

 § Baldwin Elbert F., A woman’s work for women in Italy

Videografia

https://www.youtube.com/watch?v=ljZfJInf68k  La storia del merletto esibita in due sale appositamente riallestite nel 2008

Sitografia

https://libmma.contentdm.oclc.org/digital/collection/p16028coll4/id/1494/rec/1

 

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