Veneto

 

Merlettaie ad ago e a fuselli lungo la riva della laguna veneziana, sullo sfondo l’isola di Torcello

 

                  

Merletto ad ago 1665-1675

 

Merlettaie di Pellestrina

 

Venezia è stata la culla del merletto: qui l’arte del merletto ad ago e fuselli ha avuto una florida attività per molti lustri. Il buon gusto delle dame, poi la moda, la passione delle merlettaie veneziane e non per ultimo il bisogno di guadagnare in momenti difficili tra epidemie e carestie, sono state le motivazioni che permisero al merletto di nascere e crescere a Venezia.

Da questa prima pagina si apre un percorso fatto di molte pagine suddivise nelle due tecniche: ” tecnica ad ago” e ” tecnica a fusello”.

Attualmente nella laguna, nelle isole, nella terraferma veneziana e in altre zone del Veneto ci sono alcuni gruppi che continuano la lavorazione del merletto o si dedicano a mantenerne sempre viva la memoria con costanza e dedizione continua.

“The Lacemaker” incisione di Otto H. Bacher, Venezia, seconda metà dell’800

Venezia

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Merletto a fuselli, tecnica a punto Venezia e nastrino, 1970, collezione privata - Famiglia Parenzan, Venezia

·         Emma Vidal era la più anziana merlettaia di Burano, era una signora che lavorava ancora senza occhiali ed era agguerrita nel salvaguardare la sua arte. Nel 2017 aveva ricevuto il Premio “Venezia città delle donne”, il riconoscimento istituito l’anno precedente dalla Fondazione Musei Civici Veneziani, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, per dare risalto a quelle figure femminili che più hanno caratterizzato la storia di Venezia nel campo del sapere artigianale, delle arti, dell’economia, dell’insegnamento. Nel 2019, all’età di 103 anni, se n’è andata in punta di piedi lasciando a tutti noi il suo testimone e come in una staffetta dovremmo portarlo al traguardo.

·         La Fondazione Andriana Marcello persegue il desiderio della Contessa Andriana Marcello nel coltivare l’arte del merletto a Venezia.

·        A Venezia, opera un gruppo di merlettaie appassionate di merletto a fuselli. Molte di loro hanno appreso l'arte sin da piccole, altre avevano il desiderio di imparare. Piano, piano si è formato il gruppo "Il Merletto Veneziano a San Zaccaria", che con la guida di una maestra merlettaia prima, poi con Graziella Ghezzo, si è continuata l'antica tradizione veneziana. Gli incontri sono settimanali presso la parrocchia di S. Zaccaria

·        Per il merletto ad ago, l’Associazione “Sette Mari” riunisce le merlettaie veneziane che ogni anno allestiscono una mostra con I loro manufatti.

·        Venezia fará parte dei ventotto comuni che costituiranno una “rete”di promozione e sosterranno, anche finanziariamente, il Progetto di Candidatura del Merletto Italiano a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.

Mestre

L'attività della lavorazione del merletto è ancora fervida, sia in terraferma che nelle  isole e proprio per questo si è sentita la necessità di raggruppare le numerose forze in una unica associazione. Ecco che nel gennaio 2002, l'Associazione culturale El Leon in Moleca” fondò il "Club Amiche/ci del merletto”, raccogliendo sotto un suo statuto molte merlettaie veneziane. L'Associazione si occupò anche dell'organizzazione della Mostra che raccolse ogni anno numerosi visitatori e alla quale erano legati i concorsi: “Un merletto per Mestre” e il concorso per il disegno (base essenziale per tutti i merletti). Con l'aiuto dell'Amministrazione Comunale e Provinciale, l'Associazione mirò a ottenere un "Marchio di qualità" che restituisse smalto al merletto veneziano e ne fosse una garanzia. Oggi a Venezia si vende per lo più merce non prodotta nel luogo e a basso costo, mettendo in condizione le merlettaie a dover svendere le loro opere pur di avere un guadagno. L’associazione ha promosso  concorsi rivolti alle scuole, per sensibilizzare le nuove generazioni e concorsi fotografici che potessero dare un ulteriore spunto o idea alle merlettaie nel creare nuove opere. L’Associazione promosse nell’anno 2003 un corso rivolto alle insegnanti di scuole Elementari e Medie, con il fine di poter tramandare ai giovani un’antica arte veneziana.

Nel 2005 il Club si divise e nacquero due associazioni:

L’associazione Il Merletto veneziano, che raggruppa merlettaie di Venezia e Mestre con la tecnica ad ago e a fuselli.

