Veneto Merlettaie ad ago e a fuselli lungo la riva
della laguna veneziana, sullo sfondo l’isola di Torcello
Venezia
è stata la culla del merletto: qui l’arte del merletto ad ago e fuselli ha
avuto una florida attività per molti lustri. Il buon gusto delle dame, poi la
moda, la passione delle merlettaie veneziane e non per ultimo il bisogno di
guadagnare in momenti difficili tra epidemie e carestie, sono state le
motivazioni che permisero al merletto di nascere e crescere a Venezia. Da
questa prima pagina si apre un percorso fatto di molte pagine suddivise nelle
due tecniche: ” tecnica ad ago” e ” tecnica a fusello”. Attualmente
nella laguna, nelle isole, nella terraferma veneziana e in altre zone del
Veneto ci sono alcuni gruppi che continuano la lavorazione del merletto o si
dedicano a mantenerne sempre viva la memoria con costanza e dedizione
continua. “The Lacemaker” incisione di Otto H. Bacher, Venezia,
seconda metà dell’800 Venezia Merletto a fuselli,
tecnica a punto Venezia e nastrino, 1970, collezione privata - Famiglia
Parenzan, Venezia · Emma Vidal era la più anziana merlettaia di Burano, era una signora che lavorava ancora senza occhiali ed era agguerrita nel salvaguardare la sua arte. Nel 2017 aveva ricevuto il Premio “Venezia città delle donne”, il riconoscimento istituito l’anno precedente dalla Fondazione Musei Civici Veneziani, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, per dare risalto a quelle figure femminili che più hanno caratterizzato la storia di Venezia nel campo del sapere artigianale, delle arti, dell’economia, dell’insegnamento. Nel 2019, all’età di 103 anni, se n’è andata in punta di piedi lasciando a tutti noi il suo testimone e come in una staffetta dovremmo portarlo al traguardo. ·
La Fondazione
Andriana Marcello persegue il desiderio della Contessa Andriana Marcello nel coltivare l’arte del merletto a
Venezia. ·
A Venezia, opera un gruppo di merlettaie
appassionate di merletto a fuselli. Molte di loro hanno appreso l'arte sin da
piccole, altre avevano il desiderio di imparare. Piano, piano si è formato il
gruppo "Il Merletto Veneziano a San Zaccaria", che con la guida di
una maestra merlettaia prima, poi con Graziella Ghezzo, si è continuata
l'antica tradizione veneziana. Gli incontri sono settimanali presso la
parrocchia di S. Zaccaria ·
Per il merletto ad ago, l’Associazione “Sette Mari”
riunisce le merlettaie veneziane che ogni anno allestiscono una mostra con I
loro manufatti. ·
Venezia fará parte dei ventotto comuni che
costituiranno una “rete”di promozione e sosterranno, anche finanziariamente,
il Progetto di Candidatura del Merletto Italiano a Patrimonio Immateriale
dell’Umanità dell’UNESCO. Mestre L'attività della
lavorazione del merletto è ancora fervida, sia in terraferma che nelle
isole e proprio per questo si è sentita la necessità di raggruppare le
numerose forze in una unica associazione. Ecco
che nel gennaio Nel 2005 il Club si divise e nacquero due
associazioni: L’associazione “ Il
Merletto veneziano, che raggruppa merlettaie di Venezia e Mestre con la
tecnica ad ago e a fuselli. L’associazione “Venezia Merletti” che riuniva merlettaie ad ago e a fuselli. Mestre – Gazzera Gruppo Sacolà e..ciacola ad ago L’Associazione è nata grazie
alla passione di Renata Franceschi per il merletto. Sacolà è un punto della
tecnica del merletto di Burano, un’arte che sopravvive alla modernità
solamente grazie ad un manipolo di signore che dedicano ore di paziente
lavoro ad apprendere, perfezionare e tramandare, anche mediante specifici
corsi di formazione, questa antica tradizione caratteristica della laguna
veneta. Maestra di Renata fu Lidia Zane, merlettaia di Burano che, decisa a
far continuare a vivere l’arte preziosa del merletto, riuscì ad infondere la
passione ad un gruppetto di giovani donne. Oggi, che Lidia non c’è più, è
Renata ad aver raccolto il testimone e a sua volta a raggruppare attorno a sé
un gruppo di affiatate signore decise a proseguire quest’arte dalla paziente
lentezza. Fiesso d’Artico Festa per i 100 anni di nonna Costantina, di Silvano Bressanin In tre paesi (Vigonovo, dove è nata, Fiesso d'Artico, dove ha sempre risieduto e Stra, dove viene saltuariamente ospitata alla Rsa) hanno festeggiato, ieri, i cento anni di Costantina Penazzato. Una vita intensa, difficile, per questa donna di carattere, che ha dovuto, dopo la nascita del figlio Giovanni, attivarsi per affrontare tante problematiche, senza l'adorato marito Albano, partito per il fronte nel '39 e ritornato nel '45. «Fortunatamente», dice, «mi lasciò un po' di terra e una mucca. Mi sono rimboccata le maniche: coltivando l'orto potevo contare su verdura, frutta e un po' di grano, mentre la mia mucca mi "donava" del latte con il quale ci sfamavamo. E "sbattendo" con forza e a lungo il latte su di una bottiglia ben tappata, riuscivo anche a ottenere del burro che oggi, le signore che vanno al supermercato, se lo sognano». Ma i soldi non bastavano e allora la signora Costantina cominciò a lavorare di ricamo e merletto nella grande scuola creata a Barbariga dall'indimenticabile Mario Giobellina. Attualmente è accolta nella Rsa con cicli di accoglienza Temporanea sociale e di Centro diurno. Spessissimo dunque vive a casa, coccolata amorevolmente dal figlio Giovanni, dalla premurosa nuora Maria e dai nipoti Alessio ed Ilenia, che non le fanno mai mancare dolcetti e caramelle. Alla festa hanno preso parte il direttore dottoressa Perin, il presidente Bozzato, autorità civili e religiose dei comuni di Stra e Fiesso.(questo articolo è apparso il 31 luglio 2004 su http://gazzettino.quinordest.it/) Dolo A Dolo, presso la Biblioteca Comunale (Villa
Concina) si svolgevano corsi di merletto a fuselli con la docente Maria
Maritan. Mirano A Mirano,
all’interno dell’Associazione ARCAM, si svolgono corsi di merletto ad ago di
Burano e a fuselli, con la maestra Giuliana Sinigaglia. A cadenza biennale,
all’interno della Villa Belvedere, si svolge una mostra dove le allieve
portano i loro lavori. Villa Belvedere, Mirano, mostra 2012
- 2014 Caorle,
Mira e Chioggia In una tesi di laurea del 1924
troviamo la notizia di scuole di merletto a fuselli: ”Ad opera dell’infaticabile Michelangelo Jesurum furono fondate delle
Scuole a tipo Pellestrina pure a Chioggia ed alla Mira, con esiti ugualmente
soddisfacenti, così pure nella lontana Caorle. Secondo i cenni statistici
alla fine del 1900 a Caorle c’erano: 30 merlettaie, 20 addette alla
riparazione, 50 sparse addette alla fabbricazione di merletti (lavoranti a
domicilio)”. Chioggia Scena
tratta da “Le baruffe Chioggiotte” (regia di Giorgio Strehler) di Carlo
Goldoni, commedia scritta nel 1762 L'associazione
"Il merletto di
Chioggia" è nato nel febbraio del 2016 con l'obiettivo di
salvaguardare e valorizzare il merletto tipico del territorio chioggiotto
attraverso iniziative che favoriscano il recupero, la pratica e la diffusione
delle tecniche e della cultura artigianale ed artistica tradizionale.
L’Almanacco Italiano del 1904 parlando degli usi e costume di Chioggia ci
racconta: “Le
donne chioggiotte fanno pizzi e merletti maravigliosi merletti a fuselli” e “Genialmente caratteristico è il costume
delle donne chioggiotte, le quali portano una specie di accappatoio che,
dalla cinta, sale loro leggiadramente sul capo. D'inverno é di percallo
doppio a fiorellini e chiamasi indiana :d'estate é semplice e dicesi “tonda”
di festa, quest'accappatoio viene sostituito dalla “pieta”, un rettangolo di
tela finissima ornato di merletti.
Asolo Asolo
con la sua affascinante storia, racchiude uno scrigno di bellezze e fra
queste c’è l’antica Scuola asolana di ricamo, oggi “Associazione Tesori
d’Asolo”, Non si tratta di una scuola, bensì di un laboratorio artigianale
che ha mantenuto la denominazione di "scuola", perché così si
chiamavano le vecchie botteghe artigiane, dove i giovani entravano per
imparare l'arte. La scuola nacque nel 1891 per la produzione del merletto, il
suo fondatore era un inglese: Robert Wiedemann Browning, figlio del poeta
Robert Browning e di Elisabetta Barret, che stabilirono ad Asolo la loro
dimora. L'intento era di dare modo
alle donne Asolane di avere un lavoro ed insegnare alle giovani un mestiere.