L’associazione “Venezia Merletti” che riuniva merlettaie ad ago e a fuselli.

Mestre – Gazzera

Gruppo Sacolà e..ciacola ad ago

L’Associazione è nata grazie alla passione di Renata Franceschi per il merletto. Sacolà è un punto della tecnica del merletto di Burano, un’arte che sopravvive alla modernità solamente grazie ad un manipolo di signore che dedicano ore di paziente lavoro ad apprendere, perfezionare e tramandare, anche mediante specifici corsi di formazione, questa antica tradizione caratteristica della laguna veneta. Maestra di Renata fu Lidia Zane, merlettaia di Burano che, decisa a far continuare a vivere l’arte preziosa del merletto, riuscì ad infondere la passione ad un gruppetto di giovani donne. Oggi, che Lidia non c’è più, è Renata ad aver raccolto il testimone e a sua volta a raggruppare attorno a sé un gruppo di affiatate signore decise a proseguire quest’arte dalla paziente lentezza.

Fiesso d’Artico

Festa per i 100 anni di nonna Costantina, di Silvano Bressanin

In tre paesi (Vigonovo, dove è nata, Fiesso d'Artico, dove ha sempre risieduto e Stra, dove viene saltuariamente ospitata alla Rsa) hanno festeggiato, ieri, i cento anni di Costantina Penazzato. Una vita intensa, difficile, per questa donna di carattere, che ha dovuto, dopo la nascita del figlio Giovanni, attivarsi per affrontare tante problematiche, senza l'adorato marito Albano, partito per il fronte nel '39 e ritornato nel '45. «Fortunatamente», dice, «mi lasciò un po' di terra e una mucca. Mi sono rimboccata le maniche: coltivando l'orto potevo contare su verdura, frutta e un po' di grano, mentre la mia mucca mi "donava" del latte con il quale ci sfamavamo. E "sbattendo" con forza e a lungo il latte su di una bottiglia ben tappata, riuscivo anche a ottenere del burro che oggi, le signore che vanno al supermercato, se lo sognano». Ma i soldi non bastavano e allora la signora Costantina cominciò a lavorare di ricamo e merletto nella grande scuola creata a Barbariga dall'indimenticabile Mario Giobellina. Attualmente è accolta nella Rsa con cicli di accoglienza Temporanea sociale e di Centro diurno. Spessissimo dunque vive a casa, coccolata amorevolmente dal figlio Giovanni, dalla premurosa nuora Maria e dai nipoti Alessio ed Ilenia, che non le fanno mai mancare dolcetti e caramelle. Alla festa hanno preso parte il direttore dottoressa Perin, il presidente Bozzato, autorità civili e religiose dei comuni di Stra e Fiesso.(questo articolo è apparso il 31 luglio 2004 su http://gazzettino.quinordest.it/)

Dolo

A Dolo, presso la Biblioteca Comunale (Villa Concina) si svolgevano corsi di merletto a fuselli con la docente Maria Maritan.

Mirano

A Mirano, all’interno dell’Associazione ARCAM, si svolgono corsi di merletto ad ago di Burano e a fuselli, con la maestra Giuliana Sinigaglia. A cadenza biennale, all’interno della Villa Belvedere, si svolge una mostra dove le allieve portano i loro lavori.

Villa Belvedere, Mirano, mostra  2012 -  2014

 

Caorle, Mira e Chioggia

In una tesi di laurea del 1924 troviamo la notizia di scuole di merletto a fuselli: ”Ad opera dell’infaticabile Michelangelo Jesurum furono fondate delle Scuole a tipo Pellestrina pure a Chioggia ed alla Mira, con esiti ugualmente soddisfacenti, così pure nella lontana Caorle. Secondo i cenni statistici alla fine del 1900 a Caorle c’erano: 30 merlettaie, 20 addette alla riparazione, 50 sparse addette alla fabbricazione di merletti (lavoranti a domicilio)”.