Successivamente, con la gestione di Lucia Occioni Bonaffons Casale, la
produzione si ampliò proponendo i motivi del ricamo italiano di ogni epoca.
Dopo la morte di Anna Milani nel 2007 che per 20 anni aveva portato avanti la
gestione della scuola, il laboratorio rischiava di chiudere, ma nel 2013
grazie a una piccola cordata di tre appassionate, storiche clienti, (una
cantante lirica, un medico ginecologo ed un’imprenditrice agricola) la scuola
riprese le sue attività e ancora oggi resiste contro le avversità della
tecnologia proponendo articoli di pregio per clienti che amano l’eleganza e
la qualità. L’obiettivo è semplice: rivitalizzare l’attività di produzione,
individuando nuove forme di utilizzo del patrimonio di disegni e schemi che l’archivio
del laboratorio custodisce, e contemporaneamente ricercare nuove applicazioni
delle varie antiche tecniche di ricamo in bianco e a fili contati. Mabel
Dodge, una aristocratica americana di New York, aveva una residenza estiva a
Firenze, Villa Curonia, dove ospitava insigni personaggi tra questi Pen
Browing, il quale aveva sposato un’ereditiera americana. Ebbene, nella casa
americana di Mabel al 23 Fifth Avenue aveva tre alte finestre rivolte verso
la via più famosa di New York e le sue tende di lino bianco, provenivano
dalla scuola asolana°. Pen donò insieme ad altre persone facoltose (tra cui
la contessa Marcello che donò 800 lire), la somma di 100 Lire per la Mostra
di merletti italiani per l’esibizione mondiale colombiana a Chicago del
1893.* Robert
Wiedemann Browning, conosciuto come Pen Browning, fondatore della Scuola
Asolana di Antico Ricamo e figlio del poeta e scrittore Robert Browning. Antico merletto asolano L’articolo
seguente è apparso su TrevisoPress il 22 aprile 2013 Un
uomo l’ha fondata ma quattro donne l’hanno salvata. Stiamo parlando della
scuola asolana di Antico Ricamo che fonda le sue origini nel 1891 grazie
all’intuito, l’amore e la passione di Pen Browning figlio del celeberrimo
poeta inglese Robert Browning innamorato di Asolo e che dopo varie traversie
fino alla chisura, ora ritorna a splendere grazie alla buona volontà di tre
donne: Anastasia Zambianco Bernini, Barbara Meneghetti Sammartini, Francesca
Forni, Anna Pieroni. Sabato presso la Sala della Ragione in Asolo si terrà la
presentazione dell’attività passata e futura della Scuola Asolana di Antico
Ricamo, in occasione della ripresa della sua attività dopo una breve
interruzione. Nel 1891 Browning diede vita a questa iniziativa che a quel
tempo era innovativa, avveniristica quasi impensabile e trovò però terreno
fertile tra le ragazze asolane ma anche della pedemontana. Con filo e telai
dell’epoca, grazie alla fantasia ed alla passione in breve tempo riuscirono a
creare un’attività che fece presa in tutta la zona. Al punto che alla morte
del suo fondatore, questa attività proseguì in Asolo per quasi 120 anni.” la
Scuola rischiava di sparire -spiegano ora le organizzatrici- con la prematura
scomparsa dell’ultima sua esponente, Anna Milani.” Ecco allora, e stiamo
parlando di circa due anni fa, un piccolo gruppo di appassionati, credendo
fermamente nel suo valore storico e culturale, cosi alto in generale ed in
particolare per Asolo, hanno fondato una società per portare avanti il lavoro
della Scuola, impegnandosi a preservarlo. “Vogliamo
rivitalizzare l’attività di produzione -spiegano- individuando nuove forme di
utilizzo del patrimonio di disegni e schemi che l’archivio del laboratorio
custodisce, e contemporaneamente ricercare nuove applicazioni delle antiche
tecniche di ricamo in bianco e a fili contati, in particolare il punto croce,
vero punto di forza della Scuola, valorizzando in questo modo tutta
l’esperienza ed il know-how che il laboratorio custodisce da più di 120
anni.” L’alta qualità e raffinatezza della produzione è rimasta nel tempo
inalterata: la tecnica d’esecuzione ed i materiali utilizzati sono abbinati
all’impiego dei campioni e disegni autentici ed esclusivi: ogni pezzo infatti
viene firmato con la piccola Rocca di Asolo. La produzione odierna si è
arricchita di nuovi oggetti che la presenza di parti ricamate rende unici ed
irripetibili, ogni pezzo un piccolo capolavoro. Asolo e gli asolani hanno
riscoperto un piccolo tesoro d’arte artigianale ed anche di storia locale.