Chioggia

Scena tratta da “Le baruffe Chioggiotte” (regia di Giorgio Strehler) di Carlo Goldoni, commedia scritta nel 1762

L'associazione "Il merletto di Chioggia" è nato nel febbraio del 2016 con l'obiettivo di salvaguardare e valorizzare il merletto tipico del territorio chioggiotto attraverso iniziative che favoriscano il recupero, la pratica e la diffusione delle tecniche e della cultura artigianale ed artistica tradizionale. L’Almanacco Italiano del 1904 parlando degli usi e costume di Chioggia ci racconta: Le donne chioggiotte fanno pizzi e merletti maravigliosi merletti a fuselli” e  Genialmente caratteristico è il costume delle donne chioggiotte, le quali portano una specie di accappatoio che, dalla cinta, sale loro leggiadramente sul capo. D'inverno é di percallo doppio a fiorellini e chiamasi indiana :d'estate é semplice e dicesi “tonda” di festa, quest'accappatoio viene sostituito dalla “pieta”, un rettangolo di tela finissima ornato di merletti.

 

 

Merlettaia chioggiotta mentre sistema il filo sui fuselli

 

Chioggiotte con le “tonde”

 

Asolo

 

Asolo con la sua affascinante storia, racchiude uno scrigno di bellezze e fra queste c’è l’antica Scuola asolana di ricamo, oggi “Associazione Tesori d’Asolo”, Non si tratta di una scuola, bensì di un laboratorio artigianale che ha mantenuto la denominazione di "scuola", perché così si chiamavano le vecchie botteghe artigiane, dove i giovani entravano per imparare l'arte. La scuola nacque nel 1891 per la produzione del merletto, il suo fondatore era un inglese: Robert Wiedemann Browning, figlio del poeta Robert Browning e di Elisabetta Barret, che stabilirono ad Asolo la loro dimora. L'intento era  di dare modo alle donne Asolane di avere un lavoro ed insegnare alle giovani un mestiere. Successivamente, con la gestione di Lucia Occioni Bonaffons Casale, la produzione si ampliò proponendo i motivi del ricamo italiano di ogni epoca. Dopo la morte di Anna Milani nel 2007 che per 20 anni aveva portato avanti la gestione della scuola, il laboratorio rischiava di chiudere, ma nel 2013 grazie a una piccola cordata di tre appassionate, storiche clienti, (una cantante lirica, un medico ginecologo ed un’imprenditrice agricola) la scuola riprese le sue attività e ancora oggi resiste contro le avversità della tecnologia proponendo articoli di pregio per clienti che amano l’eleganza e la qualità. L’obiettivo è semplice: rivitalizzare l’attività di produzione, individuando nuove forme di utilizzo del patrimonio di disegni e schemi che l’archivio del laboratorio custodisce, e contemporaneamente ricercare nuove applicazioni delle varie antiche tecniche di ricamo in bianco e a fili contati.

Mabel Dodge, una aristocratica americana di New York, aveva una residenza estiva a Firenze, Villa Curonia, dove ospitava insigni personaggi tra questi Pen Browing, il quale aveva sposato un’ereditiera americana. Ebbene, nella casa americana di Mabel al 23 Fifth Avenue aveva tre alte finestre rivolte verso la via più famosa di New York e le sue tende di lino bianco, provenivano dalla scuola asolana°. Pen donò insieme ad altre persone facoltose (tra cui la contessa Marcello che donò 800 lire), la somma di 100 Lire per la Mostra di merletti italiani per l’esibizione mondiale colombiana a Chicago del 1893.*

 

 

Robert Wiedemann Browning, conosciuto come Pen Browning, fondatore della Scuola Asolana di Antico Ricamo e figlio del poeta e scrittore Robert Browning.

 

Antico merletto asolano

 

L’articolo seguente è apparso su TrevisoPress il 22 aprile 2013

 

Un uomo l’ha fondata ma quattro donne l’hanno salvata. Stiamo parlando della scuola asolana di Antico Ricamo che fonda le sue origini nel 1891 grazie all’intuito, l’amore e la passione di Pen Browning figlio del celeberrimo poeta inglese Robert Browning innamorato di Asolo e che dopo varie traversie fino alla chisura, ora ritorna a splendere grazie alla buona volontà di tre donne: Anastasia Zambianco Bernini, Barbara Meneghetti Sammartini, Francesca Forni, Anna Pieroni. Sabato presso la Sala della Ragione in Asolo si terrà la presentazione dell’attività passata e futura della Scuola Asolana di Antico Ricamo, in occasione della ripresa della sua attività dopo una breve interruzione. Nel 1891 Browning diede vita a questa iniziativa che a quel tempo era innovativa, avveniristica quasi impensabile e trovò però terreno fertile tra le ragazze asolane ma anche della pedemontana. Con filo e telai dell’epoca, grazie alla fantasia ed alla passione in breve tempo riuscirono a creare un’attività che fece presa in tutta la zona. Al punto che alla morte del suo fondatore, questa attività proseguì in Asolo per quasi 120 anni.” la Scuola rischiava di sparire -spiegano ora le organizzatrici- con la prematura scomparsa dell’ultima sua esponente, Anna Milani.” Ecco allora, e stiamo parlando di circa due anni fa, un piccolo gruppo di appassionati, credendo fermamente nel suo valore storico e culturale, cosi alto in generale ed in particolare per Asolo, hanno fondato una società per portare avanti il lavoro della Scuola, impegnandosi a preservarlo.

“Vogliamo rivitalizzare l’attività di produzione -spiegano- individuando nuove forme di utilizzo del patrimonio di disegni e schemi che l’archivio del laboratorio custodisce, e contemporaneamente ricercare nuove applicazioni delle antiche tecniche di ricamo in bianco e a fili contati, in particolare il punto croce, vero punto di forza della Scuola, valorizzando in questo modo tutta l’esperienza ed il know-how che il laboratorio custodisce da più di 120 anni.” L’alta qualità e raffinatezza della produzione è rimasta nel tempo inalterata: la tecnica d’esecuzione ed i materiali utilizzati sono abbinati all’impiego dei campioni e disegni autentici ed esclusivi: ogni pezzo infatti viene firmato con la piccola Rocca di Asolo. La produzione odierna si è arricchita di nuovi oggetti che la presenza di parti ricamate rende unici ed irripetibili, ogni pezzo un piccolo capolavoro. Asolo e gli asolani hanno riscoperto un piccolo tesoro d’arte artigianale ed anche di storia locale. Gabriele Zanchi

Conegliano

Nella città di Treviso e a Conegliano, città in cui il merletto non ha tradizione, ci sono dei gruppi che si ritrovano per apprendere l’arte del merletto a fuselli e ad ago come l’Associazione  “Sampler Club”.

Particolare di una tovaglia in lino ricamata con inserti di merletto a fuselli, esibita durante la mostra ” Trasparenze di vetri e ricami ” a Conegliano - Palazzo Sarcinelli nel 2016.

 

Ponzano Veneto

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“Filofilò...ovvero l’arte del ricamo a Ponzano Veneto”

 

Nel marzo del 2006 si è svolto il “ Filofilò”, sesta edizione della Mostra dell’Artigianato femminile di Ponzano Veneto, interamente dedicata al ricamo.

Organizzata dal Gruppo artistico-culturale “ Milo Burlini “, con il patrocinio del Comune e della Confartigianato, “ Filofilò “ è stata inaugurata il 5 marzo alle ore 10 presso la barchessa di villa Rubbi-Serena. In mostra i ricami della scuola ponzanese tenuta da Marisa Frison e da Marinella Rapino, i lavori a tombolo di Giovanna Ferretti e i “chiacchierini”  di Elsa e Laura Sernesi, vincitrice quest’ultima del primo premio per i sacchettini al Concorso di Natale di Rakam. Ospiti prestigiose della manifestazione Maria Pia Gayart con i suoi famosi sfilati e Maria del Popolo insuperabile nel reticello antico. Nell’anno 2007 si è svolta un’altra mostra , ricca di  fantasie e raffinatezze.

 

Locandina mostra 2004

Verona

Nel centro storico di Verona, vicino alla maestosa Arena, si trova la scuola laboratorio di Rita Sciamanna. Un ambiente magico che ci riporta ad altri tempi dove i cassetti ordinati e pieni di lenzuola federe e tovaglie ricamate e bordate di trine profumavano di lavanda.

Rita, marchigiana di origini e veronese di adozione ha sempre respirato aria di merletto, nella sua famiglia di origine la mamma e la nonna si dedicavano assiduamente all’arte del merletto a fuselli.

Fiori in merletto a fuselli, Rita Sciamanna

Merletto marchigiano, Rita Sciamanna  http://www.youtube.com/watch?v=DX6zfHeNELM

Eventi storici a Verona

·        A  Grezzana, la ditta Melville & Ziffer con un accordo datato 15 maggio 1915, con la scuola merletti di Burano, cede 35 operaie alla scuola per 5 anni. Le due parti contraenti convengono di non danneggiarsi copiando i disegni l’un l’altra.