Gabriele Zanchi Conegliano Nella città di Treviso e a Conegliano, città in cui il
merletto non ha tradizione, ci sono dei gruppi che si ritrovano per
apprendere l’arte del merletto a fuselli e ad ago come l’Associazione “Sampler Club”.
Particolare di una tovaglia in lino ricamata con
inserti di merletto a fuselli, esibita durante la mostra ” Trasparenze di vetri e
ricami ” a Conegliano - Palazzo Sarcinelli nel 2016. Ponzano
Veneto
“Filofilò...ovvero
l’arte del ricamo a Ponzano Veneto” Nel marzo del 2006 si è svolto il “ Filofilò”, sesta
edizione della Mostra dell’Artigianato femminile di Ponzano Veneto,
interamente dedicata al ricamo. Organizzata dal Gruppo artistico-culturale “ Milo
Burlini “, con il patrocinio del Comune e della Confartigianato, “ Filofilò “
è stata inaugurata il 5 marzo alle ore 10 presso la barchessa di villa
Rubbi-Serena. In mostra i ricami della scuola ponzanese tenuta da Marisa
Frison e da Marinella Rapino, i lavori a tombolo di Giovanna Ferretti e i
“chiacchierini” di Elsa e Laura Sernesi,
vincitrice quest’ultima del primo premio per i sacchettini al Concorso di
Natale di Rakam. Ospiti prestigiose della manifestazione Maria Pia Gayart con
i suoi famosi sfilati e Maria
del Popolo insuperabile nel reticello antico. Nell’anno 2007 si è svolta un’altra mostra , ricca di
fantasie e raffinatezze. Locandina mostra 2004 Verona Nel centro storico di Verona, vicino alla maestosa
Arena, si trova la scuola laboratorio di Rita Sciamanna. Un ambiente magico
che ci riporta ad altri tempi dove i cassetti ordinati e pieni di lenzuola
federe e tovaglie ricamate e bordate di trine profumavano di lavanda. Rita, marchigiana di origini e veronese di adozione ha
sempre respirato aria di merletto, nella sua famiglia di origine la mamma e
la nonna si dedicavano assiduamente all’arte del merletto a fuselli. Fiori in merletto a fuselli, Rita Sciamanna Merletto marchigiano, Rita
Sciamanna http://www.youtube.com/watch?v=DX6zfHeNELM Eventi storici a Verona ·
A Grezzana, la ditta Melville & Ziffer
con un accordo datato 15 maggio 1915, con la scuola merletti di Burano, cede
35 operaie alla scuola per 5 anni. Le due parti contraenti convengono di non
danneggiarsi copiando i disegni l’un l’altra. ·
Sempre a
Grezzana le suore della Misericordia, prima della seconda guerra mondiale,
avviarono una scuola per dare un'occasione di lavoro alle donne e consentire
loro di contribuire al reddito delle famiglie allora legato essenzialmente
all'agricoltura. I merletti
finemente lavorati, con il tombolo, venivano venduti a Venezia. Una
quarantina erano le ragazze impegnate all'inzio della guerra. ·
A
Peschiera del Garda dal 14 dicembre sino al 12 gennaio 2003 si è svolta la Mostra del vino Novello. In tale occasione si è inaugurata, il
14 dicembre, la mostra “Pizzi, merletti e capricci femminili” a cura di Lisi
Lonardelli: esposizione, su mobili antichi e su manichini, di capi
d’abbigliamento, tessuti e molto altro del ‘700, ‘800, ‘900. I capi, esposti su mobili antichi e manichini, riproducono atmosfere d’epoca,
tra cui il passeggio, ispirato ai quadri degli impressionisti e il thè a
Venezia. Tra i capi esposti, un velo da sposa della casata D’Angiò, un
cappellino dell’imperatrice Sissi, il gilet usato dai nobili all’inaugurazione del canale di
Suez e molti altri capi preziosi. Belluno A Cencenighe si è formato il” Gruppo
Merletto Agordino”, con lo scopo di tramandare e far rivivere l’antica tradizione
del fusello. Mel di Borgo Valbelluna ogni
anno si veste di ricami e merletti. Nel mese di giugno si svolge la mostra
mercato “Dolomiti in Ricamo”, allestita nel Palazzo delle Contesse e abbinata
al Concorso internazionale. La mostra dedicata al ricamo, merletto,
capolavori di manualità e artigianato artistico è organizzata
dall’associazione “Gusela e Fil” di Mel. Le mie “Tre cime”, merletto a fuselli, primo premio
Concorso Internazionale Dolomiti in Ricamo 2023, con tema dal titolo “Il
mondo incantato delle Dolomiti”. Padova Andando a ritroso nel tempo, Cesare Vecellio nel suo”Habiti antichi
et moderni di tutte le parti del mondo” (prima stampa 1589), descrive l’abito
antico di un personaggio maschile, visto in un dipinto e scopre essere
appartenente alla famiglia dei Carraresi e signore di Padova. Nella
descrizione dell’abito Vecellio scrive:” il manto era lungo fino a mezza
gamba, aperto né fianchi, circondati gli orli da alcuni merletti”. L’ultimo
signore di Padova dei Carrara è stato Francesco II, vissuto tra il 1377 e il
1407.