·        Sempre a Grezzana le suore della Misericordia, prima della seconda guerra mondiale, avviarono una scuola per dare un'occasione di lavoro alle donne e consentire loro di contribuire al reddito delle famiglie allora legato essenzialmente all'agricoltura. I merletti finemente lavorati, con il tombolo, venivano venduti a Venezia. Una quarantina erano le ragazze impegnate all'inzio della guerra.
Con il conflitto la produzione dei merletti venne sospesa, ma il laboratorio non chiuse.

·         A Peschiera del Garda dal 14 dicembre sino al 12 gennaio 2003 si è svolta la Mostra del vino Novello. In tale occasione si è inaugurata, il 14 dicembre, la mostra “Pizzi, merletti e capricci femminili” a cura di Lisi Lonardelli: esposizione, su mobili antichi e su manichini, di capi d’abbigliamento, tessuti e molto altro del ‘700, ‘800, ‘900.  I capi, esposti su mobili antichi e  manichini, riproducono atmosfere d’epoca, tra cui il passeggio, ispirato ai quadri degli impressionisti e il thè a Venezia. Tra i capi esposti, un velo da sposa della casata D’Angiò, un cappellino dell’imperatrice Sissi, il gilet usato  dai nobili all’inaugurazione del canale di Suez e molti altri capi preziosi.

Belluno

merletto agordino

A Cencenighe si è formato il” Gruppo Merletto Agordino”, con lo scopo di tramandare e far rivivere l’antica tradizione del fusello.

Mel di Borgo Valbelluna ogni anno si veste di ricami e merletti. Nel mese di giugno si svolge la mostra mercato “Dolomiti in Ricamo”, allestita nel Palazzo delle Contesse e abbinata al Concorso internazionale. La mostra dedicata al ricamo, merletto, capolavori di manualità e artigianato artistico è organizzata dall’associazione “Gusela e Fil” di Mel.

Le mie “Tre cime”, merletto a fuselli, primo premio Concorso Internazionale Dolomiti in Ricamo 2023, con tema dal titolo “Il mondo incantato delle Dolomiti”.

Padova

Andando a ritroso nel tempo, Cesare Vecellio nel suo”Habiti antichi et moderni di tutte le parti del mondo” (prima stampa 1589), descrive l’abito antico di un personaggio maschile, visto in un dipinto e scopre essere appartenente alla famiglia dei Carraresi e signore di Padova. Nella descrizione dell’abito Vecellio scrive:” il manto era lungo fino a mezza gamba, aperto né fianchi, circondati gli orli da alcuni merletti”. L’ultimo signore di Padova dei Carrara è stato Francesco II, vissuto tra il 1377 e il 1407. 

 

Tornando ai tempi odierni

Sabrina Pinato da Piove di Sacco è un’abile merlettaia e ha vinto nel 2017 il primo Premio Fondazione Musei Civici di Venezia per la sezione Fuselli Stile Antico, in occasione del concorso dedicato al tema dedicato al vestiario maschile.

“Astor”, Sabrina Pinato

A Padova, la stilista Patrizia Piccaluga propone le sue preziose opere fatte rigorosamente a mano: tende, tovaglie, asciugamani, lenzuola, tutto per vestire al meglio gli arredi della casa. Patrizia possiede una ricca collezione di trine provenienti dalla sua famiglia e da alcune donazioni. Da qui si deduce che è indubbiamente un’amante del bello e il piacere di ricercare e creare è una sua continua passione.

Esposizione di Patrizia Piccaluga di Padova, restauratrice e collezionista di merletti antichi, in occasione di Abilmente 2007. Nel suo stand aveva portato dei merletti veneziani ad ago molto preziosi e conservati benissimo. Sullo sfondo tendaggi con lavorazione ad intaglio ed intarsi a filet.

 

 

Battaglia Terme (Padova)

 

Copri sedile. Bisso di lino contornato da merletto di Battaglia.

Merletto creato inizialmente come copri sedile. La parte centrale di tela è un bisso di puro lino di cm 15×15. L’esterno è un merletto punto ad ago di Battaglia. Il disegno è il caratteristico quadretto geometrico che si ripete e si moltiplica nelle varie combinazioni e che perciò veniva chiamato merletto “a scacchi”.Foto: Luciano Bellesso.