Tornando ai tempi odierni Sabrina Pinato da Piove di
Sacco è un’abile merlettaia e ha vinto nel 2017 il primo Premio Fondazione
Musei Civici di Venezia per la sezione Fuselli Stile Antico, in occasione del
concorso dedicato al tema dedicato al vestiario maschile. “Astor”, Sabrina Pinato A Padova, la stilista
Patrizia Piccaluga propone le sue preziose opere fatte rigorosamente a mano:
tende, tovaglie, asciugamani, lenzuola, tutto per vestire al meglio gli
arredi della casa. Patrizia possiede una ricca collezione di trine
provenienti dalla sua famiglia e da alcune donazioni. Da qui si deduce che è
indubbiamente un’amante del bello e il piacere di ricercare e creare è una
sua continua passione. Esposizione di Patrizia Piccaluga di Padova,
restauratrice e collezionista di merletti antichi, in occasione di Abilmente
2007. Nel suo stand aveva portato dei merletti veneziani ad ago molto
preziosi e conservati benissimo. Sullo sfondo tendaggi con lavorazione ad
intaglio ed intarsi a filet. Battaglia
Terme (Padova) Merletto creato
inizialmente come copri sedile. La parte centrale di tela è un bisso di puro
lino di cm 15×15. L’esterno è un merletto punto ad ago di Battaglia. Il
disegno è il caratteristico quadretto geometrico che si ripete e si
moltiplica nelle varie combinazioni e che perciò veniva chiamato merletto “a
scacchi”.Foto: Luciano Bellesso. Il merletto di
Battaglia tra le due guerre del XX secolo era giunto ad occupare circa un
migliaio di lavoranti a domicilio sparse in tutto il circondario da Pernumia
a S. Pietro Viminario, da Pozzonovo a Monselice e a Due Carrare. Questo
merletto si distingueva per essere una tipologia particolare con una
predilezione per l’ornato-figurato. Tra le imprenditrici-artiste del merletto
di Battaglia Terme si distinse Carlotta Ciprian che verso la fine
dell’ottocento a Battaglia Terme iniziò una fervida attività producendo
ricami e merletti. Carlotta fin da fanciulla si rivelò amante del ricamo con
il quale passava ore e ore, seduta davanti alla porta di casa, con ago e filo
in mano. Nonostante numerose fossero le ragazze e le donne dedite al ricamo,
solo lei, la giovane Carlotta, venne notata dal conte Angelo Emo Capodilista
e dall’altrettanto blasonato Victor Wimpffen. Colpito infatti dall’abilità di
Carlotta, il von Wimpffen volle presentarla a Michelangelo Jesurum, della
rinomata omonima ditta di ricami di Venezia, il quale aveva un merletto
pregiato bisognoso di un profondo restauro al quale compito nessuna delle sue
lavoranti era in grado di assolvere. Tutto il seguito della storia si trova
in questa pagina.
Scuole ed Associazioni
Musei e mostre
Bibliografia ° American Salons: Encounters with European Modernism,
1885-1917 * A guide to old
and new lace in Italy : exhibited at Chicago in 1893 by Contessa Cora
Brazzà ^ Bollettino
del Museo civico di Padova, 1898 Ringraziamenti Si ringrazia Wally Massimo Andreoli per l’accurata
ricerca sul merletto di Cologna http://www.webcomunecolognaveneta.it/il%20puntocologna/Storia.htm Sitografia Industria dei merletti nella provincia di Venezia,
tratto dal giornale degli economisti, 1876 I testi sono
dell’autrice del sito
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