 

Il merletto di Battaglia tra le due guerre del XX secolo era giunto ad occupare circa un migliaio di lavoranti a domicilio sparse in tutto il circondario da Pernumia a S. Pietro Viminario, da Pozzonovo a Monselice e a Due Carrare. Questo merletto si distingueva per essere una tipologia particolare con una predilezione per l’ornato-figurato. Tra le imprenditrici-artiste del merletto di Battaglia Terme si distinse Carlotta Ciprian che verso la fine dell’ottocento a Battaglia Terme iniziò una fervida attività producendo ricami e merletti. Carlotta fin da fanciulla si rivelò amante del ricamo con il quale passava ore e ore, seduta davanti alla porta di casa, con ago e filo in mano. Nonostante numerose fossero le ragazze e le donne dedite al ricamo, solo lei, la giovane Carlotta, venne notata dal conte Angelo Emo Capodilista e dall’altrettanto blasonato Victor Wimpffen. Colpito infatti dall’abilità di Carlotta, il von Wimpffen volle presentarla a Michelangelo Jesurum, della rinomata omonima ditta di ricami di Venezia, il quale aveva un merletto pregiato bisognoso di un profondo restauro al quale compito nessuna delle sue lavoranti era in grado di assolvere. Tutto il seguito della storia si trova in questa pagina.

 

Onore alle maestre merlettaie di un tempo

Panelli Annunciata

Annunciata viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1930 e 1940 come maestra di laboratorio per trine e merletto presso la Regia Scuola Professionale Femminile “Pietro Scalcerle”, Via Michele Sammicheli, Padova. In quell’anno c’erano 120 alunne che frequentavano la scuola.

Barbaro Ines

Ines viene citata nell’ “nell’Annuario dell’insegnamento artistico-industriale del 1920-192, come maestra di trine presso la Regia Scuola Professionale Femminile “Pietro Scalcerle” di Padova.

 

Scuole ed Associazioni

 

 

Associazione "Arte del filo"

 P.sso Villa Tacchi, Viale della Pace, 89 (VI)

 info@artedelfilo.org

 

" Associazione ARCAM”

sede Via Paganini, 2/b - 30035 MIRANO

 

Gruppo  " Il merletto Veneziano a S. Zaccaria”

Insegnante Graziella Ghezzo

P.sso Parrocchia SS. Giovanni e Paolo e Parrocchia S. Zaccaria (VE)

Associazione Andromeda

Merletto di Rita Sciamanna e ricamo di Silvana Seghetti, via Carducci 50/a -Verona

andromeda.merlettoricamo@gmail.com

Associazione "Ad Maiora"

Via S. Mammaso, 16      37121 (Verona)

 

Associazione"Filo Filò Giuliana Buonpadre

Via S.Egidio, 9c (Verona)

 

Associazione "Le Formiche"

Campalto   (VE)

Associazione “ Il merletto di Chioggia”

Calle Fattorini 257 Chioggia, Venezia

info@ilmerlettodichioggia.it

 

Musei e mostre

 

Museo del merletto, P.zza Galuppi, Burano VE

museo.merletto@fmcvenezia.it

 

Museo Arti Applicate, Palazzo Zuckermann, corso Garibaldi, 33  PD


Ci sono pregiate bordure in merletto, frutto di una selezione tra gli oltre quattrocento esemplari posseduti dal Museo. Provenienti dalle più importanti manifatture italiane e d’oltralpe, soprattutto fiamminghe, tali importanti complementi d’abbigliamento e d’arredo rivelano un alto grado di creatività femminile.

La catalogazione illustrata della raccolta dei merletti iniziò nel 1906. Si riordinò l’esposizione dei merletti, apponendo a ciascun esemplare il cartellino con l’indicazione del punto, del tempo e della provenienza.^

Museo della seta, Via S.Carlo, 5 VR  info@donmazza.org

Il Museo dell’Arte del Ricamo Don Nicola Mazza si trova all’interno dell’istituto femminile don Nicola Mazza ed espone i ricami, disegni e materiali legati alla passione del merletto con i suoi tessuti in tela, seta, cotone e lino.

 

Bibliografia

° American Salons: Encounters with European Modernism, 1885-1917

* A guide to old and new lace in Italy : exhibited at Chicago in 1893 by Contessa Cora Brazzà

^ Bollettino del Museo civico di Padova, 1898

Ringraziamenti

Si ringrazia Wally Massimo Andreoli per l’accurata ricerca sul merletto di Cologna

http://www.webcomunecolognaveneta.it/il%20puntocologna/Storia.htm

Sitografia

Industria dei merletti nella provincia di Venezia, tratto dal giornale degli economisti, 1876

https://www.google.it/books/edition/Giornale_degli_economisti_organo_dell_As/p1sPAQAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=andriana+marcello&pg=PA251&printsec=frontcover

 

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